Si chiude sul punteggio di 1-0 il match delle 12.30 tra Cagliari e Bologna, in rete al 16’ della ripresa Nainggolan con un bel destro dal limite che regala ai suoi i primi tre punti al nuovo stadio di Quartu.
ottiene la sufficienza per il bel gol di Nainggolan e per quanto espresso a sprazzi dal Cagliari nel secondo tempo. Per il resto, una partita decisamente mediocre, noiosa, e gran parte del merito va ai due allenatori, che schierano due moduli speculari, entrambi col trequartista che deve impedire al regista avversario di costruire gioco. Ed è proprio quello che ottengono: assoluta mancanza di gioco.
pessima prestazione nel primo tempo, buona reazione nella ripresa, che permette di ottenere un vantaggio poi confermato e dunque meritato. Inoltre, da ricordare che il Cagliari da otto giornate non ha mai giocato, di fatto, una partita in casa, ma è come se avesse giocato metà trasferte e metà in campo neutro. Ci si augura che il nuovo stadio di Quartu possa ospitare i tifosi cagliaritani e restituire alla squadra quattro mura domestiche entro le quali sentirsi forti dell’appoggio del proprio pubblico, e quindi di quella marcia in più che può spingere la squadra oltre il suo stesso limite.
la qualità del gioco prodotta è pari a zero, il che è grave considerando che a livello di singoli interpreti la qualità degli uomini di Pioli è superiore a quella degli avversari. Unica occasione un gol fantasma di Gilardino nel primo tempo, dietro il quale non si può nascondere però una prestazione ampiamente insufficiente e da dimenticare in fretta per voltare pagina.
una partita non difficile da gestire, tira fuori il giallo soltanto tre volte, e in ciascuna delle tre occasioni era la cosa giusta da fare. Unico episodio complicato il gol fantasma di Gilardino, rispetto al quale, dal momento che diversi replay non hanno dato la certezza assoluta che la palla avesse superato per intero la linea di porta, non si può certo dire che l’arbitro abbia preso la decisione sbagliata. Il beneficio del dubbio permane, anche guardando il replay. Nel dubbio, si lascia giocare.



Agazzi, 6,5: chiamato in causa un paio di volte, in entrambe le occasioni risponde presente. Anche la fortuna lo assiste, e fa sì che si ritrovi il pallone tra le mani dopo che, su colpo di testa di Gilardino, ha colpito il palo ed ha rimbalzato sulla linea di porta. Ma un po’ di fortuna non guasta di certo.
Pisano, 6: a parte il taglio di capelli improbabile, che non raggiunge la sufficienza, la prestazione sul campo è buona, soprattutto in fase di spinta, in un modulo in cui sono proprio i terzini a dover percorrere la fascia fino in fondo a mettere i cross in mezzo.
Ariaudo, 5: le poche volte che il Bologna si affaccia in avanti, soprattutto su calci piazzati dalla trequarti, perde costantemente l’uomo in marcatura, esponendo la propria porta a pericoli sventati per questione di centimetri.
Astori, 5,5: non molto meglio del compagno di reparto, amnesie soprattutto in fase di marcatura, in particolare in occasione dell’episodio del gol fantasma di Gilardino, dimenticato proprio da Astori nel curoe dell’area di rigore.
Avelar, 6,5: buona prestazione del giovane terzino, grande corsa su e giù sulla fascia sinistra e discreta lucidità nel momento dell’ultimo passaggio.
Dessena, 6: grande grinta, come sempre. Sbaglia qualche passaggio elementare, errori forse dovuti a un calo di condizione nel finale. Proprio nel finale avrebbe l’occasione di chiudere i conti sul 2-0, ma all’ultimo momento il suo destro a botta sicura viene chiuso da un’ottima scivolata di Cherubin.
Conti, 6,5: è il vero faro del centrocampo sardo, mette insieme la qualità evidentemente ereditata dal padre alla quantità di un onesto mediano di contenimento. Ottima combinazione, anche quest’oggi fondamentale per gli equilibri tra i reparti.



