Un grande torneo per i campioni del futuro. La sessantaquattresima edizione della “Coppa Carnevale” mette in luce alcuni dei migliori giovani calciatori del mondo. Ormai è una manifestazione entrata nella storia del calcio giovanile, che accende l’attenzione degli addetti ai lavori, dei club che vogliono investire sui campioni del futuro e di quei tifosi che amano il football a tutti i livelli. Il Torneo di Viareggio si sta dimostrando sempre più il miglior torneo di calcio giovanile del mondo, un’ottima vetrina per giovani talenti, chiamati ad esprimersi in diversi stadi della Toscana e delle regioni vicine nella speranza d’iniziare una carriera straordinaria. Per parlarne abbiamo interpellato uno dei più famosi talent scout del calcio giovanile, Mino Favini, responsabile del settore giovanile dell’Atalanta. Ecco le sue opinioni nell’intervista in esclusiva a ilsussidiario.net.



Quali ritiene possano essere le favorite di questo Torneo di Viareggio?

Direi le solite, Milan, Inter, Juventus, Roma. Non posso dare un giudizio sulle squadre straniere non conoscendole profondamente.

L’Atalanta ha esordito con una vittoria: i bergamaschi hanno già ipotecato la qualificazione?

Sicuramente quella contro i brasiliani è stata una vittoria importante. Ora speriamo di confermarci contro la formazione del Qatar dell’Aspire per ottenere la qualificazione.



Ci sono giocatori nella “sua” Atalanta pronti per serie A o serie B?

Non penso che ci siano giocatori già in grado di poter giocare in prima squadra. Anzi, uno c’è ed è Nadir Minotti, (centrocampista del ’92, ndr) che ha già esordito in serie A con l’Atalanta: lui è pronto, per gli altri bisognerà aspettare.

Più in generale, ci sono in questo torneo dei calciatori cui già si può pronosticare un grande futuro?

No, non penso che si possa già parlare del futuro di questi ragazzi. E’ ancora troppo presto per poter dare un giudizio sulla loro carriera.

Qual è il fascino di questo torneo?



Certamente è un grande torneo, di notevole importanza, con molte squadre di grande tradizione. Sarebbe ancora più bello se fossero state presenti le formazioni spagnole, quelle francesi e quelle inglesi.

Secondo lei perché si investe così poco nei settori giovanili italiani?

Non è un grande momento. Si va a cicli e questo non è certamente un ciclo fantastico per il nostro calcio giovanile.

Qual è il segreto della “cantera”, il vivaio del Barcellona che continua a sfornare grandi talenti? 

Il Barcellona investe sui giovani in maniera oculata. Privilegia l’aspetto tecnico, giudica i ragazzi sotto questo profilo. Poi ovviamente si spera di formare anche il fisico per completare il tutto. E aspettano il tempo necessario perché la carriera di questi ragazzi vada nella direzione giusta.

Come si costruisce un campioncino del futuro?

Come ho sempre sostenuto, bisogna anzitutto affinare le qualità tecniche dei giovani giocatori e poi lavorare su quello, sperando che il fisico completi quest’opera.

Come giudica il progetto della Roma, imperniato su molti giovani giocatori?

La Roma si sta muovendo bene in questo senso già da tempo, hanno iniziato a coltivare i giovani da prima di Luis Enrique. E’uno dei club che stanno lavorando meglio sui giovani… va dato tanto merito a questa società.

Cosa pensa di Jacopo Sala, cresciuto nell’Atalanta ed appena emerso nell’Amburgo?

Tanti giornalisti mi hanno cercato per chiedermi un parere sulla sua prova e sul suo gol con l’Amburgo nella partita contro il Bayern Monaco. Non può che farmi piacere tutto questo, che un giocatore nato nel vivaio dell’Atalanta abbia raggiunto questi livelli. Prima il Chelsea e ora l’Amburgo: farà una carriera importante, anche se pensavo esplodesse già prima, pur essendo del 1991. Comunque, è una bella soddisfazione.

 

(Franco Vittadini)