Sta confermando in questo primo scorcio di campionato quanto aveva già fatto di buono in passato. Luca Rossettini, difensore centrale del Siena dal fisico importante (187 cm per 82 kg), si sta riprendendo calcisticamente quanto, forse, gli era stato sottratto dalla sorte. A 26 anni e con ben tre operazioni alle spalle, Luca si è conquistato, dopo la riconferma del Siena che con Conte era risalito in A, anche l’attenzione degli addetti ai lavori. In questa intervista concessa in esclusiva a ilsussidiario.net, Rossettini racconta la sua vita a 360° senza inutili recriminazioni e con la volontà di guardare avanti perché il peggio è passato ma è anche servito per fare scelte importanti.
Luca, se pensi al tuo esordio nella massima serie, giovanissimo nel 2007, contro il Milan cosa ti viene in mente?
Ero arrivato all’ultimo momento dal Padova e sono andato subito in panchina; la partita successiva sapevo di giocare perché si era infortunato Bertotto: ho avuto, quindi, una settimana di tempo per metabolizzare tutto, anche se non si è mai pronti a un debutto in serie A. Mi ero, però, imposto di godermi tutti i momenti della giornata per non tralasciare nulla.
I tre interventi chirurgici hanno frenato la tua carriera. Da dove e come si riparte dopo queste situazioni?
Si riparte dalla voglia di scendere in campo. Il rischio è sempre quello di abituarsi alle cose. Quando sei infortunato, ti mancano gli allenamenti, lo spogliatoio, il calciare la palla… Poi la passione per lo sport e l’affetto dei familiari ti danno una motivazione in più.
E la fede? Che ruolo può giocare in questa storia?
Faccio un po’ fatica a rispondere perché la fede non è una “cosa” che utilizzo quando sono nel bisogno. Posso solo dire che, per la mia storia, non sarei quello che sono oggi, se non avessi fatto certi incontri. Incontri che ti aiutano ad affrontare la vita di tutti i giorni e rappresentano un grande punto di appoggio. Solo così riesci a dare il giusto peso alle cose.
Non pensi ai treni persi per via dell’infortunio?
Sapevo che il secondo anno a Siena ero seguito da qualche grosso club… Ma se guardo indietro, forse il percorso giusto è proprio quello che ho fatto: oggi mi sento più calciatore, oggi mi sento più maturo. Quando le cose succedono, c’è sempre una ragione. Non posso fasciarmi la testa, sono contento di come è andata: mi sono sposato con Valentina e ho avuto un figlio (Davide ha quattro mesi, nda); grazie a loro due posso apprezzare ancora di più le cose che valgono.
Il Siena ha avuto anche il merito di averti aspettato…
Il Siena è una società piccola dove la gente si conosce, è un posto ideale per un calciatore. Alla società devo tanto. Sono contento di poter vivere da protagonista un altro anno dopo la promozione.
Mandorlini, Conte e Sannino… Un aggettivo per tre allenatori importanti nella tua carriera…
Non saprei, sono allenatori importanti. Posso dire tantissime cose positive di tutti e tre sia caratterialmente che tecnicamente.
Hai qualche sogno nel cassetto?
Di sicuro la riconferma in serie A, poi ci sono altri sogni che uno si porta dentro. Intanto cerchiamo di raggiungere prima possibile la salvezza.
(Luciano Zanardini)