Roma-Milan è una grande classica del calcio italiano, tra due squadre che hanno fatto la storia di questo sport. Quest’anno il Milan, dopo un inizio difficile, è tornato ai livelli che competono ai campioni d’Italia in carica, grazie soprattutto al contributo dei centrocampisti-goleador nelle ultime partite. La Roma invece sta costruendo un nuovo progetto con la presidenza di Di Benedetto e in panchina Luis Enrique, ma i risultati sono al momento altalenanti. Per presentare questa sfida affascinante, purtroppo accoppiata dal calendario a Inter-Juventus, abbiamo chiamato un ex di entrambe le squadre, il grande difensore degli anni Ottanta e Novanta Pietro Vierchowod, protagonista con la Roma dello scudetto di Liedholm nel 1982/83 e di una stagione invece più difficile con il Milan di Tabarez e Sacchi nel 1996/97. Eccolo allora presentare questa partita (clicca qui per la diretta live di Roma-Milan – NO VIDEO) in questa intervista a IlSussidiario.net.



Vierchowod, come arrivano secondo lei le due squadre alla partita Roma-Milan?

Sicuramente ci arriva meglio il Milan, che ha risolto la crisi che ha attraversato fino alla sosta per la Nazionale ed è rientrato già a due soli punti dalla vetta della classifica e con la qualificazione in tasca in Champions League.

La Roma invece?



Anche la Roma sta migliorando rispetto al pessimo avvio, ma ha ancora troppi alti e bassi e spesso sembra mancare la concentrazione, sia in difesa sia in attacco.

Il progetto di Luis Enrique la convince?

Il progetto può essere anche buono e un po’ di pazienza è necessaria, ma i risultati devono arrivare, come minimo la qualificazione nelle coppe europee, altrimenti non penso che durerà.

Nel Milan invece stanno brillando i centrocampisti. Perché secondo lei?

Il centrocampo del Milan accompagna bene l’attacco con diversi giocatori, che inevitabilmente godono di maggiore libertà rispetto agli attaccanti e sono bravi a sfruttarla.



Quali saranno a suo parere i giocatori decisivi in questa partita?

Per il Milan sicuramente Ibrahimovic, che è il perno di tutto il gioco e determina anche quello che fanno i compagni attirando i difensori avversari. Nella Roma può avere lo stesso ruolo Osvaldo.

Mercoledì a Genova nel tridente della Roma il più vecchio era Bojan, classe 1990. Eccessivo?

Credo di sì. Lanciare i giovani è sempre una bella cosa, ma avere tre attaccanti tutti dai 21 anni in giù non va bene in serie A, si è visto nelle occasioni sbagliate. Io avrei schierato almeno Osvaldo.

Roma-Milan sarà anche la partita dei grandi ex: il Milan ne ha ben tre (Cassano, Aquilani e Mexes), mentre nella Roma c’è Borriello. Che ruolo potranno avere?

Sono tutti nomi prestigiosi, ma fin qui per vari motivi l’unico che sta giocando con continuità è Cassano, credo che sarà lui l’ex da seguire con più attenzione domani sera.

Un Cassano in queste condizioni può essere il leader dell’Italia agli Europei?

Sicuramente può aiutare, ma il leader di questa Italia è Prandelli.

Entrambe le squadre sembrano avere dei problemi in difesa. Quali ne sono i motivi secondo lei?

La difesa della Roma in questo momento mi sembra carente. Difetta di concentrazione ed è pure poco protetta dal centrocampo. Luis Enrique ha da lavorare.

E il Milan?

Anche il Milan ha dei problemi in difesa, ma finora li sta compensando bene grazie al miglior attacco della serie A, quindi è una situazione meno problematica.

Infine vorremmo chiederle un ricordo delle sue esperienze alla Roma e al Milan.

Alla Roma fu una stagione meravigliosa: ero molto giovane, arrivai in una città splendida, un’ottima squadra e con un allenatore come Nils Liedholm. Vincemmo pure lo scudetto, non avrei potuto chiedere di più. Al Milan invece arrivai a 37 anni e in una stagione di transizione dopo i trionfi di Capello. Fu comunque bello giocare nel Milan, ma le due esperienze non sono paragonabili.

 

(Mauro Mantegazza)