Correva l’anno 1982 quando le Curve di Inter e Milan siglarono un famoso “patto di non belligeranza”. Da allora il giorno del derby non ha più registrato problemi di ordine pubblico, ma è stato “giocato” solamente all’insegna della goliardia e degli sfottò tra tifosi. Come leggiamo sulle pagine della Gazzetta dello Sport, anche Josè Mourinho rimase impressionato dal clima di traquillità che aleggiava su Milano il giorno della stracittadina (“interisti e milanisti vanno allo stadio insieme e non succede nulla di violento”). E le tifoserie avrebbero rinsaldato questa comunanza di intenti anche in chiave elettorale, voltando le spalle ai tradizionali partiti sostenuti (la Curva Nord è da sempre schierata a destra, mentre la Curva SUd non ha una chiara connotazione politica) schierati con il centrodestra. Sempre la rosea riporta la spiegazione dei tifosi: “La Lega Nord ha tradito chi l’aveva votata. L’introduzione della Tessere del Tifoso è stato per noi un provvedimento per noi assurdo. Un’imposizione. Adesso anche l’opinione pubblica comincia a rendersene conto. Noi non siamo pupazzi per le loro attività di commercio e, soprattutto, vogliamo continuare a seguire il calcio con passione, da uomini liberi”.
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Per questo motivo, in segno di protesta contro l’introduzione della tessera del Tifoso voluta dal ministro della Lega Nord Maroni, gli ultras avrebbero “scelto l’astensione, oppure il Terzo Polo e persino Pisapia”. E continuano: “con la Tessera del Tifoso hanno voluto ammazzare la nostra passione e allora ci è rimasto lo strumento più liberale di tutti: il voto”.