Un compleanno speciale, per uno dei più grandi giocatori che l’Italia abbia mai avuto. Oggi Roberto Baggio compie infatti 45 anni. Il Divin Codino ha fatto grandi cose, ha rischiato di farci vincere un Mondiale nel 1994 con le sue giocate e invenzioni. Giocatore sopraffino, dotato di una tecnica eccelsa e grande senso del gol. Forse poco compreso dal calcio italiano, vista la lunga trafila di squadre in cui ha giocato, che non gli hanno dato probabilmente la giusta fiducia. Ha comunque vestito la maglia delle tre big Juventus, Milan, Inter, cosa poco facile in questo calcio. Roberto Baggio resta soprattutto patrimonio degli amanti del calcio: 56 presenze e 27 gol in Nazionale, Pallone d’oro nel 1993, con 318 gol è il terzo realizzatore italiano tra reti segnate in squadre di club e Nazionale dietro a Silvio Piola con 364 e Giuseppe Meazza con 338. Attualmente è Presidente del Settore tecnico della FIGC. Abbiamo chiesto un parere sul Divin Codino a Carlo Mazzone, che l’ha avuto al Brescia dal 2000 al 2003. Eccolo in questa intervista in esclusiva a ilsussidiario.net.
Lei ha avuto Roberto Baggio a Brescia, come è nato l’arrivo del campione nel club lombardo?
E’ nato tutto attraverso un amico comune che ora non c’è più, purtroppo, Cesare Medori. Avevo sentito che Baggio voleva trasferirsi alla Reggina: allora decisi di chiamarlo, gli dissi che per lui era certamente meglio trasferirsi in un club più vicino a casa sua (Baggio è di Caldogno, in provincia di Vicenza ndR). Lui ammise che c’era questa trattativa. Io lo convinsi. Poi parlai col presidente del Brescia Corioni e grazie anche al suo sostegno decisivo, Baggio venne a giocare da noi.
Si dice che Baggio avesse posto come clausola nel suo contratto quella di giocare a Brescia solo fino a quando ci sarebbe stato Mazzone…
Questo non lo so. L’unica cosa certa è che furono anni fantastici, in cui oltre ad allenare un grande giocatore, conobbi una persona eccezionale, riservato, grande anche fuori dal campo.
Cosa pensa di Baggio dal punto di vista tecnico, era più un fantasista o una punta?
Poteva giocare in qualsiasi ruolo d’attacco. Riusciva a fare grandi cose nonostante un problema a un ginocchio che gli dava tanto fastidio: magari l’avessi avuto prima! Non capisco poi l’atteggiamento che il calcio italiano ha avuto nei suoi confronti. E’ stato messo in disparte, trascurato ingiustamente.
Nella sua carriera ha allenato grandi giocatori, come Baggio o lo stesso Totti che proprio lei ha lanciato…
Si, ho rigenerato – se così si può dire – giocatori come Baggio, anche se non aveva certo bisogno, o Signori, che hanno vissuto un’ultima parte importante della loro carriera. E’ stata una grande soddisfazione per me aver allenato un giocatore come Baggio.
Le faccio una domanda irriverente. Meglio lui o Rivera, o lo stesso Totti?
No, non fatemi rispondere su domande del genere. Sono tutti grandissimi giocatori.
Baggio quindi fuoriclasse del calcio?
Un giocatore che col pallone sapeva fare veramente di tutto. Eccezionale, straordinario.
(Franco Vittadini)