Il Milan chiude al meglio la due giorni di Champions League, per l’Italia e per sé. Per l’Italia, perché le nostre rappresentanti aggrediscono il girone di ritorno dopo aver conquistato con sette punti su nove, andando così a garantire nuova linfa a un’anemica classifica Uefa. Per sé, perché il 2-0 al Bate Borisov conferma come il 3-0 di sabato sera al Palermo non sia stata una parentesi ma il primo passo verso un ritorno da protagonista in campionato. Rispetto alla rovinosa caduta in casa della Juventus, la squadra ha cambiato passo, con una velocità di ragionamento e di movimenti strettamente interdipendenti. Il Milan ha impedito ai bielorussi di organizzare gioco, pressandoli fin dalla trequarti e impedendo loro di arrivare in area rossonera (tranne quando Van Bommel si è reso protagonista di un alleggerimento che avrebbe potuto costar caro). La vittoria e una partita dominata sono state una conseguenza, con un unico appunto riguardante la scarsa incisività: non per incapacità di puntare la porta avversaria, ma per un certo compiacimento andato a detrimento della concretezza.
Milan in evidenza in Europa, dove si giocherà il primo posto del girone nello scontro diretto a San Siro con il Barcellona. Milan che promette di tornare presto nelle zone altissime della serie A, dove l’incapacità di fuga da parte di chi ha comandato finora permette rientri anche dopo partenze estremamente rallentate. E i rossoneri lo potranno diventare in virtù di protagonisti che stanno tornando tali quali Ibrahimovic, Robinho e Boateng (Cassano li ha soltanto aspettati a buoni livelli) e con la promessa di ritrovarne altri. Contro il Bate è stata la prima volta di Mexes, quando rientreranno pure Gattuso, Ambrosini e Pato sarà un altro Milan. E sarà un altro campionato.



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