Voleva restare a Parma ed è stato accontentato. Risolta la comproprietà tra i ducali e il Siena, Daniele Galloppa guarda avanti con rinnovato entusiasmo, pronto a indossare scarpe e calzettoni per il «rilancio» dopo che un infortunio ha in parte compromesso la sua passata stagione sportiva. Classe 1985, è cresciuto nelle giovanili della Roma (fra gli altri con Paoloni e Corvia nel mirino delle indagini sul calcioscommesse) e ha fatto tutta la trafila nelle varie selezioni azzurre; centrocampista dal piede sinistro vellutato, in serie A ha giocato nell’Ascoli, nel Siena e nel Parma. In passato è stato accostato a diverse squadre (la Fiorentina e la Lazio su tutte) e anche alla nazionale di Cesare Prandelli che aveva mostrato interesse per le qualità del centrocampista, ma il lungo stop gli ha precluso ogni possibilità. Per il momento verrebbe da dire. In questa intervista concessa in esclusiva a ilsussidiario.net si racconta e racconta le sue ambizioni. Si trova bene in Emilia, terra del buon cibo e del vivere sereno. Anche se il calcio resta pur sempre una «parentesi» della sua vita, dal mondo del pallone ha appreso «spirito di adattamento, umiltà e voglia di arrivare», tre caratteristiche per affrontare la vita da protagonista.
Si avvicina il ritiro di Levico Terme (11-29 luglio). Che stagione ti aspetti da Daniele Galloppa?
Spero sia la mia migliore stagione. Il meglio deve ancora arrivare. Spero possa essere la stagione del rilancio visto che quest’anno sono stato frenato dall’infortunio.
Sei rimasto a Parma, quali sono le ambizioni?
E’ presto per dirlo, vedremo la rosa. L’obiettivo è quello di una salvezza tranquilla e, se possibile, di arrivare tra le prime dieci.
Il presidente Ghirardi non poteva essere certo contento di questa stagione al di sotto le aspettative, cosa non ha funzionato?
Il calcio è difficile. Hanno inciso gli infortuni e abbiamo pagato, entrando in confusione perché non arrivavano i risultati, la fase di assestamento con il nuovo tecnico.
Il 6 giugno 2009, due anni fa, l’esordio in nazionale contro l’Irlanda del Nord. La maglia azzurra resta un sogno nell’anno degli Europei?
Difficile. Per il momento ho realizzato il sogno di vestire la maglia azzurra. Per entrare nel giro devo fare un grande campionato.
Beh, ci sono pochi mancini nella rosa azzurra…
Sì, è vero, ma ci sono grandi centrocampisti.
Qual è l’allenatore che fin qui ti ha fatto crescere di più?
Può sembrare una fase fatta, ma credo si impari un po’ da tutti. Se devo fare un nome, dico Giampaolo a Siena: è un tecnico molto preparato.
Tutti gli addetti ai lavori tessono le lodi di Giampaolo, ma non sempre i risultati gli danno ragione…
Il tempo sarà galantuomo. E’ un allenatore che ha voglia di aggiornarsi e di migliorarsi.
Tu in cosa devi migliorare?
Dovrei calciare di più con il destro, cioè riuscire a utilizzare di più i due piedi. Dovrei anche essere più cattivo nella fase realizzativa: faccio un paio di gol all’anno, ma per un centrocampista sarebbe meglio farne 5/6.
Cosa ti ha dato il calcio?
Il calcio mi ha dato tanto. E’ una passione da condividere con i compagni. Nel calcio come nella vita servono spirito di adattamento, umiltà e voglia di arrivare: questi tre elementi sono indispensabili. Ogni anno si matura e si fa esperienza. Il calcio resta, comunque, una parentesi della vita. Sono un professionista serio che arriva prima all’allenamento ed esce dopo, ma quando sono a casa, preferisco staccare completamente: sono altre le priorità.
Nei momenti di difficoltà nella tua vita da calciatore, penso all’infortunio di quest’anno o ai momenti negativi, dove trovi la forza per rialzarti?
Nella famiglia e nei tifosi che mi hanno scritto dei messaggi per darmi la forza di reagire. Sono una persona positiva che guarda avanti, così ho voltato pagina.
Romano di Tor dè Cenci, sei cresciuto nella Roma, ti piacerebbe tornare a giocare nella tua città?
Roma è una grande piazza, non sarebbe male… Qualche anno fa ho scelto di percorrere un’altra strada per giocare con continuità. Oggi sono in una grande realtà come Parma dove si vive e si lavora bene, poi si vedrà .
Ultimo capitolo. Il calcio scommesse sembra coinvolgere anche alcuni tuoi ex compagni di squadra nelle giovanili della Roma (Corvia, Paoloni…). Cosa ti senti di dire?
Credo non sia il momento di fare la morale, oggi sarebbe troppo facile. Secondo me sono entrati in un gioco più grande di loro. Le accuse su Paoloni sono gravi, mentre su Daniele (Corvia, nda) non mi sembra vero. Sono ragazzi perbene.