La manita dello Schalke in Champions è ancora stampata sui volti di Leonardo e della truppa interista. Troppo bruciante perdere in quel modo, 5 reti prese in casa e addio Europa. Per di più dopo aver già compromesso il cammino-scudetto nel derby. Riuscirà a rialzarsi l’Inter? E il soldato Leo merita altre chances da parte di Moratti? Di questo e dei temi più caldi del campionato abbiamo discusso con Ilario Castagner, ex-allenatore ed attualmente commentatore per Mediaset Premium.
Allora, Castagner. Qual è il suo giudizio sul momentaccio vissuto dai nerazzurri? E’ davvero tutto perduto?
Non ho visto la gara con lo Schalke perchè commentavo il Real. Ho visto però il derby e posso dire che l’Inter mi sembra una squadra spenta, in modo particolare dal punto di vista fisico. I centrocampisti del Milan avevano almeno due marce in più mentre quelli nerazzurri apparivano senza energie. Alcuni sono lenti di natura come Thiago Motta, altri sono in riserva e mancava un trascinatore come Stankovic.
La difesa poi…
Si sapeva che era il reparto più debole e il gol preso a freddo non l’ha di certo aiutata. Il problema vero, e l’ho potuto notare anche nella gara col Bayern in Germania, è proprio la retroguardia: concede troppe palle-gol in ogni partita.
Secondo lei quindi è stata sopravvalutata l’impresa in Baviera?
No, questo non direi. Al gol di Pandev, io ho fatto un urlo che è durato 20 secondi, una cosa che non faccio mai. Di solito sono un tipo equilibrato, poi ovviamente in Europa tifo per le italiane. La vittoria è stata osannata per il modo in cui è arrivata, all’ultimo momento. Però lì il Bayern ha costruito talmente tanto che poteva anche fare 6 gol.
Proprio alla luce di questo, non crede che l’Inter di Leonardo sia troppo squilibrata tatticamente?
I giocatori devono ritrovare la condizione: arrivano sempre secondi sulla palla. Magari qualcuno, come prima del derby, è stato anche spremuto dalle nazionali, vedi ad esempio Cambiasso, che contro il Milan era stanchissimo.
Il tecnico brasiliano verrà confermato da Moratti, a suo avviso?
Si gioca tutto in questo finale di stagione. Un conto è finire l’annata combattendo, cercando quantomeno di lottare per il titolo, se non di vincerlo e un conto è arrendersi. L’Inter deve ritrovare condizione fisica e psicologica: al momento non ha convinzione nei propri mezzi.
Sarà possibile una rimonta a Gelsenkirchen? Nemmeno Leo sembrava crederci troppo…
Sinceramente non credo. Il sogno di vincere la seconda Champions consecutiva è finito. Nel calcio se non ci sono la giusta cattiveria e la massima concentrazione ci sta che una squadra più forte perda con una più debole, considerando anche il grande equilibrio che esiste oggi.
Anche Mourinho si è detto tristissimo per il ko interista. Questo continuo riferirsi alle vicende della sua ex-squadra, da parte del portoghese, non può creare fastidi all’ambiente?
Evidentemente Mou è rimasto molto legato all’Inter. Ha vinto 3 titoli in un solo anno: è un fatto importante per un tecnico. Secondo me è riconoscente verso i suoi ex-giocatori. Lui deve molto a loro e loro a lui, visto che è riuscito a tirar fuori le migliori risorse che avevano.
Parlando invece di campionato, che giudizio dà su Napoli e Udinese? Secondo lei hanno mostrato qualche innovazione tattica?
Innovazioni, non mi pare. Ad ogni modo, Mazzarri e Guidolin stanno facendo un lavoro straordinario. Il primo è uno che trasmette una carica pazzesca ai giocatori. Tutte quelle vittorie a tempo scaduto non possono essere un caso. Quello azzurro è un gruppo che crede fermamente nella propria forza. La differenza col Milan sta tutta nei due scontri diretti, entrambi vinti dai rossoneri. Invece l’Udinese ha una velocità ed un’imprevedibilità assoluta. La bravura di Guidolin è stata soprattutto quella di esaltare attaccanti come Sanchez e Di Natale, che si scatenano negli spazi. Il ko di Lecce non ridimensiona i friulani; la squadra di De Canio è molto forte in casa, ha vinto contro la Juve, ha pareggiato con Milan ed Inter, insomma è molto temibile davanti al proprio pubblico.
Il derby sembra aver mandato definitivamente in soffitta la formula milanista dei tre mediani: giusto così?
Credo proprio di sì. Il miglior centrocampo per il Milan è quello con due interditori, un giocatore di qualità come Pirlo o Seedorf e Boateng sulla trequarti. E’ una mediana equilibrata, ricca sia di quantità che di inventiva. Con i tre mediani nessuno sapeva dettare il passaggio.
Per quanto riguarda la Roma, le ultime voci vorrebbero Gasperini sulla panchina giallorossa. Secondo lei è l’uomo giusto per il rilancio?
Gasperini ha fatto molto bene a Genova, è uno che dà alle proprie squadre una convinzione vincente. Credo sia ok per la Roma ma ovviamente molto dipenderà dai giocatori che gli metteranno a disposizione. L’attuale rosa mi sembra che stia invecchiando inesorabilmente. Montella ha provato a riesumare il modulo spallettiano ma gli esiti non possono essere gli stessi. Si tratta di un modulo dispendioso, che chiede tanto movimento senza palla e tanti inserimenti. Non è un caso che la Roma cali sempre nell’ultima mezzora, vista l’età media molto alta dei suoi giocatori. L’anno scorso, proprio nel finale contro la Samp perse lo scudetto…
Infine, chiudiamo la nostra panoramica sul campionato con la Juventus. Del Neri è da confermare? E non crede che il tecnico di Aquileia sia troppo rigido sul 4-4-2?
La conferma, come sempre, dipenderà dai risultati. Lui ha rotto coi tifosi ma sono i dirigenti quelli che contano. Contro la Roma ho visto una buona Juventus, la stessa di San Siro quando vinse contro il Milan. Una squadra piuttosto chiusa, che sfrutta poi le ripartenze. Infatti le cose migliori i bianconeri le hanno fatte contro le grandi, usando questa tattica. Quanto al resto, direi che Del Neri fa quello che può con i giocatori che ha a disposizione. Lo ha detto anche Capello, serviranno almeno 2-3 campioni per tornare grandi. L’acquisto migliore, comunque, è stato Matri: è un ottimo giocatore, bravo a tener palla e a dialogare coi compagni.
(Alessandro Basile)