E’ una partita incredibile fra due club che hanno fatto la storia del calcio. Stiamo parlando di Barcellona – Milan, in programma domani sera al Camp Nou. Una sfida quella del primo turno del girone di Champions League che non potrà vedere il ritorno di Zlatan Ibrahimovic contro la sua ex squadra. Zlatan è infortunato, come Gattuso e Robinho. Tre assenze pesanti per la formazione diretta da Massimiliano Allegri. Per parlare di questo match abbiamo sentito Demetrio Albertini, grande calciatore del Milan e della nazionale italiana. Con i rossoneri ha vinto fra l’altro 5 scudetti, 3 Champions League, 1 Coppa Intercontinentale. Con la Nazionale italiana ha conquistato il secondo posto ai Campionati del Mondo di calcio del 1994. Ha chiuso la sua carriera proprio al Barcellona nel 2005. Attualmente è vicepresidente della Federcalcio. Eccolo quindi in questa intervista in esclusiva a ilsussidiario.net.



Barcellona – Milan che partita, per chi tiferà?

Naturalmente tiferò Milan, per tutta la mia carriera disputata con la maglia rossonera. Poi penso che un successo, un risultato positivo farebbe bene a tutto il calcio italiano. Devo dire però che sono legato anche allo stesso Barcellona. Quanti ricordi,  come quel 4-0 della finale di Champions del 18 maggio 1994, quando Cruyff si disse sicuro di battere con facilità il Milan…Sì i proclami di Cruyff ci caricarono molto e così fummo noi a vincere 4-0.



Come si può fermare questa squadra a livello tattico?

Il Milan deve pensare a fermare il gioco del Barcellona, a non farsi imporre il gioco della squadra catalana, anche se questa sarà molto difficile. Deve cercare di avere quella personalità di squadra, quella identità decisiva per match importanti come questi.

E come si può fermare Messi?

No, partire con l’idea di fermare Messi è proprio una cosa sbagliata, può essere un’arma a doppio taglio che si può ritorcere contro il Milan.

Chi toglierebbe al Barcellona oltre a Messi, quali sono le fonti di ispirazione di questa squadra?

Sicuramente Xavi e Inesta sono giocatori eccezionali, che producono gioco, sono appunto le fonti di ispirazione del gioco catalano.



Ibrahimovic non giocherà. Dovrebbero esserci Pato e Cassano. Cosa cambierà per il Milan?

Credo che sarà importante la mentalità, l’atteggiamento con cui il Milan scenderà in campo. Con o senza Ibrahimovic fare risultato al Camp Nou  è possibile proprio con una grande prova di personalità di tutta la squadra.

Com’è vissuto il calcio in Spagna e in particolare a Barcellona?

E’ una festa, un’autentica festa. Il calcio in questa città come in tutta la Spagna  è vissuto così. Pochi episodi di violenza fuori dagli stadi e questa dimensione ludica dello sport vissuta nella maniera più intensa.

Più grande il Milan di Sacchi e Capello o più quello di Guardiola?

Sono grandi tutte e due il Milan di Sacchi e Capello e quello di Guardiola,. Diciamo che non si possono paragonare. Appartengono a epoche storiche del calcio differenti. Ora al top c’è il  Barca di Guardiola

Barcellona – Milan finale anticipata?

Staremo a vedere. Di solito in finale di Champions arrivano le squadre che si sono espresse meglio, quello che hanno fornito un gioco migliore. Per ora è troppo presto per dirlo.

Com’è l’atmosfera del Camp Nou?

Direi eccezionale, uno stadio veramente unico, irripetibile dove si gusta fino in fondo lo spettacolo del calcio.

Il modello della “Cantera”,  il settore giovanile del Barca è esportabile in Italia?

Si  parla troppo di questo modello a  sproposito. In realtà la bravura di questo club, del Barcellona, è quello di lavorare con costanza, sul settore giovanile, dandogli importanza, valorizzandolo fino in fondo. Proprio così facendo, come la società spagnola, si potrebbe arrivare a risultati importanti anche in Italia.

(Franco Vittadini)

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