Dieci sconfitte in quattordici partite, quattro gol nelle ultime diciannove partite. E’ l’allarmante ruolino di marcia della Sampdoria nel girone di ritorno. L’ultima vittoria blucerchiata (3-1 contro il Bologna) risale al lontano 13 febbraio. Se finisse oggi il campionato il Doria sarebbe in B. Per fortuna dei liguri, mancano ancora 5 partite. 5 partite in cui gli uomini di mister Cavasin dovranno dare tutto e conquistare quei benedetti 8 punti necessari per arrivare a quota 40, nella speranza che bastino. Abbiamo deciso quindi di esplorare in profondità la crisi-Samp interpellando uno che l’ambiente genovese lo conosce molto bene. Stiamo parlando dell’ex-attaccante Enrico Chiesa, idolo dei tifosi del Doria.
Allora, Enrico. Che idea ti sei fatto sul momento-no della Sampdoria? Secondo te come si è potuti arrivare ad un declino di queste condizioni?
Ad inizio anno nessuno poteva immaginare qualcosa di simile. La Samp ad agosto si stava giocando i preliminari di Champions. Poi ci sono stati il problema-Cassano, la cessione di Pazzini, insomma sicuramente non c’è una sola causa per questo momentaccio. Possono essere tanti i motivi…
Alcuni tifosi blucerchiati sembrano aver passato decisamente il segno. Va bene contestare, ma si è arrivati alle intimidazioni ed allo scontro fisico…
Sicuramente va fatto un distinguo. Un conto è contestare la squadra per spronarla, per incitarla a fare meglio, un conto è arrivare a certe cose, che non va mai bene. Quella parte della tifoseria ha sicuramente sbagliato. Ci vuole la giusta via di mezzo.
Secondo te, considerando il pessimo stato psicologico dei giocatori ed il calendario, quante chance ha di salvarsi questa squadra?
Io credo che dipenderà tutto dalla prossima trasferta a Bari. Sarà una partita difficilissima perché il Bari, anche se ormai è quasi retrocesso, non regala niente a nessuno, se la gioca con tutti. Se la Samp riuscisse a vincere con i pugliesi, allora le cose potrebbero volgere per il verso giusto. Anche la scelta di andare in ritiro alla Borghesiana va interpretata come un modo per isolarsi dalle tensioni e preparare al meglio la sfida.
Tu che sei stato un grande bomber, come giudichi la stagione di Macheda e Maccarone? Di quest’ultimo sei anche amico, l’hai sentito? Come sta vivendo questo periodo?
Gli attaccanti, in genere, dipendono dalla squadra che hanno alle spalle. Se una squadra funziona, fa gioco, diventa tutto facile per loro. Se non ci sono queste condizioni, chiunque può far fatica. Ultimamente non ho sentito Massimo (Maccarone, ndr), dico solo che secondo me è arrivato alla Samp nel momento sbagliato. A parte tutto, non è facile sostituire un certo Pazzini…
Di recente il figlio del presidente Garrone ha annunciato l’intenzione della sua famiglia di continuare, anche in caso di retrocessione. Fanno bene o è arrivato il momento di passare la mano?
Io penso che il presidente sia il primo a soffrire per quello che sta accadendo. Non dobbiamo dimenticare ciò che ha fatto per la Samp. Ha riportato la squadra ad alti livelli e poi può contare su una grande forza economica. Il fatto che voglia restare in sella è indice di attaccamento. Per me fa bene a rimanere alla guida del club.
Un commento sulla stagione di Lazio e Parma, due tra le tue ex-squadre…
La Lazio sta facendo un campionato molto regolare. Il prossimo impegno con l’Inter sarà un vero e proprio spareggio per il terzo posto. L’anno scorso i biancocelesti lottavano per salvarsi, quest’anno per la Champions, proprio il contrario della Samp; questo è il bello del calcio, possono esserci sempre delle sorprese. Il Parma, rispetto alle altre concorrenti per la salvezza, ha più giocatori di spessore: penso ai vari Amauri, Giovinco… Inoltre l’arrivo di Colomba ha dato la scossa giusta. Li vedo bene per la permanenza in A.
Qual è il ricordo più bello della tua carriera da calciatore?
Indubbiamente, l’esordio in massima serie con la maglia della Sampdoria. Per me, da genovese, è stata una gioia immensa. Un giocatore può ricordare le vittorie, le reti ma l’esordio in A è una cosa che ti rimane per sempre nel cuore.
So che stai facendo il master per allenatore professionista a Coverciano. E’ quello il tuo grande obiettivo professionale, adesso?
Finirò il mio percorso a giugno. In realtà, avrei già avuto una prima opportunità per allenare, alla guida del Figline, ma la società è rimasta tagliata fuori dalle iscrizioni alla Lega Pro (nel 2010, ndr). Speriamo di ricevere presto una chiamata.
Magari dalla Samp… Ti sentiresti pronto?
Io sono sempre stato pronto, anche quando giocavo. Intanto mi auguro che esca presto dalla crisi. Poi, certo, sarebbe una bellissima opportunità. Me la sentirei, eccome…
(Alessandro Basile)