La nuova Nazionale di Cesare Prandelli, le aspettative dei tifosi italiani, il calcio di casa nostra che non esprime più talenti. Stasera a Firenze c’è la seconda partita valida per il girone di qualificazione agli Europei del 2012 in Ucraina e Polonia. Dopo il successo contro l’Estonia per 2-1 a Tallin ci si attende una prova convincente degli azzurri contro le Far Oer. Ma forse bisognerà aspettare qualche incontro più difficile per capire in che stato si trova la nostra Italia del football. Per parlare di tutto questo abbiamo sentito Giancarlo Antognoni, giocatore simbolo del calcio fiorentino, campione del mondo nel 1982, uno dei più grandi del suo ruolo. Eccolo in questa intervista in esclusiva per ilsussidiario.net.
Antognoni stasera andrà a vedere Italia – Far Oer?
Sicuramente è un appuntamento a cui non voglio assolutamente mancare. C’è attesa a Firenze per questa partita’
E’ il ritorno di Cesare Prandelli. I tifosi lo accoglieranno nel migliore dei modi. Come giudica la sua Italia?
E’ ancora presto per dirlo. Certamente bisogna lavorare molto per tornare ai livelli più grandi della Nazionale. Ms Prandelli è certamente un allenatore molto valido.
Forse mancano un po’ di talenti nel calcio italiano rispetto alla vostra Nazionale campione del mondo del 1982…
Non mi piace fare paragoni. Sono passati trent’anni e certamente il calcio è molto cambiato. Certo adesso si privilegia più il calcio fisico che quello tecnico.
Quindi mancano giocatori di qualità?
No, ad esempio parlando del centrocampo che è il reparto dove io ho giocato per tanto tempo, Pirlo è un ottimo giocatore. E Montoolivo ha dei margini di miglioramento.
C’è un suo erede?
L’erede di Antognoni non c’è ancora. Forse Montoolivo può esserlo alla Fiorentina.
Cassano e Balotelli possono dare una svolta a questa Nazionale?
Sono due giocatori molto forti. Ci si aspetta molto da loro.
Crede che il girone del’Italia sia facile?
No non sarà facile. Ma nessuna partita, anche quelle contro le cosidette piccole, è facile ormai. Bisogna essere sempre concentrati per non incappare in brutte sorprese.
(Franco Vittadini)