Il primo nome che si fa per raddrizzare il centrocampo dell’Inter è quello di Juraj Kucka, il ventiquattrenne slovacco già in comproprietà tra Inter e Genoa e che potrebbe arrivare a Milano già a gennaio. Un altro nome sulla bocca di tutti per quanto riguarda i centrocampisti è quello di Radja Nainggolan, in forza al Cagliari ma accostato spesso alle grandi, soprattutto al Milan. Due ottimi calciatori, ma espressione di grande forza fisica e quantità più che di qualità e bel gioco. Insomma, il calcio italiano si sta buttando sulla forza muscolare? La qualità passa in secondo piano? Ne abbiamo parlato con uno che se ne intende: Benoit Cauet, centrocampista tutta grinta e quantità dell’Inter di Gigi Simoni e oggi apprezzato commentatore televisivo. Uno che si è fatto amare dai tifosi nerazzurri per il suo impegno e per la sua generosità in mezzo al campo, ma che di certo non riscaldava le trattative di mercato e non conquistava titoli in prima pagina sui giornali. Oggi invece le cose sembrano cambiate. Ecco quindi cosa ne pensa Cauet, in questa intervista in esclusiva per IlSussidiario.net.



Kucka e Nainggolan riempiono le pagine di mercato in questi giorni. Innanzitutto, lei cosa pensa del valore di questi due giocatori?

Ho seguito in particolare Kucka, in quanto in comproprietà con l’Inter e possibile arrivo già a gennaio. Sicuramente è un buon giocatori, giovane e con una grande forza fisica, dovrebbe poter fare bene anche in una grande squadra e potrebbe servire a un’Inter che ha troppi infortuni in questo reparto e in cui non possono tirare la carretta per tutta la stagione i soliti Zanetti e Cambiasso.



E su Nainggolan cosa ci può dire?

Credo che sul belga si possano dire più o meno le stesse cose, anche lui è un ragazzo molto interessante in questo genere di centrocampisti. Se le grandi squadre hanno necessità di quel tipo possono contare su di lui.

Oggi quindi fanno mercato i centrocampisti di quantità?

Sembrerebbe proprio di sì… Purtroppo questa è la direzione verso cui va il calcio italiano.

Le dispiace? Eppure lei era un centrocampista proprio con queste caratteristiche…

Sì, è vero. E il mio arrivo all’Inter non ha certo mobilitato l’attenzione di stampa e tifosi. Comunque oggi il calcio italiano va in questa direzione, più quantità e meno qualità, ci si basa molto sul fisico, e questo onestamente mi dispiace. Altrove si vede più qualità e un gioco migliore.



Quindi l’Italia sarà destinata a un ruolo di secondo piano nel calcio europeo?

Beh, questo non è detto. Si può vincere anche col fisico, e quindi abbiamo speranze anche nelle coppe europee. Nel 2010 il Barcellona era più piacevole dell’Inter, ma i nerazzurri hanno vinto meritatamente. Sono stili di gioco diverso, ma entrambi possono essere vincenti.