Per presentare la giornata di serie B abbiamo interpellato Giovanni Cervone. Nato a Brusciano (NA), il portiere classe ’62 si è formato nelle giovanili della Juve Stabia. Dopo altre esperienze con Avellino, Catanzaro, Genoa, Parma e Verona, nel ’89 passa alla Roma, che ne farà una colonna. Chiude la carriera giocata dopo un anno e mezzo a Brescia (’97-‘99) ed un’ultima stagione al Ravenna, sempre in serie B. Ha recentemente allenato i portieri dell’Avellino, nel 2007/2008, e quelli del Gallipoli l’anno successivo, nello staff dell’amico Giannini. Portiere molto carismatico, dava un’ottima sicurezza tra i pali. In questa stagione si stanno infatti mettendo in luce in serie B tanti giovani portieri di valore, da Bardi a Pinsoglio, da Leali a Perin, e abbiamo voluto sentire il parere di un grande portiere. Nel suo palmares spiccano una coppa Italia, conquistata con la Roma nel ’91, e una manciata di convocazioni nella nazionale Under 21. Con lui abbiamo anche analizzato la situazione del campionato cadetto, tentando un bilancio di quanto successo fin qui. Intervista esclusiva per IlSussidiario.net.
Cervone ci fa il nome di una “sorpresa” e di una “delusione” del campionato cadetto, al di là di Pescara e Sampdoria, che sono i nomi più scontati?
Come sorpresa sicuramente il Sassuolo: sono diversi anni che il presidente Rossi cerca di allestire una squadra per il grande salto verso la Serie A, e gli è sempre andata male. Nel primo scorcio di questo campionato ha dimostrato di essere una squadra più compatta rispetto alle scorse stagioni: hanno saputo dare continuità ai risultati e riprendersi subito dalle poche battute d’arresto. Sono sintomi di carattere ed organizzazione, quindi potranno ambire a lottare fino alla fine per la promozione.
La “delusione” invece?
Le delusioni sono parecchie. Ad esempio il Vicenza: anche se l’organico non è di prim’ordine non è sicuramente squadra da fondo classifica.
Stando sulle nobili decadute, lo stesso Empoli: un punto più in basso a quota 12, era partito con tutt’altri obiettivi…
Che erano quelli di fare un buon campionato, sicuramente non di vincerlo. Del resto, si è rinnovato poco, ha dato via qualche buon giocatore e ne sta pagando le conseguenze. Come delusione temporanea citerei anche il Livorno.
Venendo a squadre che la riguardano più da vicino, si aspettava un campionato del genere dalla Juve Stabia, in piena corsa salvezza nonostante la penalizzazione iniziale?
Più che aspettarmelo lo speravo, perché è una società che mi è rimasta nel cuore. Voglio dire una cosa: quando una squadra sale dalla serie C alla B, e riconferma la maggior parte dell’organico vincente limitandosi a qualche inserimento appropriato, sicuramente può fare bene anche in serie cadetta. In questo caso poi va riconosciuta la bravura dell’allenatore Braglia: è forse poco considerato ma dovunque ha allenato (dal 2003 Catanzaro, Sangiovannese, Pisa, Lucchese, Frosinone, Taranto, ndr) ha sempre fatto bene, ha vinto parecchi campionati in C ed ora sta raccogliendo qualche meritata soddisfazione al piano di sopra. Per la Juve Stabia è sicuramente un allenatore importante.
Venendo alla prossima giornata, la quindicesima: nei limiti del possibile, pronostico sul match clou Pescara-Padova?
Sicuramente è una partita da molti gol, come le due squadre ci hanno abituato. Mi butto: il Padova può fare il colpaccio all’Adriatico.
In serie B stanno emergendo alcuni giovani portieri, su tutti Perin del Padova e Bardi del Livorno, su cui stanno circolando parole importanti: vede qualche piccolo Cervone?
Speriamo anche qualcuno un po’ meglio se no siamo rovinati! Devo dire che pur seguendo la serie B ho visto Perin all’opera poche volte: è un prospetto giovanissimo di cui si parla molto, ma non sono ancora riuscito ad identificarlo bene; comunque ha sicuramente un futuro. Parlano molto bene anche di Leali del Brescia: conosco poco anche lui ma so che è già entrato nel mirino di grandi squadre anche estere. Ho letto di sondaggi da Sporting Lisbona e addirittura Barcellona: se ha tutto questo interesse addosso significa che è un portiere valido, di buona prospettiva. Onestamente però, nel resto del panorama c’è poco.
Un’ultima domanda sul suo futuro: il campo le manca, sta pensando ad un futuro da allenatore o preferisce restarne fuori?
A me piacerebbe tantissimo poter allenare i portieri, poterli aiutare a migliorare. Però è difficile: io ho smesso da più di 10 anni e ancora faccio fatica a rientrare a lavorare nell’ambiente. Da giocatore era un conto, da quando ne sono uscito ho trovato un mondo nuovo, particolare, un circolo chiuso in cui devi avere delle conoscenze magari anche extra-calcistiche. D’altronde ogni mondo è fatto a modo suo, io comunque spero ancora di poter rientrare per dare una mano a qualcuno.
(Carlo Necchi)