Ci siamo. E’ sciopero. Sciopero dei calciatori. Qualcosa che non piacerà certo ai milioni di tifosi presenti in tutta Italia. Un evento mediatico, che sconvolgerà i programmi e le abitudini di tantissimi sportivi. Uno choc, potremmo dire, quasi esistenziale. Ma al di là di quello che possono provare i tifosi abbiamo cercato di comprendere le ragioni di questo sciopero, soprattutto in questa diatriba tra società e calciatori su chi avesse veramente più giustificazioni dalla sua parte. Lo abbiamo quindi chiesto a Mario Sconcerti, uno dei più autorevoli giornalisti e scrittori italiani, nonché commentatore delle pagine sportive de “Il Corriere della Sera” e opinionista di Sky. Eccolo quindi in questa intervista a ilsussidiario.net.
Sconcerti cosa pensa di questo sciopero?
Penso che i presidenti delle società di calcio abbiano sbagliato stavolta. Erano loro che dovevano pagare il contributo di solidarietà e non i giocatori. Anche se certo le questioni sollevate dall’Associazione italiana calciatori erano tante.
I tifosi però rimarranno delusi…
Mi sembra normale, visto che soprattutto l’attesa per la prima giornata di campionato è sempre notevole.
Si perderanno altre giornate di campionato?
Spero proprio di no. Ritengo comunque che potrebbe intervenire anche la stessa Federazione a quel punto con un preciso provvedimento disciplinare per tutelare lo svolgimento del campionato di calcio.
Qualcuno dirà che è la solita storia, i calciatori ricchi che fanno sciopero, soprattutto in un grave momento di crisi economica…
Credo che sia un diritto di tutti i lavoratori quello dello sciopero, sia ricchi che meno ricchi.
Potrebbe magari far male all’immagine dell’Italia, soprattutto proprio in un grave momento di crisi economica come questa…
In America il football ha scioperato e non è che là se là se la passino meglio di noi.
E a chi dice che questo potrebbe essere un cattivo esempio per i ragazzi che iniziano a fare questo sport cosa risponde?
No non credo che possa essere così importante.
Alla fine però questo sciopero potrebbe essere ricordato nel tempo.
Ritengo che col tempo non sarà preso come una cosa così eccezionale.
Una domanda invece sul gesto di Renzo Ulivieri che si è incatenato, attuando così una forma di protesta molto singolare. Qual è il suo giudizio?
Non sono d’accordo. Secondo me è stato un gesto certamente esagerato.
(Franco Vittadini)