Cesare Prandelli è pronto per la grande sfida di domani sera. La sua Italia è attesa dall’esame Uruguay, “il test più significativo da quando alleno la Nazionale”, ha spiegato oggi il ct in conferenza-stampa. L’ordine è uno solo: “Ripartire dalle cose che abbiamo fatto bene nelle ultime gare, ma non benissimo a Wroclaw”. Imparare dagli errori commessi, insomma, perchè l’autocritica è sempre una buona cosa, nel calcio come nella vita. Il modulo sarà lo stesso del primo tempo in Polonia, con i quattro ‘centrali’, De Rossi-Pirlo-Marchisio in linea e Montolivo qualche metro più avanti. Uno schieramento che aveva destato qualche perplessità, al contrario del tridente mostrato nella ripresa. Ma tant’è, si ricomincia da lì, per capire se c’è qualcosa, appunto, da correggere e migliorare. “I primi 25 minuti di Wroclaw non mi sono piaciuti”, ha evidenziato il ct. E’ da capire, quindi, se la ‘mini-involuzione’ c’è stata in quanto davanti c’erano attaccanti diversi dai ‘soliti’ Cassano e Rossi, che richiedevano magari un diverso tipo di gioco. I tre attaccanti si vedranno invece nella ripresa, con l’ingresso annunciato di Pepe, in gran spolvero nella Juve. L’importante, comunque, sarà affrontare l’amichevole di domani non come un’amichevole qualunque, come facevano magari le vecchie Italie. Bisogna onorare la maglia sempre, a maggior ragione con una squadra ancora in costruzione; è questo il pensiero di Prandelli, che si coccola un Balotelli finalmente maturo, ma senza chiudere le porte a mostri sacri come Di Natale, Totti e Del Piero. Potrei chiamarli, dice il ct. Magari in caso di bisogno, chissà. Domani sarà un appuntamento tutto speciale anche per Buffon, che aggancerà Zoff a quota 112 presenze in azzurro. Entrambi, spiega Prandelli, “hanno l’obiettivo di creare uno spirito vincente”. In avanti toccherà poi a Osvaldo e Balotelli tradurre in gol il lavoro di squadra. E non solo quello, naturalmente. Un attaccante moderno, nella visione prandelliana, deve anche contribuire al recupero palla. Lo devono fare i due prescelti, così come lo fa benissimo, dall’altra parte, Edinson Cavani: “E’ il massimo che un allenatore possa avere”, è l’elogio riservato al Matador dal ct azzurro.
Sugli Europei la linea è chiarissima: “Sarà come un Mondiale”. Meno squadre, ma tutte o quasi di livello assoluto. A prescindere dal risultato di domani, comunque, quest’Italia c’è. E in Polonia e Ucraina può dire la sua. Parola di Prandelli.