E sono 100: la finale di Coppa Davis che si giocherà da oggi allo stadio “Olimpico La Cartuja” di Siviglia sarà la centesima della storia. Questo confronto tra Spagna ed Argentina vede chiaramente favoriti gli iberici. Non solo perché hanno una squadra tecnicamente più forte e hanno anche il vantaggio del fattore campo, ma anche perché sembra proprio che la tradizione sia dalla loro parte. Tre volte le due squadre si sono incontrate nella storia della Coppa Davis e tre volte ha vinto la Spagna. La Spagna ha vinto anche nella finale di Coppa Davis giocata a Mar del Plata in Argentina, nel 2008, e non perde in casa dal 1999. Se poi si aggiunge il fatto che la Spagna è all’ottava finale di Coppa Davis e ha vinto 4 volte, mentre l’Argentina è alla quarta finale e non ha conquistato finora neanche una insalatiera d’argento i favori del pronostico sono ancora di più per la formazione di casa. Tanto più che l’Argentina fa parte del lotto di quelle squadre che pur avendo disputato più di una finale di Coppa Davis non è riuscita mai a vincerne nessuna. Per la Spagna capitanata da Alberto Costa i giocatori sono Nadal, Ferrer, Lopez, Verdasco, Granollers. Per l’Argentina il capitano è Tito Vasquez, i giocatori sono Nalbandian, Chela, Monaco, Del Potro, Schwank. Il pubblico potrebbe essere protagonista, non certo però come l’anno scorso quando la Serbia sconfisse la Francia a Belgrado e il fattore ambientale risultò molto importante. Altro appuntamento di rilievo del weekend è “La Grande Sfida”, l’incontro esibizione che si giocherà sabato 3 dicembre al Forum di Assago tra Flavia Pennetta e Francesca Schiavone e le sorelle Venus e Serena Williams. In programma quattro singoli e un doppio, tutti sulla distanza di un solo set. Sarà una festa del tennis che riabbraccerà in grande stile la città di Milano. Per parlare e commentare questi grandi eventi di tennis abbiamo sentito Rino Tommasi, un conoscitore perfetto di questo sport. Eccolo in questa intervista in esclusiva a IlSussidiario.net.
Come vede questa finale tra Spagna ed Argentina?
Sulla carta la Spagna è nettamente favorita. Oltre al tasso tecnico che vede avvantaggiati Nadal e Ferrer c’è anche quello per gli iberici di aver potuto scegliere la superficie su cui giocare questa finale, senza dimenticare naturalmente il fattore campo.
Non ci sono possibilità per l’Argentina?
Non dico questo, perché anche la formazione sudamericana sarà motivata, ma certo sarebbe molto sorprendente se la Spagna perdesse questa finale di Davis in casa.
Assisteremo a una finale di Davis spettacolare?
Tutto dipenderà dall’andamento delle prime due giornate, se il risultato sarà ancora in bilico, e quindi anche dall’esito del doppio.
Magari la Spagna potrebbe avere un giocatore meno forte in Ferrer.
Non credo proprio. Ferrer è uno che non molla, che prima di darsi per vinto gioca tutte le sue chance.
Il fattore ambientale magari non sarà così importante come nella scorsa finale di Coppa Davis tra Serbia e Francia?
Successe così perché i serbi non hanno una grande nazione a livello tennistico e quindi la pressione dell’ambiente era notevole. La vittoria in Davis per loro era un avvenimento storico.
Ha ancora senso la Coppa Davis così come è pensata attualmente?
No non va bene così, perché non esprime il livello tennistico di un paese. Penso che ci vorrebbero 6 singolari e 3 doppi. Non ha senso che una finale sia decisa in questo modo. Non è la prima volta però. Già nel 1975, quando la Svezia vinse la Coppa Davis, c’erano Borg, al massimo del suo fulgore sportivo, e Bengtson, numero 106 delle classifiche mondiali.
L’Italia quando potrà rivincere questa manifestazione?
Non lo so, perché per il livello dei giocatori che abbiamo adesso questa cosa appare molto lontana.
Intanto sabato ci sarà “La Grande Sfida”, esibizione a Milano tra Francesca Schiavone e Flavia Pennetta e le sorelle Williams. Cosa ne pensa?
Un’esibizione appunto, speriamo soprattutto una grande festa del tennis che porti più gente possibile a vedere questo incontro. Sarebbe molto bello se questo succedesse.
Come giudica il livello delle nostre tenniste?
Posso sinceramente dire che si fanno onore, riescono a fare ottime cose. Se solo gli uomini facessero così… Francesca Schiavone ha fatto due finali a Parigi e ha vinto una volta. Flavia Pennetta riesce a essere tra le prime 20 giocatrici del mondo. Non è cosa da poco.
Magari Flavia Pennetta ha perso spesso l’occasione di poter fare grandi risultati come agli US Open: questione di testa?
Credo che si tratti soprattutto del suo modo di fare tennis. Lascia troppo giocare gli avversari e in questo senso li avvantaggia.
(Franco Vittadini)