Il torneo di Viareggio è sempre più vicino ai suoi verdetti finali: si sono appena disputati i quarti di finale, che hanno visto in lizza alcune delle grandi squadre favorite fin dalla vigilia (Juventus, Fiorentina, Lazio, Roma), due squadre comunque di ottimo livello come Torino e Parma, la “favola” Rappresentativa di Serie D e il Club Guaranì a rappresentare il calcio straniero. Un torneo sempre molto interessante, anche se molti addetti ai lavori notano come il business abbia preso troppo il sopravvento e la partecipazione straniera non sia più di grandissima qualità. Per commentare il torneo e la situazione del calcio giovanile italiano abbiamo sentito Mario Donatelli, responsabile del settore giovanile del Genoa, ottima protagonista nella fase a gironi ma poi eliminata dal Torino agli ottavi di finale. Intervista esclusiva per IlSussidiario.net.



Donatelli, cominciamo dunque dal Genoa: come valuta il torneo dei rossoblu?

Io sono soddisfatto da quello che abbiamo fatto al Viareggio. Il girone è stato davvero ottimo, con tre vittorie su tre partite (spicca il clamoroso 9-0 al L.I.A.C. New York ndR), e anche agli ottavi abbiamo disputato una buona partita, probabilmente superiore al Torino sul piano del gioco. Purtroppo gli episodi ci hanno condannato: un gol su punizione dopo pochi minuti, poi nella ripresa ci sono state l’espulsione e il calcio di rigore. Non contesto l’arbitro, che secondo me ha arbitrato bene, ma sono stati questi episodi a decidere la partita.



Molti commentatori ritengono in calo la qualità del torneo negli ultimi anni: lei cosa ne pensa?

Purtroppo il business e gli interessi politico-economici hanno avuto il sopravvento sulla qualità tecnica, in particolare delle squadre straniere.

Quarantotto formazioni partecipanti sono troppe?

No, o almeno non necessariamente. Il punto è che è calata la qualità globale.

Cosa pensa delle partite rimaste?

Le squadre rimaste in corsa ormai sono tutte molto forti, quindi si preannunciano delle partite molto equilibrate, che probabilmente saranno decise da episodi, anche oltre il 90′ (basti pensare che agli ottavi cinque partite sono andate ai rigori ndR): difficile fare pronostici.



Ancora una volta ha fatto benissimo la Rappresentativa di Serie D: anche tra i dilettanti ci sono giovani molto interessanti?

Sicuramente la Rappresentativa di Serie D è una bellissima realtà, che attira la simpatia di tutti. Anzi, dato che il Genoa ormai è fuori, mi sarebbe piaciuto se fossero stati proprio loro a vincere il torneo. In serie D ci sono molti giovani interessanti, magari in prestito da squadre di categorie superiori, e per loro è un’esperienza molto formativa.

Quest’anno sembra che ci sia più attenzione per i giovani, anche tra le grandi di serie A: può essere il segno di una inversione di tendenza?

Io naturalmente cito con piacere Marchiori e Sampirisi, i due giovani che abbiamo lanciato noi quest’anno in serie A. Il massimo campionato ha costi molto pesanti, la difficile situazione economica potrebbe aiutare le società a decidersi ed osare a lanciare in prima squadra i giovani, e non solo per “passarelle dimostrative” nei minuti finali, ma con una certa stabilità. Mi auguro proprio che ci sia un’inversione di tendenza nella mentalità del calcio italiano.

 

(Mauro Mantegazza)