Questa sera alle ore 18 scende in campo l’Udinese di Francesco Guidolin, per la quinta e penultima giornata del gruppo A dell’Europa League. Avversario di turno l’Anzhi Makhachkala di Guus Hiddink e Samuel Eto’o, una delle forze emergenti del calcio dell’est. In questo momento la squadra del Daghestan è prima nel girone con 7 punti, seguita da Liverpool e Young Boys a quota 6, e dall’Udinese che chiude a 4 punti. Per quanto l’impegno si prospetti insidioso è chiaro come per l’Udinese i giochi siano ancora aperti, perlomeno a livello matematico: con una vittoria i friulani aggancerebbero proprio l’Anzhi rimandando ogni discorso all’ultima giornata. L’Udinese è reduce dal pareggio interno contro il Parma, mentre l’Aznhi Makhachkala ha pareggiato gli ultimi due incontri di Russian Premier League, a Mosca con la Lokomotiv (1-1) e in casa col Rostov (0-0). All’andata l’Udinese dimostrò di potersela giocare alla pari con l’Anzhi, ma raccolse solo un pareggio in extremis grazie al solito Di Natale, che replicò al gol dell’attaccante Lacina Traorè, favorito da un incertezza del portiere Padelli. Per parlare di Anzhi Makhachkala-Udinese ilsussidiario.net ha intervistato in esclusiva Pasquale Marino, ex allenatore dei bianconeri dal 2007 al 2009 e poi nel 2010. Come Guidolin anche Marino portò l’Udinese in Coppa UEFA, nella stagione 2008-2009, passando anch’egli in Russia (giocò contro lo Spartak) e fermandosi solo ai quarti di finale, contro il Werder Brema. Ecco le impressioni del mister:



Crede che l’Udinese possa ancora riuscire a qualificarsi nel gruppo A di Europa League? Sì, le speranze sono ancora buone. Però è chiaro che bisogna battere l’Anzhi per tenerle vive.

Ultimamente sembra che l’Udinese stia pagando in campionato le energie disperse in coppa: questa squadra può reggere il doppio impegno, come fece la sua nel 2008-2009? Bisogna dire che purtroppo quest’anno l’Udinese ha subito qualche infortunio in più, che la sta penalizzando a livello di gestione delle forze. Giocando due volte a settimana bisogna cambiare il lavoro fisico, in particolare bisogna insistere meno sull’aspetto fisico che può diminuire le energie dei giocatori, appesantendoli ed abbassando la qualità del gioco. Anche noi pagammo un buon avvio stagionale con un crollo successivo: dopo i primi infortuni giocavano sempre gli stessi, ed è uno scotto che si paga. Ma con l’organico al completo questa Udinese può competere sui due fronti.



Anche lei ebbe modo di partecipare alla sua “campagna di Russia”… Sì, siamo stati a Mosca contro lo Spartak, andando a vincere nel girone e poi anche a Pietroburgo con lo Zenit, perdendo 1-0 da loro ma passando dopo il successo per 2-0 in casa.

Si dice sempre che andare a giocare all’est sia difficile soprattutto dal punto di vista ambientale: a livello tecnico invece com’è il confronto con squadre come l’Anzhi? In Russia stanno lavorando bene dal punto di vista tecnico perché sono meglio attrezzati, come dimostra lo stesso Zenit che adesso gioca in Champions e compra giocatori di prima fascia. I club russi stanno bene economicamente, e anche per questo il sistema intero è in crescita e non può più essere sottovalutato.



Per quello che ricorda è vero che dal punto di vista ambientale è più difficile giocare nei paesi dell’est rispetto ad altre parti? Nel 2008 noi ci andammo ai primi di novembre, e c’erano meno due-tre gradi. Certo faceva freddo, ma non era impossibile giocare. Infatti facemmo una bella partita e vincemmo. A dirla tutta quell’anno soffrimmo più il freddo della Polonia, quando affrontammo il Lech Poznan di Lewandowski, che adesso gioca nel Borussia Dortmund.

Ebbe modo di accorgersi del talento di Lewandowski in quell’occasione? Sì e non solo io. Il giocatore non era passato inosservato, tanto che l’Udinese all’epoca gli mise gli occhi addosso, ma poi non se ne fece niente.

Essendo una partita da vincere, Giudolin potrebbe aggiungere un trequartista in più dietro Di Natale, proponendo un 3-4-2-1? Questo lo sa Guidolin meglio di tutti, però non è detto che con più giocatori offensivi aumentino le possibilità di vincere. Una squadra deve avere degli equilibri e l’Udinese ha i suoi: se giocherà con una punta non significa che si metterà sulla difensiva. I centrocampisti e gli esterni di centrocampo saranno importanti in fase di spinta.

Dietro Di Natale dovrebbe trovare spazio Diego Fabbrini: lo ritene pronto per una partita del genere?

Lui ha delle qualità importanti dal punto vista tecnico, se gli danno questa responsabilità significa che sta facendo bene. Può essere importante per la fantasia che sa dare all’azione, anche perché Maicosuel è fuori dalla lista UEFA quindi mi sembra la soluzione più logica.

Nell’Anzhi Samuel Eto’o è la minaccia principale: come marcarlo, a uomo o a zona? Marcare a zona non significa lasciare liberi gli attaccanti: credo che ogni difensore stringerà la marcatura su Eto’o nella propria zona, in base a dove si sposterà l’attaccante. Marcando a uomo si rischia di lasciare qualche buco in zona difensiva, che potrebbe favorire gli inserimenti di altri giocatori. Contro una squadra come l’Anzhi la marcatura a zona mi sembra più “comoda”.

Mister, negli ultimi giorno si era parlato della possibilità che andasse ad allenare il Pescara: era vero? Negli ultimi giorni non ho sentito nessuno del Pescara. Spero ci sia qualche possibilità di tornare in panchina, non so se a breve termine però qualcosa comincia a muoversi, per adesso non aggiungo altro.

 

(Carlo Necchi)

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