L’avventura di Mauro Pederzoli è iniziata. Il direttore sportivo dopo la sua ultima parentesi al Novara ha incominciato a girare il Paraguay alla scoperta di nuovi talenti. Terra dalla profonda immigrazioni, consistente anche la presenza nel tempo di famiglie italiane, il Paraguay ha bisogno di strutture e, soprattutto di organizzazione. Il bresciano Pederzoli riparte come manager o gerente come si dice in Paraguay delle squadre giovanili del Cerro Porteno, squadra ambiziosa reduce anche dalla conquista del titolo nello scorso campionato di apertura. Nel Cerro Porteno giocano anche due vecchie conoscenze del calcio italiano: il difensore Mareco (ex Brescia e Verona) e il portiere Diego Barreto, fratello di quell’Edgar Barreto che è stato alla Reggina e all’Atalanta e oggi al Palermo. La tifoseria “cerrista” di stampo popolare è molto calda e annovera, tra i suoi tifosi, anche il presidente della Repubblica Federico Franco. Nel curriculum di Pederzoli ci sono il Brescia (2000-2003), il Cagliari, il Liverpool (come osservatore), il Torino, il Milan e il Novara. A Brescia ha potuto conoscere da vicino Roberto Baggio allenato da un certo Carletto Mazzone. Pederzoli, conoscitore di calcio e di talenti, sente tutto l’entusiasmo di una nazione molto orgogliosa, spesso schiacciata anche a livello sportivo fra i due giganti Brasile e Argentina. “Sappiamo che il Paraguay – ha dichiarato Mauro Pederzoli al quotidiano paraguayano Abc Color – è un Paese che vive di calcio e che ha grandi valori. Quello che cerchiamo di fare è di dare un’opportunità ai giovani di emergere”. Oggi come oggi i calciatori più promettenti escono e tentano, ancora adolescenti, l’avventura in Argentina o in Brasile come lo stesso Piris, laterale della Roma di Zeman. Molti oggi militano in Europa: dal più noto Claudio Pizarro (tornato di recente al Bayern Monaco) a Haedo Valdez (esploso in Germania a 18 anni, attaccante del Valencia), da Cardoso (Benfica) a Estigarribia della Samp. Il personaggio più famoso è stato senza dubbio il portiere goleador Chilavert, che ha lasciato il mondo calcio e si è buttato nell’edilizia. Se l’Albiroja, la nazionale, sta andando male nelle qualificazioni ai Mondiali brasiliani, non va dimenticato che nel 2010 ha raggiunto i quarti di finale ai Mondiali, eliminata solo dalla Spagna poi campione del mondo. C’è stata anche una parentesi italiana con Cesare Maldini che nel 2002 portò il Paraguay fino agli ottavi, sconfitto poi dalla Germania. La gestione Maldini non è ricordata come una delle migliori, se non altro per l’atteggiamento tattico troppo difensivo e soprattutto per la sua fuga l’indomani della rassegna iridata. Nel 2011, invece, ha perso la finale della Coppa America contro i cugini dell’Uruguay. 



Pur essendo uno stato piccolo (poco più di sei milioni di abitanti) mastica e produce calcio con gli stadi pieni e i bar presi d’assalto per vedere le partite, anche dei campionati esteri; certo mancano le strutture visto che è la seconda nazione più povera del continente americano dopo Haiti. Per chi non lo sapesse il legame con l’Italia è dato anche dalla presenza curiosa ad Asunciòn di uno stadio intitolato a Roberto Bettega, che contribuì direttamente alla costruzione dell’impianto dove gioca il Tacuary. La presenza di Pederzoli è una garanzia per il Paraguay: le nuove stelle avranno più luce per farsi notare anche in Europa e per far brillare il proprio Paese.

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