Dal 27 agosto al 4 settembre si disputeranno a Daegu in Corea del Sud i Campionati Mondiali di atletica leggera, con Usain Bolt che potrebbe ancora mettere il sigillo su questa manifestazione. Mondiali che vedono la squadra azzurra, secondo Franco Bragagna – uno dei giornalisti più prestigiosi oltre che telecronista di questa manifestazione per la Rai – attraversare un momento delicato e difficile. Ecco quindi Bragagna in questa intervista in esclusiva per il sussidiario.net.
Saranno ancora i Mondiali di Bolt?
Potrebbe esserli, come non esserli. Bolt ha le possibilità di aggiudicarsi 100, 200, 4×100. Ma in effetti non è al livello di forma degli scorsi anni. Non credo quindi che sia in grado di stabilire nuovi record del mondo. Insomma un Bolt che deve dimostrare di aver superato tutte le incertezze degli ultimi tempi.
E di Lemaitre cosa pensa?
Se arriva in finale fa già grandi cose. E’ un buon velocista, ma non certo al livello dei migliori. Col tempo potrà tentare di competere con le stelle della velocità e magari arrivare – in qualche manifestazione – in zona medaglia, sfruttando anche qualche defaillance dei suoi avversari. Ma non è un numero uno.
Questi Mondiali sono una manifestazione dal grande ritorno economico, tanto è vero che dopo Mosca e Pechino Londra, Doha e Barcellona si contendono l’edizione del 2017.
Bisogna dire che dopo i Mondiali di calcio e le Olimpiadi è l’atletica che interessa il maggior numero di appassionati. Perché è uno sport globale, praticato e diffuso in tutto il mondo, uno sport che ha sempre tanta visibilità, con tanti milioni di telespettatori. Con questo si spiega il fatto che ci sono tanti investimenti per i Mondiali di atletica, che portano un grande ritorno economico. E così tante città competono tra loro per avere questa manifestazione. Ora è l’Asia un bacino di utenza importante, ed è giusto dare alla Corea del Sud l’organizzazione di questo evento.
Corea del sud quindi palcoscenico ideale dei Mondiali di atletica?
Direi di sì e non solo per questione di sponsor, che avrebbero appoggiato la candidatura di Daegu. In questa nazione c’è molto interesse per i Mondiali e si prevedono stadi pieni e tanto pubblico.
Torniamo al fatto squisitamente agonistico, se così si può dire, parlando di Semenya e Pistorius. Saranno anche i loro Mondiali?
Semenya non mi sembra al livello di due anni fa. Sul suo caso poi si sono scritte e dette tante cose… Pistorius, invece, è un esempio di come gli atleti disabili possano avere un loro spazio nello sport, anche nell’atletica. Ma è un atleta morfologicamente proprio speciale, da non paragonare per niente agli altri atleti che corrono con lui.
Potrebbe essere Rudisha l’altro grande protagonista di Daegu?
Potrebbe essere proprio lui, anche se certamente gli renderanno la vita difficile fin dalle batterie. Di certo ha qualità tecniche per essere un grande protagonista di questi Mondiali.
Blanka Vlasic nel salto in alto potrebbe essere un protagonista?
Non vedo grandi personaggi all’orizzonte in questo momento. Blanka Vlasic poi sta passando la stagione peggiore. Non credo possa arrivare in zona medaglia.
Nell’Italia svetta Antonietta Di Martino nel salto in alto. Le sue possibilità?
Antonietta Di Martino è la punta di diamante di una nazionale italiana non certo di grande livello tecnico. E’ sicuramente da medaglia, può anche vincere. Deve stare attenta alla russa Anna Chicherova, che quest’anno ha saltato 2,07 e può conquistare l’oro a Daegu.
Gli altri azzurri come li vede?
Alex Schwazer nella 20 km di marcia è da quinto – sesto posto. Come Giorgio Rubino, nella stessa specialità. Vizzoni da medaglia nel martello, Simona La Mantia potrebbe arrivare nei primi otto nel salto triplo. Elisa Rigaudo da quinto – sesto posto nella 20 km di marcia. Per Fabrizio Domato nel triplo bisognerà vedere quali saranno le sue condizioni di forma.
Quanto peserà invece l’assenza di Andrew Howe?
Si sentirà certamente, anche se Howe avrebbe optato per i 200 e non per il salto in lungo. Nei 200 al massimo poteva arrivare in finale e non potrebbe fare cose eccezionali, vista la concorrenza dei suoi avversari, anche in futuro. Nel salto in lungo, con 8,40 una misura alla sua portata, dopo Londra magari, sarebbe in grado di conquistare una medaglia.
L’Italia avrà di nuovo i Mondiali d’atletica?
Non credo. Penso invece che Roma sia la candidata favorita per ospitare i giochi olimpici del 2020. Nonostante l’immagine del nostro paese a livello politico sia molto compromessa infatti i nostri dirigenti sportivi hanno molta credibilità a livello internazionale.
Le altre candidate? Tokyo non potrebbe avere la compensazione dei giochi per il terremoto che ha investito il Giappone?
Col tempo anche questo avvenimento verrà abbastanza dimenticato. E poi i giurati che dovranno scegliere la città che ospitera le Olimpiadi del 2020 guarderanno a cose molto più pratiche, molto più concrete. C’è da aggiungere un altro fatto molto importante. Essendo stati assegnati i giochi olimpici invernali del 2018 alla Corea del Sud, sarebbe strano avere due Olimpiadi di seguito in Asia. E’la legge dell’alternanza geografica che vale molto nello sport. Istanbul invece non mi sembra ancora una candidata abbastanza forte. Ci vorranno ancora cinque – sei anni perché questo accada. Madrid ha molte incertezze in questo suo progetto olimpico. Per me quindi è Roma la favorita.
(Franco Vittadini)