Peggio di così non poteva andare. O forse sì. Con un filo d’ironia Totti prova a smorzare la tensione: “un anno fa dopo due partite eravamo a zero punti”. Magra consolazione. Per il resto la serata del Sant’Elia (dove la Roma non vince da 15 anni) offre solo severi spunti di riflessione ad una squadra che sembra ancora in piena preparazione estiva. Come se le prime due giornate di campionato le fossero piombate addosso senza preavviso, così, a sorpresa.
La Roma di Ranieri è scesa in campo senza motivazioni. E ne ha approfittato un Cagliari veloce e attento in ogni parte del campo, a partire dalla propria porta dove un superlativo Agazzi nega più volte la strada del gol ai giallorossi e non fa rimpiangere il nazionale Marchetti. Dal canto suo l’undici di Ranieri si limita al minimo sindacale fino all’1-1, poi, complice l’espulsione di Burdisso e lo spaesamento generale, non riesce a riprendere in mano le redini di un match terminato prematuramente. Julio Sergio non sembra ancora al top della forma (la goleada subita lo dimostra) anche se le colpe più grandi si distribuiscono ad una difesa che in cinque occasioni (quattro delle quali su palle inattive) non è riuscita a controllare/anticipare le mosse avversarie.
Il ritrovato Nicolas Burdisso ha fatto un disastro rimediando un rigore per il Cagliari e un’espulsione personale che fa male a tutta la squadra. Anche se, c’è da dirlo, l’argentino fa subito mea culpa, parlando in prima persona singolare. "Ho sbagliato, mi dispiace, sono il primo e unico responsabile di questo risultato". Eccesso di grinta, non cattiveria in quel fallo che ha interrotto la partita di Daniele Conti. L’espulsione dell’argentino ha però cambiato le dinamiche di gioco. Così Ranieri, con una mossa dubbia e singolare, sacrifica Totti e inserisce l’esordiente Guillermo Burdisso per ricompattare una difesa che tuttavia rimarrà "fuori servizio" fino al termine del match. Il centrocampo si rivela imballato, con pochi spunti, senza l’ispirazione del fondamentale Pizarro e con qualche sporadico guizzo di De Rossi che, come in molte altre situazioni di emergenza, si ritrova a fare l’attaccante aggiunto.
In zona offensiva poco movimento, neanche fossimo a ferragosto. Menez, acceso a intermittenza, si è fatto vedere con buoni spunti, ma insufficienti. Il neoacquisto Borriello ha vagato come un fantasma in campo e non ha potuto contare sull’appoggio di Francesco Totti che, seppur in buono stato di forma, è stato prematuramente spedito in panchina con grande stupore di tifosi e addetti ai lavori. Nel secondo tempo c’è spazio anche per Julio Baptista che sorprende per la presenza in campo non certo per il gioco. Quel che resta è un risultato pesante (la Roma non prendeva 5 gol dal 1999) e una squadra con il morale sotto i tacchi: poche motivazioni e ancor meno spirito di sacrificio, le stesse caratteristiche che Claudio Ranieri chiede con insistenza da alcune settimane. Una Roma che sulla carta ha titolari e panchina di gran lusso ma che in campo non ha mostrato nemmeno un briciolo delle proprie potenzialità tra infortuni, lune storte e troppi aspetti da correggere.
"Cinque gol è meglio prenderli adesso che dopo", dice giustamente Claudio Ranieri, con un’intera stagione per raddrizzare una Roma sinceramente irriconoscibile. Nessuna missione impossibile, lo stesso testaccino ha fatto un mezzo miracolo esattamente un anno fa subentrando a Spalletti dopo le prime due giornate di campionato. Niente scuse quindi, il tempo c’è e la squadra pure. Bisogna recuperare quello spirito di gruppo e occorre farlo in fretta visto che tra una manciata di ore i giocatori giallorossi ascolteranno di nuovo la soave musichetta della Champions League nella straordinaria atmosfera dell’Allianz Arena, umile dimora del Bayern Monaco vicecampione d’Europa. D’altronde l’estate è finita da un pezzo.
(Marco Fattorini)