Sampdoria-Torino finisce 1-2. Copione meritevole di palcoscenici più prestigiosi. Pirati e tori prestano fede alle rispettive storie ed ambizioni illustri offrendo una disputa appassionante, magari non ricca di occasioni ma agonisticamente eccelsa. Ad un primo tempo di marca blucerchiata ha fatto seguito una ripresa in cui il Toro ha sfruttato la stanchezza avversaria per incornare in contropiede, facendo leva sulla qualità del pacchetto offensivo.
Folla delle grandi occasioni a Marassi per una sfida dal sapore di Paradiso. I liguri, sospinti dalla bolgia dantesca sugli spalti, partono a razzo sfiancando i portatori di palla opposti con un pressing asfissiante. Non ne scaturiscono trame euclidee ma la pressione è continua: sull’ennesimo spiovente (di Semioli) il difensore Costa svetta solingo in zona cirro-cumuli ed insacca infiammando la Lanterna. La Samp mantiene alta la guardia arrembando sugli esterni (lo stesso Semioli e Foggia), che maramaldeggiano sulle corsie ben supportati dalla cerniera centrale Palombo-Obiang. Ma il calcio, si sa, rifugge la logica. Al primo vero tentativo il Toro coglie un’insperata perla nel mar Ligure: Stevanovic, diamante grezzo scuola Inter, affonda e centra da destra, il romeno Suciu ben appostato in area batte al volo e infila l’incolpevole Costa. Il pareggio apparentemente non scuote il Doria ma si rivelerà una mazzata decisiva.
ella ripresa infatti il Toro si fa più accorto e granitico dietro dove s’innalza possente il muro Di Cesare-Ogbonna. La Samp, dopo l’arrembaggio del primo tempo, perde progressivamente brillantezza (oltre che Foggia per infortunio), e i granata, lentamente ma inesorabili, prendono in mano il pallino del gioco. e alla fine arriva Rolando: il paladino di Ventura colpisce a morte al primo colpo, recapitando in fondo al sacco la preda dignitosamente servitagli dallo scudiero Antenucci. La nave doriana si riassesta con le energie residue per organizzare il forcing finale: tutto inutile, i cambi impoveriscono la qualità della manovra e la roccaforte piemontese ribatte colpo su colpo. Cavalieri della tavola granata corsari nei mari del Nord: complimenti ad entrambe le compagini, è stata partita vera anche se non spettacolare. Tre punti a Ventura, tormenti della sconfitta per Atzori, che dovrà lavorare per capire quale può essere l’assetto migliore per sfruttare tutte le bocche da fuoco a disposizione: in un mare di opportunità spesso più che aiutati si corre il rischio di rimanere confusi.
Sampdoria-Torino 1-2
Marcatori: 19’ Costa; 41’ Suciu; 76’ R. Bianchi
Sampdoria: Da Costa; Padalino, Costa, Accardi, Castellini; Foggia (63’ Koman), Palombo, Obiang (83’ Bentivoglio), Semioli; Maccarone (74’ Piovaccari), Bertani. (Fiorillo, Volta, Rispoli, Fornaroli). All.: G. Atzori.
Torino: F. Coppola; Darmian, Di Cesare, Ogbonna, Parisi; Stevanovic (74’ Surraco), Iori, Vives (74’ Basha), Suciu (52’ Ebagua); R. Bianchi, Antenucci. (Morello, Glik, Dan. D’Ambrosio, Sgrigna). All.: G. Ventura.
Arbitro: Tommasi (Bassano del Grappa)
Ammoniti: Palombo, Vives, Ebagua e Surraco.
Le pagelle
Sampdoria
La serenità della notte è squarciata da due lampi accecanti: rimane abbagliato, non può nulla.
Diligente ma impreciso, lascia spazi ad Antenucci.
Escursione sul K2 per l’1-0. Quando pensa d’aver domato il Rolando furioso, questi punisce: campione lui.
I modi ruvidi non nascondono un certa insicurezza.
Copre tutta la fascia ma sparacchia al cross.
Brillantini sparsi su ambo le fasce, più per bellezza per la verità. Però come si muove crea una nuvola d’apprensione: fuori lui il Toro prende coraggio 63’KOMAN 5 Non può garantire la stessa pericolosità del predecessore.
Il capitano dà sempre l’esempio. Primo tempo alla Xavi, secondo con l’acido lattico ma senza mai tirarsi indietro.
Martello niente male, specializzato in rottura. Un po’ timido in impostazione, ma finchè lui regge nave resta in superficie 83’BENTIVOGLIO s.v. non incide.
Copropietario della pasticceria di fascia con Foggia, di cui apre una succursale dall’altro lato: in più lui sforna l’assist. Calo comprensibile verso la fine.
Muoversi, si muove bene. Lottare, lotta. Ma questo è contorno: il pane di un attaccante è altro.
Non è tempo di BigMac: steso dai grissini centrali torinesi. 74’PIOVACCARI 4,5 Poco tempo, è vero, ma non la vede mai.
Costruisce il successo con un primo tempo importante: ma è un castello di carte. L’assetto offensivo va registrato e stabilizzato.
Torino
L’area piccola dovrebbe essere la sua aula studio: pausa siga sul gol?
Soffre le ballerine volanti doriane, scarica tutto quel che gli passa su Stevanovic.
In trincea nel primo tempo, baluardo allo scoperto nel secondo.
II David di Michelangelo dipinto di nero. Le sconfinate potenzialità fisiche ripagano i rischi che talvolta si prende coi piedi.
Regge aiutandosi col mestiere, anche se il cavallo pazzo di Messina è ormai nell’album dei ricordi.
Argento vivo addosso, unico a scalfire l’abulia di squadra nella prima parte. Il primo gol è figlio suo. Esce stremato. 74’SURRACO 6 Utile nel tenere palla.
Unta alla sostanza, si nota poco. 69’BASHA 6 Vigile urbano, mantiene l’ordine nelle intersezioni pericolose.
IORI 6,5 Cervello e geometrie al ritmo del jazz. Che vuol dire: un po’ compassato ma efficace.
Come una Dacia Logan: dalla Romania, umile ma insospettabilmente utile 52’ EBAGUA 6Sudore, sacrificio e ammonizione.
In serie B, ci sono gol che non si possono fare. Per tutto il resto, in serie B, c’è Rolando. Gli capita una-palla-una: una benedizione per Ventura.
Insalatona di movimento condita da chicche tecniche sparse. Poi, l’aceto balsamico: assist saporito, Bianchi ringrazia e butta dentro.