Il 2 settembre 2009 Claudio Ranieri diventava ufficialmente l’allenatore della Roma. Ad un anno esatto dall’investitura per mano di Rosella Sensi, il testaccino può guardarsi indietro con un briciolo di soddisfazione, quella che nasce dalla consapevolezza (magari un po’ amara) di essere vicecampione d’Italia e finalista in due trofei (coppa e supercoppa). Un bottino niente male per un profeta in patria che, in soli 10 mesi e con il miglior stile british, ha seminato e raccolto più di molti colleghi.



Ad un anno di distanza dal 2 settembre 2009, Claudio Ranieri può dire a ragione (e lo ha fatto) che si è creato uno “stile Roma”. Lo ha dichiarato a margine del forum degli allenatori di club d’elite d’Europa, ribadendo che “fa sempre piacere incontrare e confrontarsi con i migliori tecnici europei, ed anche in questa occasione la Roma è stata annoverata tra i miglior club di calcio”. Proprio la Roma, fa sapere l’Istituto di Storia e Statistica Calcistica (IFFHS), è attualmente tredicesima nella classifica dei club più forti al mondo.



Ma cos’è questo stile Roma? Nei fatti è lo stesso che ha portato due nazionali come Nicolas Burdisso e Marco Borriello a scegliere il club giallorosso, non quale ripiego last minute ma come prima opportunità, a prescindere dalla concorrenza. Per entrambi i giocatori c’era la fila: Juventus in primis, ma anche Manchester City e pure il Real Madrid, a quanto si vocifera. Ma Nicolas e Marco l’hanno detto chiaramente, quasi all’unisono: “vogliamo la Roma”. L’argentino per il feeling con squadra e ambiente, il napoletano perché “convinto dalla passione di Rosella Sensi”.



 

Con buona pace della Juventus, il progetto Roma piace e desta interesse. Non si guarda più alla "Rometta" da mezza classifica, alla squadra dai tanti giocatori bravi ma non troppo. Ora ci sono i Borriello, Juan, Mexes, De Rossi, Totti, Vucinic, Menez, oggi non è solo il calore dei 2 milioni di tifosi a rendere mediaticamente rumoroso il club giallorosso. C’è dell’altro. Dopo qualche anno di purgatorio, prima Spalletti e poi Ranieri, coadiuvati da uno staff dirigenziale altamente qualificato, hanno contribuito a rafforzare la Roma in seno al campionato italiano e, soprattutto, a livello europeo. Facendo sì che il club frequentasse stabilmente il giro della Champions League.

 

Una società salda ha garantito negli anni una gestione sana e oculata che ha riguardato l’aspetto economico-finanziario così come quello sportivo. Dalle giovanili alla prima squadra, con un posto a tavola assicurato al banchetto del calcio che conta. D’altronde nelle ultime stagioni la Roma ha collezionato un’infinità di secondi posti (cinque dal 2003-2004) che, se a qualcuno paiono deludenti, rappresentano comunque i risultati legittimi di una corsa scudetto alla quale i giallorossi hanno partecipato da protagonisti. Per questo Ranieri può ben dire che c’è uno "stile Roma", lo stesso che fa preoccupare le big del Nord e che lascia di stucco i conservatori del pallone. All’ombra del Colosseo può ancora succedere di tutto.

 

(Marco Fattorini)