Riccardo Trevisani non fa mistero di essere un apostolo di Messi. Uno di quelli per cui ci sono i giocatori di calcio e poi una categoria a parte solo per la Pulce. Settimana scorsa ha anche avuto il privilegio di intervistare la star argentina, una piacevole chiacchierata che andrà in onda su Sky Sport prossimamente. Logico che il giornalista e telecronista sia ancora galvanizzato. Tanto da lanciarsi in giudizi fulminei in esclusiva a ilsussidiario.net: “Il Barcellona attuale è la squadra più forte di tutti i tempi”.



C’è chi non sarà d’accordo. L’anno scorso in Champions League l’Inter di Mourinho lo eliminò, te lo ricordi?

Chiaro che me lo ricordo. Ma si sa, la palla è pur sempre rotonda, ti può girare male una volta e perdi. E l’impresa di vincere per due volte di fila la Champions League, da quando c’è la formula con i gironi, non è riuscita a nessuno. Nelle sfide a eliminazione diretta, poi, basta un episodio per farti fuori. Prendiamo Inter-Barcellona dello scorso anno: il gol del 3-1 in fuorigioco di Milito a San Siro fu decisivo. Insomma, tu puoi essere più forte, ma l’imprevisto ci può sempre scappare.



Anche in questa Champions League?

Certo. Il Barcellona è assolutamente la squadra più forte, nessun’altra è al suo livello. Credo sia destinato a dominare in Spagna e in Europa ancora per i prossimi due anni almeno. Ma se succede qualcosa di clamoroso, può anche non vincere questa Champions. E l’episodio negativo può capitare per due anni di fila, anche se la vedo dura…

Ieri però, prima dell’espulsione di Van Persie, era virtualmente eliminato con l’Arsenal…

Beh, c’è da dire che gli inglesi per segnare hanno dovuto usufruire di un autogol di Busquets e che la partita è stata stra-dominata dal Barcellona. Però è vero, il cartellino rosso a Van Persie è stato un po’ affrettato, Wenger si è lamentato molto. Ma qui torniamo al discorso che per vincere la Champions ti devono tornare a favore anche gli episodi…



Nemmeno il Real Madrid plurimilionario di Perez e Mourinho può contrastare lo strapotere blaugrana?

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Al di là del 5-0 di novembre al Camp Nou, credo che il Real sulla singola partita possa competere davvero con il Barcellona. Ecco perché in finale di coppa del Re ed eventualmente nel proseguo della Champions può essere un avversario temibile anche per la squadra di Guardiola. Però sulle 38 partite della Liga il Barcellona è imbattibile: sbaglia (forse) una partita su 10, mentre le merengues 2 o 3. Basta questa piccola differenza per far sì che i blaugrana vincano il titolo e Mourinho no. La remuntada da meno 7 mi sembra fantascienza…

 

Spostiamo il discorso sulle italiane: perché il modello Barca da noi non attecchisce?

In Italia manca tutto: soldi, stadi all’altezza, strutture, politica giovanile, mentalità. E non ci sono segnali di cambiamento in vista.

 

Forse l’ultima squadra italiana a giocare un calcio “alla Barcellona” in Europa è stato il Milan di Ancelotti…

C’era un gioco positivo, ma per vincere l’ultima Champions League con il Liverpool il Milan ha avuto bisogno di un vecchietto come Inzaghi. Il progetto Barcellona è qualcosa di più fresco, dinamico, giovane.

 

Ma perché in Italia non si può fare?

Perché siamo troppo fossilizzati sulla logica del risultato. Vogliamo vincere sempre e subito. La cantera del Barcellona, per esempio, non gioca per vincere il campionato. È fuori classifica nella serie B spagnola. Così si fanno crescere i giovani senza l’assillo di dover fare punti. Qui invece festeggiamo gli scudetti Primavera e ce ne infischiamo del gioco, del fiorire dei talenti. Siamo troppo pragmatici, non abbiamo una mentalità positiva.

 

Di conseguenza…

Di conseguenza avremo probabilmente zero squadre nei quarti di finale di Champions League quest’anno e solo tre posti nell’Europa che conta tra due anni. Dici poco?

 

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