All’ultimo respiro il Genoa vince il derby della Lanterna e spedisce la Sampdoria nel baratro. Il cronometro del signor Tagliavento di Terni segna il minuto 97 quando Boselli, appena entrato in campo, scarica alle spalle di Da Costa un magnifico sinistro a giro dal limite dell’area. Il portiere non può nulla sulla staffilata precisa dell’attaccante rossoblu, che fa esplodere il Marassi genoano e getta nello sconforto quello doriano.
La Sampdoria, a sue giornate dal termine, occupa la terzultima piazza: il Lecce, quartultimo e salvo, ha due punti di più. Eppure la squadra di Cavasin non aveva affatto demeritato: soprattutto il secondo tempo era stato giocato da Palombo e compagni con grinta ed autorità, ritmo e fantasia, che avevano meritatamente portato i doriani sul punteggio di uno a uno alla metà della ripresa.
Il gol doriano porta la firma di Pozzi, ma buona parte del merito è da attribuire al portiere genoano Eduardo, che regala al proprio pubblico l’ennesima papara: sulla staffilata da oltre 30 metri di Palombo, il numero genoano non controlla, permettendo a Pozzi il tap-in di ginocchio da pochi passi. Il Genoa, invece, era andato in vantaggio nei minuti di recupero della prima frazione: sugli sviluppi di un calcio d’angolo, era bravo e lesto Floro Flores ad appoggiare in rete di testa da dentro l’area piccola.
Un bel derby, giocato bene in campo e accompagnato da un vero e proprio spettacolo sulle gradinate.
Con un epilogo incredibile. Dolcissimo o dolorosissimo, dipende dal che parte si sta.
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