Senza alcun dubbio, la nona giornata è stata la peggiore di questo campionato in quanto ad errori arbitrali. Nell’occhio del ciclone l’arbitro Gervasoni e suoi assistenti – in primis il guardalinee Maggiani – per quanto è successo in Catania-Juventus (clicca qui per leggere le pagelle, qui per il video), soprattutto l’annullamento del gol di Bergessio dopo lunghe discussioni, e forse le pressioni della panchina bianconera, senza dimenticare che il gol di Vidal è stato viziato da un fuorigioco di Bendtner (sia pure per poco). Ma tante altre partite ci hanno ‘regalato’ episodi dubbi: in particolare la Lazio si è lamentata molto per quanto successo nella partita contro la Fiorentina e diretta dall’arbitro Bergonzi (clicca qui per le pagelle, qui per il video). Il gol annullato a Mauri, quello concesso a Ljajic, il fallo di mano di Cuadrado e l’espulsione di Ledesma sono materia di discussione. Poi ci sono gli episodi dubbi in Roma-Udinese (possibile fuorigioco sul secondo gol dei friulani e poi il rigore del sorpasso), Napoli-Chievo (il rigore non dato a Pellissier), Torino-Parma (l’espulsione di Sansone), Milan-Genoa (fuorigioco di Abate che crossa per il gol di El Shaarawy). Per analizzare questa giornata davvero complicata, abbiamo posto alcune domande all’ex arbitro e moviolista Gianluca Paparesta. Intervista esclusiva per IlSussidiario.net.



Paparesta, come mai così tanti errori nella giornata appena trascorsa? In generale, le partite di questa giornata hanno messo in luce le difficoltà nel sistema di collaborazione tra i sei arbitri, a differenza di quanto succede in Champions League.

Di certo la collaborazione non ha funzionato sul gol di Bergessio: lei come valuta questo episodio? La vicenda è abbastanza chiara: l’assistente e l’arbitro avevano concesso il gol, ma ci sono state delle proteste che hanno portato a coinvolgere nella decisione anche l’arbitro addizionale Rizzoli, di cui si sta parlando il meno possibile, anche da parte dei vertici arbitrali che hanno dato tutta la colpa al guardalinee Maggiani, ma che secondo me ha avuto una grossa parte di responsabilità.



Perché? Forse per la sua esperienza e il suo ruolo e carisma da arbitro internazionale, si sente in dovere di fare da “chioccia” all’arbitro, come era già avvenuto in altre occasioni. Ieri siamo arrivati all’eccesso, visto che il fuorigioco non è argomento di competenza dei giudici di porta. E l’arbitro Gervasoni ha probabilmente subito questa influenza, finendo per annullare un gol regolarissimo.

Poi c’è stato il gol di Vidal, che come altri rientra nell’elenco dei fuorigioco dubbi…

Sulle interpretazioni dei fuorigioco si potrebbe discutere a lungo. E’ chiaro che non si può pretendere dall’occhio umano che riesca a cogliere ogni volta quello che poi le immagini illustrano con chiarezza. Però c’è un problema con le interpretazioni: il metro di giudizio non è sempre lo stesso, anche se le indicazioni di far giocare in caso di dubbio sono chiarissime. Purtroppo nella giornata è successo di tutto anche da questo punto di vista: il gol della Juventus, quello annullato alla Lazio, il gol del Milan sabato sera, il secondo dell’Udinese… Tutti episodi difficili da valutare, e gli errori sono comprensibili: ma serve più chiarezza.



La Lazio non si è lamentata solo per il gol annullato: come giudica l’operato di Bergonzi? Emblematica è la prima ammonizione di Ledesma, per un fallo di mano molto dubbio visto che è scaturito da un rimpallo. Comunque, Bergonzi aveva fischiato la punizione, ma il gioco stava già ripartendo quando l’arbitro parla con un collaboratore, che lo induce ad ammonire Ledesma. Il risultato è che gli arbitri non sono più autorevoli, sono in balia degli assistenti, ognuno dei quali si sente autorizzato a dire la sua su ogni situazione. Poi c’è da dire che il guardalinee che ha fatto annullare il gol di Mauri è lo stesso che nel primo tempo non aveva considerato attiva la posizione di Jovetic sul gol di Ljajic: ennesima prova che manca l’uniformità.

Altre polemiche ci sono state in Roma-Udinese… Qui l’arbitro era Massa, che già in altre occasioni si era dimostrato restio a intervenire sui calci di rigore, vedi Inter-Catania, dove era lui il giudice di porta che doveva intervenire. Ieri è successa la stessa cosa, e ad agire è stato l’arbitro addizionale Cervellera. Ma il problema è nel sistema: Giacomelli era l’arbitro di porta che non vide il rigore per la Fiorentina domenica scorsa con il Chievo, ed è stato premiato facendogli arbitrare Torino-Parma, dove sbaglia sull’episodio di Sansone, e la stessa cosa è successa con Massa.

Al Chievo manca un rigore per il fallo di Campagnaro su Pellissier? Sì, nessuno ha visto questo evidente fallo: soprattutto l’assistente aveva campo libero per vederlo. Ma il problema di fondo è la confusione di ruoli: per ora si deve parlare di fallimento di questo progetto, almeno a livello italiano. Non è possibile che in Catania-Juventus i due arbitri addizionali siano l’internazionale Rizzoli e Giancola, che arriva dalla serie B: il loro ‘peso’ sulla partita e sulle decisioni dell’arbitro è molto diverso.

 

(Mauro Mantegazza)