Marko Naletilic conosce bene il mercato, soprattutto quello della ex Jugoslavia. Nonostante la giovane età, l’agente Fifa di nazionalità croata ha già avuto modo di lavorare tanti anni in questo ambiente, anche grazie ai consigli di suo padre, ex grande procuratore di calcio. Tra i suoi assistiti c’è Kuzmanovic, ex calciatore della Fiorentina ora allo Stoccarda, ma Naletilic è anche agente per l’Italia di Milos Krasic e ha cercato invano di portare nel Belpaese giocatori del calibro di Dzeko e Ivanovic. Eccolo in questa intervista esclusiva a ilsussidiario.net
Come è cominciata la sua “avventura” come procuratore?
Io ho iniziato nel 93′ seguendo sempre mio padre, che è stato un grande procuratore sportivo. In questo mondo non puoi mai iniziare da solo, deve esserci sempre qualcuno esperto che ti guidi. Io sono stato vicino a mio padre cercando di capire come muovermi.
Il mercato dell’ex Jugoslavia sembra essere tornato di moda, come mai?
Penso che non sia mai andato fuori moda. Anzi, negli anni 90′ arrivavano più giocatori jugoslavi. Adesso con le nuove norme sugli extracomunitari sono di meno i giocatori serbi e croati che arrivano in Italia. Gli inglesi hanno preso il posto degli italiani: comprano molto dai campionati serbi e croati, mentre in Italia si guarda al campionato sloveno.
Perchè?
Non è solo un discorso legato al passaporto comunitario. In Serbia o in Croazia i giocatori bravi vengono venduti a caro prezzo, mentre in Slovenia i giocatori si possono acquistare con un minor esborso economico. Ovviamente tutto cambierà quando le squadre slovene cominceranno ad alzare il prezzo.
Il Palermo ha pescato benissimo in Slovenia acquistando Ilicic e Bacinovic…
Bisogna dire che Zamparini è uno dei migliori in fase di mercato, in tanti anni di calcio ha acquistato talenti di ogni Nazione. Il Palermo ha avuto la fortuna di vedere da vicino i due giocatori in un match di Europa League. Pescare in Slovenia non è mai facile, perchè il campionato sloveno non è di grande qualità: possiamo paragonarlo alla vecchia Serie C1 o C2 in Italia. Per questo non sai mai se possono essere giocatori adatti alla Serie A.
La Fiorentina invece ha voluto puntare su Jovetic e Ljajic, uno montenegrino e l’altro serbo..
La differenza però è che la Fiorentina ha pagato 8 milioni di euro per il primo e quasi 7 per il secondo, perchè le società serbe non fanno sconti.
La Serbia è piena di talenti, perchè a livello di Nazionale non ha mai vinto nulla?
Purtroppo per vincere serve una mentalità ben precisa, non solo il talento. Basti pensare che anche la Jugoslavia degli anni 90′ non ha mai vinto nulla eppure c’erano giocatori straordinari. Manca la mentalità giusta ma sono sicuro che prima o poi arriveranno i trionfi, come successo alla Croazia nei Mondiali del 98′.
Ci sono talenti interessanti dell’ex jugoslavia che lei vuole rivelare?
La Fiorentina ha fatto un ottimo colpo con Nastasic, ci sono dei giovani interessanti ma parliamo di giocatori che hanno già un prezzo considerevole. Per esempio il trequartista dello Spartak Mosca Filip Ozobic, calciatore giovanissimo classe 91′, è un centrocampista che assomiglia molto a Modric del Tottenham, perchè ha molta tecnica ma è più pericoloso in zona gol. Un altro nome interessante è Vrsaljko della Dinamo Zagabria, classe 92′, un terzino destro molto forte e sempre nella Dinamo Zagabria c’è Milan Badelj, centrocampista classe 89′ molto bravo in cabina di regia.
Lei ha lavorato molto con le squadre italiane, cosa e quanto è cambiato rispetto agli anni scorsi il mercato in Italia?
Direi proprio tanto, basti pensare che anni fa una società come il Bari aveva in rosa calciatori del calibro di Platt, Jarni, Boban. Adesso non penso che una società come quella pugliese possa investire come allora.
Le squadre italiane su quale giocatore non le hanno mai dato ascolto?
Sicuramente su Edin Dzeko. Quando era al Wolfsburg, prima di diventare capocannoniere della Bundesliga, costava circa 4-5 milioni di euro. In Italia aveva giocato contro il Milan in Coppa Uefa dimostrando di avere le doti del grande giocatore, ma le società italiane non volevano investire su un giovane calciatore extracomunitario. Solo un dirigente italiano aveva già capito le qualità di Dzeko.
Di chi parla?
Di Rino Foschi, in quel momento però lui non poteva acquistarlo perchè era senza squadra. Mi chiamava spesso, aveva capito che sarebbe diventato un grande calciatore. Ora Dzeko è passato al City per 35 milioni di euro. Ma non è solo una colpa delle società italiane, è il mercato, il più bravo è colui che sbaglia meno.
Un consiglio alle società italiane?
Bisogna puntare sui giocatori giovani che costano di meno e hanno talento. E non parlo solo delle grandi squadre ma anche delle società medio-piccole.
Un giudizio sulla stagione di Krasic alla Juventus? Giudizio assolutamente positivo. All’inizio è partito fortissimo perchè è un calciatore di grande talento, ora sta un po’ rifiatando anche perchè viene dai sei mesi giocati con la maglia del Cska Mosca e non si è mai fermato. Ma riprenderà a correre e l’anno prossimo giocherà alla grande per tutta la stagione perchè potrà riposare e fare la preparazione dall’inizio.
Ha già pensato a qualche calciatore da portare in Italia?
Vediamo, qualcosa si sta muovendo ma ora non si può parlare.
(Claudio Ruggieri)