Da anni si sente dire spesso: il calcio del futuro è quello africano. Un calcio ricco di forza fisica e talenti innati, che ha prodotto spesso dei giocatori di altissimo livello, ma che non è mai riuscito, a livello di Nazionali, ad imporsi definitivamente sul palcoscenico mondiale. Gli amanti del football made in Africa hanno però ancora negli occhi la fantastica impresa ai Mondiali 2010 del Ghana, che ha conquistato i quarti di finale, miglior risultato della storia delle Stelle Nere. Solo il Camerun nel ’90 e il Senegal nel 2002 arrivarono a tanto. In Italia il capofila dei calciatori africani è indiscutibilmente l’interista Samuel Eto’o, che guida un nugolo di ottimi colleghi, tra cui spiccano l’udinese Asamoah, il milanista Boateng (ghanese, ma di passaporto tedesco) e lo juventino Sissoko. Ad ingrossare l’elenco sono arrivati quest’anno il nigeriano Taiwo, preso dal Milan, il marocchino, naturalizzato olandese, El Kabir (Cagliari) e due nuove scommesse targate Udinese: l’ivoriano Doubai (Guidolin spera sia il nuovo Inler…) e Abdoul Sissoko, fratello minore del Momo bianconero. Per fare il punto sui nuovi talenti del calcio africano e per offrire dei “consigli per gli acquisti”, abbiamo chiesto il parere di un esperto come Leonardo Giusti, procuratore, tra gli altri, di Barusso e Hottor.



Giusti, tra i tanti gioielli africani in circolazione, quali consiglierebbe alle nostre squadre?

In questo momento, è molto difficile dare consigli. Oggi, se chiedi ad un calciatore africano di sbarcare in Italia, quello ti risponderà che preferirebbe andare in Francia o in Spagna. Sono campionati che in questo momento hanno maggiore attrattiva.



Motivazioni tecniche o economiche alla base di questa preferenza?

Direi entrambe. Tecnicamente il nostro calcio, purtroppo, non è più un palcoscenico di primissimo livello, e questo direi che accade già da qualche anno. E poi, come sempre, bisogna tenere conto anche dell’aspetto economico. Il calciatore africano, che magari in patria non guadagna tantissimo, può arrivare a percepire grosse cifre in Europa. Non tanto in Italia, come dicevo, quanto in altri campionati come quelli che ho nominato prima.

Lei, tra gli altri, assiste il centrocampista della Roma Ahmed Barusso. Ci può dire quale sarà il suo futuro?



In Italia c’è solo una possibilità. Si è fatta avanti una squadra ma non posso assolutamente rivelarne il nome. A lui, comunque, non piace molto l’idea di lasciare la Roma.

Nei giorni scorsi si era vociferato della possibilità di una rescissione contrattuale.

Questa è una decisione che spetta solo alla Roma. Vedremo se si andrà alla rescissione, altrimenti lui sta benissimo dov’è.

Non teme la concorrenza, visto che sarà piuttosto affollata (De Rossi, Pizarro, Perrotta…)?

No, assolutamente.

 

Nella sua scuderia, c’è inoltre il gioiellino del Milan Edmund Hottor. Resterà a Milanello o verrà girato in prestito altrove?

Hottor ha tutta la volontà di questo mondo di restare al Milan. Lui fa parte della grande “Famiglia Milan” ed è molto orgoglioso di questo. Credo che per quest’anno resterà in rossonero, l’anno prossimo ci sarà di sicuro qualche novità in merito.

 

Dopo i prestiti a Reggina e Partizan, dove andrà Adiyiah, altro talentino rossonero?

E’ un ragazzo che conosco molto bene, anche se non lo assisto direttamente io. Non so dove andrà, posso solo augurarmi che trovi una squadra che lo valorizzi per il talento che è.

 

Un nome su cui puntare ad occhi chiusi per il futuro?

Sicuramente Ashong, terzino sinistro, classe 1994, in forza alla Triestina. E’ un giocatore fantastico; arrivo a dire che in tutte le squadre italiane, nel suo ruolo, non c’è un talento così puro. E’ un acquisto che consiglio a tutti. Senza pensarci un attimo.

 

(Alessandro Basile)