Un’occasione per celebrare l’Italia vincente della scherma. Così dovrebbero essere i Mondiali che si svolgeranno a Catania dall’8 al 16 ottobre. Un appuntamento in cui i nostri schermidori dovrebbero riuscire a fare molto bene. Anche un modo per dare alla città siciliana una vetrina importante, per un palcoscenico sportivo di grande rilievo. Riuscirà poi Valentina Vezzali a riconquistare il titolo mondiale? Questo è un anno preolimpico e la domanda si pone in tutta la sua completezza. Valentina ha conquistato tre allori olimpici consecutivi nel fioretto femminile alle Olimpiadi di Sidney, Atene e Pechino. Un quarto titolo olimpico sarebbe veramente eccezionale. E questi Campionati Mondiali potrebbero essere per lei una prova molto importante per verificare le sue condizioni. Per parlare di tutto questo abbiamo sentito Dorina Vaccaroni, una delle campionesse più importanti di questo sport, passata poi a cogliere vittorie in un altro sport, il ciclismo. Medaglia di bronzo individuale ai giochi olimpici di Los Angeles 1984, argento a squadre a Seul, oro a squadre a Barcellona. Eccola in questa intervista in esclusiva a il sussidiario.net.

Cosa pensa di questi Mondiali di Catania, un’occasione per l’Italia e la Sicilia, quella di ospitare i Mondiali di scherma?

Sicuramente, il nostro paese e in particolare questa splendida regione che è la Sicilia meritavano di ospitare questa rassegna mondiale. In questo sport infatti l’Italia è veramente una nazione leader. Speriamo di dimostrarlo anche qui a Catania. 

Nel fioretto come vede l’eterna campionessa Valentina Vezzali? Sarà ancora protagonista a questi Mondiali?

Tutto può essere. Lei è veramente straordinaria, un’atleta fortissima, capace di ogni impresa. 

Le avversarie principali saranno come al solito le schermitrici italiane, Errigo, Di Francisca,, Salvatori?
Penso di si, Nel fioretto femminile sono sempre le atlete italiane a primeggiare. Sembra quasi che non ci sia nessuna concorrenza, che le medaglie che le giochiamo sempre noi.

Saranno loro le protagoniste anche di Londra?

Se non viene fuori nessuna atleta dovrebbe essere così. Può darsi anche che Valentina vinca la quarta Olimpiade consecutiva.

Secondo lei qual è il segreto delle vittorie di Valentina Vezzali? 

E’ forte, non molla mai, non s’arrende nonostante l’età non più giovane. Forse però il fatto di non avere delle rivali molto agguerrite l’aiuta molto. 

Nelle altre specialità, come vede gli altri atleti italiani, da Aldo Montano e Gigi Tarantino nella sciabola a Tagliariol a Nathalie Moellhausen nella spada?

Anche loro possono andare a medaglia, conquistare anche la medaglia d’oro. Nella scherma noi italiani la facciamo da padroni.

Il livello tecnico della scherma è salito negli ultimi anni?
No, non mi sembra, è sempre identico, non ci sono miglioramenti. La scherma è uno sport un po’ statico, a differenza di altri sport come ad esempio l’atletica dove sono venuti fuori fenomeni come Bolt che hanno cambiato tutto il modo di interpretare questa disciplina. 

Secondo lei la scherma è uno sport o una forma d’arte?

Direi un misto. E’uno sport, ma nello stesso tempo, una forma d’arte. Potrei dire che è una partita di scacchi in movimento. Bisogna saper essere preparati fisicamente, avere tecnica individuale, ma bisogna avere anche tanta intelligenza, preparazione psicologica, essere concentrati in quei pochi attimi in cui si decide una gara. 

Uno sport raccontato anche nella letteratura, romanzato anche in opere famose come la saga dei Tre moschettieri… 

Uno sport che ha radici antiche, ha tradizione, romanzato in questa saga e in tanti altri libri. Certamente la scherma moderna è molto diversa, raggiunge vertici di tecnica incredibile. 

Bisogna averla nel sangue anche per diventare dei campioni. 

E’ così. Dopo aver abbandonato questo sport ho provato a fare il ciclismo. Ma mi rendo conto che la bicicletta non ce l’ho nel sangue. Il fioretto, la scherma invece fanno parte del mio dna di atleta.

Che consigli darebbe ai ragazzi italiani che volessero intraprendere questa disciplina?

Di provarci, di praticarla, come dico spesso a mia figlia. C’è meno concorrenza meno competizione che in altre discipline, come ad esempio l’atletica. E’ più facile riuscire a diventare dei campioni.

Nostalgia della pedana, delle gare?
 

Nella vita si va avanti. Ho abbandonato l’attività agonistica a 29 anni senza tanti rimpianti. Piuttosto mi dispiace che nessuno mi abbia cercato in Italia per insegnare scherma, come invece è successo con altre nazioni straniere. Mi sono sentita trascurata, dimenticata e non ne capisco il motivo. Svolgo anche un’attività importante nello sport attuale. Sono personal trainer. Penso di avere la competenza necessaria per essere una maestra di questo sport. 

Dove le piacerebbe andare ad insegnare scherma?

Mi piacerebbe andare in Messico. Mi affascina questa nazione. Mi hanno anche cercata. Credo che il futuro di questo sport passi attraverso altre nazioni. Nuove in tutti i sensi. C’è la Cina, che potrebbe emergere ancora di più. Potrebbe esserci il Sudamerica, altri paesi. Chissà l’India. Vedremo quello che succederà.

Quali sono stati secondo lei il più grande e la più grande campione e la più grande campionessa della scherma di tutti i tempi?

Dico due nomi, Valentina Vezzali tra le donne e Edoardo Mangiarotti tra gli uomini. Sono loro secondo me i più grandi campioni di tutti i tempi della scherma.

 

 (Franco Vittadini)