Una partita molto delicata quella tra Fiorentina e Roma, allo stadio Franchi. Le due squadre non stanno vivendo un momento felice della loro stagione. La squadra gigliata viene dalla sconfitta di Palermo, mentre quella giallorossa da quella di Udine. Serve una svolta che possa consentire di raggiungere gli obiettivi di inizio stagione per tutte e due le formazioni. Alla Fiorentina un successo con la Roma potrebbe servire ad allontanarsi dalle zone pericolose di classifica, e le consentirebbe di inseguire nuovamente l’Europa League. Per la Roma invece una vittoria in Toscana potrebbe voler dire puntare ancora con qualche speranza alla zona Champions League. E’ quindi un match di notevole importanza, delicato sotto tutti i punti di vista. Per parlare di questo incontro abbiamo sentito un ex molto importante di tutte e due le squadre, Giancarlo De Sisti, che ha passato tutta sua carriera tra gli anni sessanta e settanta tra le due squadre. Eccolo quindi in questa intervista in esclusiva a IlSussidiario.net.
Fiorentina – Roma, partita delicata per entrambe le formazioni, che pronostico prevede?
Non faccio pronostici. Sono nato a Roma e mi sono affermato calcisticamente a Firenze. Sono legato a tutti e due i club. Credo comunque che sarà una partita aperta a qualsiasi risultato.
Il pareggio forse non sarebbe sufficiente sia alla squadra gigliata, che a quella giallorossa. E’ così. Sia Fiorentina che Roma hanno bisogno di un successo per poter migliorare la loro classifica e avere risposte positive sul loro futuro in campionato.
Quali saranno i giocatori decisivi?
Se giocheranno, potrebbero essere proprio Jovetic e Totti i giocatori che potrebbero decidere questo incontro.
Come vede il futuro della Fiorentina? Bisogna vedere se saranno rispettati gli obiettivi che la società si era prefissata, quella di puntare gradatamente alla conquista dell’Europa League, magari facendo anche quest’anno un campionato di transizione.
Quali cose sarebbero importanti per costruire una Fiorentina competitiva? Quella ad esempio di portare a termine il progetto del nuovo stadio, di rispettare i programmi che la società ha.
Come vede invece questo momento della società viola?
Ha cambiato allenatore, ora c’è Delio Rossi, i giocatori non hanno più alibi per poter fallire.
Ma cosa serve per puntare veramente in alto?
Bisognerebbe che i giocatori non se ne vogliano andare da Firenze e vogliano rimanere a giocare qua. Non è possibile altrimenti portare a termine con facilità i programmi annunciati.
Com’è Firenze?
E’ una piazza esigente, che vuole ottenere risultati importanti nel calcio.
Lo scudetto manca dai suoi tempi, da circa quarant’anni…
L’ultimo lo vinsi proprio io. Il primo fu vinto negli anni cinquanta, nella stagione 1955-1956. I tifosi sono rimasti molto affezionati ai protagonisti di questi successi. Poi è stato sfiorato nella stagione 1980-81. Adesso non ci sono le condizioni perché questo avvenga ancora.
Anche la Roma sta passando un periodo difficile. Le piace Luis Enrique?
Sta facendo fatica in questo campionato. Luis Enrique personalmente non lo conosco. Certamente non è una buona cosa cambiare formazione tutte le settimane. Vuole portare il modello Barcellona alla Roma, ma se non si hanno Messi, Xavi, Iniesta, questo non è possibile.
E di Di Benedetto?
Il presidente Di Benedetto ha dei programmi importanti, che vuole vincere e portare la Roma ai vertici del calcio mondiale. Questa è una buona cosa.
(Franco Vittadini)