Ekdal, 7: il migliore in campo. Rispetto alla giovane promessa sempre rimasta un talento inespresso del nostro calcio, a Cagliari lo svedese sembra aver acquistato una maggiore maturità, che gli ha permesso di trovare una collocazione efficace sul campo, una sorte di incursore alla Marchisio. Infatti, il gol di Nainggolan deriva da una percussione per vie centrali dello stesso Ekdal, che si infrange contro un difensore dopo averne saltati un paio. 
Nainggolan, 7: è l’autore del gol che decide l’incontro, un bel destro a giro dal limite dell’area che si infila sotto l’incrocio dei pali senza dar scampo ad Agliardi. Oltre al gol, grande pressing su Pazienza, chiave tattica del match: trequartista che impedisce al regista basso di far gioco. Risultato: qualità del gioco espressa pari a zero, partita decisa da episodi e in fondo da chi ha avuto più grinta nel cercare la vittoria. 
Thiago Ribeiro, dal 40’ s.t., s.v. 
Nenè, 4: assolutamente inesistente. Visto il vastissimo parco attaccanti di cui dispone il Cagliari, avrebbe dovuto essere sostituito prima del 23’ della ripresa. 
Sau, dal 23’ s.t., 5: il suo ingresso non aggiunge nulla al gioco dei suoi. Non è facile dover dimostrare il proprio valore ogni volta in sprazzi di partite, tuttavia deve fare qualcosa di più per conquistarsi tempi di gioco più lunghi. 
Ibarbo, 6: si muove moltissimo, la prende sempre di testa e riesce a tenere la palla molto bene facendo salire la squadra. Gli manca però quello spunto da goleador negli ultimi metri, considerando soprattutto i mezzi tecnici di cui dispone. Ancora troppo poco per essere definito un grande attaccante. 
Larrivey, dal 30’ s.t., s.v. 
Pulga, 6: schierando Nainggolan su Pazienza ottiene quello che vuole ma ammazza la partita, visto che anche il suo collega ha fatto la stessa mossa. Tuttavia, i tre punti portati a casa gli danno ragione. Ritarda forse un po’ troppo la sostituzione di uno spento Nenè, concedendo ancora pochi minuti al giovane beniamino dei tifosi Marco Sau. 



Agliardi, 5,5: incolpevole sul gol di Nainggolan, per il resto chiamato in causa pochissimo. 
Garics, 6,5: buona prestazione in fase di spinta, soprattutto nel primo tempo riesce ad arrivare al cross con continuità servendo palloni invitanti ai compagni. Suo l’assist a Gilardino in occasione del gol fantasma. 
Antonsson, 6: gioca una partita discreta, annulla Nenè e non si fa mai trovare fuori posizione. Sfortunato in occasione del gol di Nainggolan, poiché di fatto l’assist al belga lo ha confezionato lui stesso, dopo un rimpallo fortuito con Ekdal. 
Cherubin, 6,5: ottima prestazione del centrale, che con esperienza riesce contenere il ben più giovane e il più esplosivo Ibarbo: non una volta viene bruciato in velocità, facendo valere il fisico e l’astuzia contro i grandi mezzi atletici dell’avversario. Nel finale evita anche il raddoppio del Cagliari, immolandosi in scivolata su conclusione a botta sicura di Dessena. 
Morleo, 6,5: come Garics dall’altra parte, spinge tantissimo e mette in mezzo diversi traversoni interessanti. Nel secondo tempo il fiato viene meno ed è costretto a chiedere il cambio. 
Abero, dal 30’ s.t., s.v. 
Konè, 4: non pervenuto, pessima prestazione, uno dei peggiori di quest’oggi. 

Pulzetti, dal 36’ s.t., s.v. 
Pazienza, 5: completamente annullato da Nainggolan, non riesce a impostare una singola manovra. Non in grado di esprimersi se marcato a uomo, cosa in cui bisogna migliorare se si intende crescere. 
Guarente, 5: dopo un discreto inizio, con diversi palloni recuperati e un paio d’inserimenti coi tempi giusti, si spegne completamente e sparisce dal gioco. 
Gabbiadini, dal 19’ s.t., 6,5: stava per firmare la rete del pareggio, ma un salvataggio sulla linea di Avelar gli nega la gioia del gol. Buon impatto sulla gara, si sta conquistando pian piano un impiego sempre maggiore. 
Taider, 6: ha il compito di annullare Conti, ma gli riesce soltanto in parte. Nel primo tempo non dà tregua al capitano avversario, ma nella ripresa si spegne, e non è più grado di tenere testa ai centrocampisti del Cagliari. 
Diamanti, 6: ottiene la sufficienza per un paio di calci piazzati pericolosi e un tiro da posizione defilatissima che se fosse entrato sarebbe stato un euro gol. Al di fuori di questo, però, nulla. Troppo poco per un giocatore così nettamente superire dal punto di visto tecnico agli altri 21 sul terreno di gioco. 
Gilardino, 6: tocca pochissimi palloni, e uno di quei pochi per poco non lo insacca. Solo il palo e la dea bendata gli negano l’ennesimo gol in campionato. 
Pioli, 5: non schiera Diamanti nella sua posizione di trequartista perché vuole un giocatore come Taider che annulli il regista avversario. In poche parole, prima che a costruire gioco ha pensato di distruggere quello avversario. Risultato: nessuna delle due squadre ha costruito gioco. Se l’avesse messa sulla qualità del gioco prodotto, probabilmente il Bologna sarebbe prevalso sul Cagliari. Ma così non è stato, e non poche responsabilità vanno, stavolta, al mister. 
 

(Pietro Macchiarella)