Manuel Neuer, nato proprio a Gelsenkirchen 25 anni fa, è il simbolo dello Schalke 04 e di tutte le sue contraddizioni.
La sua storia è quella di un comune ragazzino, che affacciandosi alla finestra di casa, vedeva le luci dell’allora Parkstadion e fantasticava su quello terreno verde. In quell’impianto, poi, il fato volle che ci entrasse davvero: prima da ultrà, poi da raccattapalle ed infine da numero uno della sua squadra del cuore, di cui ha difeso la porta negli ultimi sei anni.
Oggi la storia d’amore Neuer-Schalke, però, è ai titoli di coda: a fine stagione il numero uno lascerà la città natale per trasferirsi al Bayern Monaco in cerca di successi che solo il club baverese può garantirgli. Eccoli qui tutti i limiti dello Schalke, destinato a restare un club di seconda fascia, che costringe il proprio numero uno a dire, tra le lacrime, “cerco una nuova sfida, di più alto livello”.
I suoi tifosi, sabato scorso, lo hanno accolto in maniera disomogenea: fischi misti ad applausi e due striscioni che dicevano tutto: “Perdoniamo l’addio, ma non proprio a Monaco” e “10 come portiere, 0 come uomo”.
Neuer è rimasto tranquillo e ha parzialmente giustificato i tifosi: “Anche io, da tifoso, avrei contestato, ma quando il mio idolo Lehmann andò a Dortmund, non lo fischiai” ha detto al sito ufficiale della Uefa (www.uefa.com).
Stasera Neuer scende in campo contro il Manchester desideroso di far bene perchè, dice, “Vorrei lasciare qui una coppa”, e detta parole di forza ai compagni: “Se abbiamo eliminato l’Inter possiamo ripeterci”.
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Durante gli allenamenti di ieri, come leggiamo sulla Gazzetta dello Sport, dagli altoparlanti dell’impianto sportivo dello Schalke 04, sono rimbalzate le note dei Toten Hosen, gruppo musicale tedesco noto per aver introdotto negli stadi tedeschi un ritornello che suona così: “Può capitarmi di tutto, può succedermi qualunque cosa, ma sono sicuro che non andrò mai al Bayern”. Tutta dedicata a Neuer che, in lacrime, ha risposto: “Scusate, me ne andrò”.