Paolo Assogna, bravo cronista sportivo di Sky, guarda compiaciuto allo svolgersi di questo campionato e cerca di fare il punto dopo questo scorcio iniziale, consapevole che sarebbe un’assurdità fare pronostici definitivi. Più che altro, a Paolo Assogna interessa fare considerazioni complessive sul calcio italiano. Intervista esclusiva per IlSussidiario.net.



Che gliene pare Assogna di questo campionato?

“Questo campionato italiano sta diventando, o meglio sta ritornando a essere, un gran bel campionato. Bisogna ricominciare a dirlo. C’è un equilibrio che non esiste da nessuna altra parte d’Europa. Vai in Spagna ed è un derby permanente tra Barcellona e Real Madrid, che viene, ogni tanto ma neanche troppo, interrotto da qualche altra squadra e non per molto tempo. Alla fine diventa una cosa scontata e anche un po’ noiosa. C’è sempre la consuetudine domenicale del risultato “travolgente” delle due grandi squadre, in qualsiasi campo si giochi. Vai in Germania e sai benissimo che, se il Bayern Monaco è in forma o è nell’annata giusta, non c’è competizione che tenga. In Inghilterra mi pare che stiano avanzando soprattutto dei “nuovi ricchi”, ma sostanzialmente il canovaccio non sta cambiando. In Italia si gioca ogni domenica, su ogni campo, con grande equilibrio. Vai in provincia e vedi partite di buon livello e sempre combattute. Io non sono affatto d’accordo con quelli che parlano del campionato italiano come di un torneo ricco di mediocrità.”



Insomma, c’è questa ripresa del calcio italiano, come ha dichiarato anche Fabio Capello?

“Non lo sapevo. E sono contento che lo abbia detto, perché Capello è uno che di calcio ne mastica davvero tanto e lo conosce bene, E poi perché ha allenato in diversi Paesi, vincendo quasi sempre o mantenendo sempre il ruolo di grande protagonista”.

Che cosa è cambiato in così poco tempo? In fondo si può dire nel giro di un anno? Sembravamo tutti “morti” e pareva anche fosse una bestemmia ritornare a dire che questo era il più bel campionato del mondo.

“Io vedo che in questo momento c’è grande innovazione e idee nuove. Dietro alla Roma c’è un’idea nuova e in tutta Italia mi pare che emergano idee nuove. Le vedo anche dietro alla Lazio. Per non parlare dell’Udinese. A Udine c’é’ una squadra che ha venduto tre giocatori per un totale di 74 milioni di euro, facendo una plusvalenza incredibile. Avrà in cassa un bel gruzzolo per realizzare magari un rafforzamento a gennaio. E al momento è prima in classifica, la prima della classe. Sarà pure uscita dalla Champions, ma in Europa League si comporta bene e mi pare che rispetti i suoi progetti, con grande realismo. Trovarne altre realtà di questo tipo in Europa!”.



Assogna, come le sono sembrate le partite di questo turno ?

“Tutte combattute e molto equilibrate, con il risultato sempre in bilico. Ho visto dal campo Fiorentina-Catania.”

A suo parere chi se lo gioca il campionato, anche se a tutti sembra prematuro fare un pronostico ?

“E’ certamente prematuro un pronostico finale. Ma a mio parere se lo giocano Milan, Napoli e Juventus. Non ci metto l’Inter tra queste protagoniste per una ragione molto semplice: ha i suoi “grandi vecchi”, bravissimi, che però sono troppo vecchi e anche stanchi. Poi ha altri giocatori troppo giovani. Nel costruire la squadra, quest’anno, si è completamente dimenticata la generazione

Di mezzo, che è sempre utile nel corso di un lungo campionato come il nostro. Guardate il Milan. Non ha fatto grandi acquisti, ma ad esempio ha in squadra tipi come Nocerino e Aquilani. Sono sui ventisette anni e sono affidabili. Questo tipo di giorcatori l’Inter, in questo momento non ce li ha”.

A proposito di Milan, come le è sembrata la partita di Lecce, vinta con quella rimonta rocambolesca ?

“Il Milan si è dimostrata ancora una grande squadra. Boateng sarà un po’ indisciplinato ma ha una forza fisica dirompente. Ma certo che Di Francesco, l’allenatore del Lecce, si è dimostrato un pupillo particolare di Zeman, una sorta di suo discepolo. Due dei tre gol del primo tempo del Lecce, compreso l’errore di Abbiati, sono stati abbastanza casuali. Poi la squadra si è fatta completamente travolgere. Un po’ come ogni tanto succedeva e succede alle squadre di Zeman”.

 

(Gianluigi Da Rold)