È stato, purtroppo, l’evento centrale del fine settimana calcistico. Scioccante, imprevista ed assurda, la morte di Piermario Morosini ha scosso il mondo del pallone a tal punto da costringerlo al silenzio ed allo stop. La decisione è stata quasi immediata, la Federcalcio si è riunita ed ha deliberato il rinvio della trentatreesima giornata di Serie A. Immediate le reazioni del mondo pallonaro e non, un fiume ininterrotto di consensi per l’interruzione delle partite. Tantissimo affetto per quel ragazzo spontaneo, ricordato con l’affetto da chi lo ha conosciuto bene, ma anche da chi lo ha incontrato di sfuggita su un campo di pallone. Emblematiche le parole di Elia Legati, suo compagno nelle nazionali giovanili, che ha lasciato il suo messaggio attraverso Twitter: “Se ne va un ragazzo dal cuore d’oro… Un ragazzo che sorrideva alla vita nonostante tutto quello che la vita gli aveva tolto. Ciao Moro”. Parole sentite e che ben testimoniano la capacità di superare le difficoltà di una vita mai banale, affrontata con la tenacia di chi non si arrende di fronte a difficoltà ben più grandi di quelle che può proporti una partita di calcio. La prima mossa di Livorno e Vicenza è stata quella di ritirare la maglia 25, casacca di mille battaglie del Moro. Mentre la voce rotta dal pianto della fidanzata e la processione di visite hanno accomunato tifosi e calciatori nell’unico sentimento possibile nel day after: l’amarezza. Tra le voci di spicco impressiona quella di Balotelli, per una volta sottratto allo scandalo e riconsegnato in tutta la sua umanità: “Sono rimasto scioccato e senza parole quando ho saputo della morte di Morosini, non ci credevo, pensavo a un brutto scherzo”. Fatica ancora a crederci l’attaccante del Manchester City, raggiunto dall’Ansa. “Era un bravo ragazzo, davvero un ragazzo d’oro. Questa storia mi fa riflettere su tante cose della mia vita. Mi insegna ad apprezzare la vita, a rispettarla, a viverla con cautela e dignità”. Una tristezza che non ha limiti e colpisce anche Galeone, suo vecchio maestro che, sempre attraverso l’Ansa, racconta il suo ricordo del centrocampista bergamasco: “Una morte assurda che ha colpito un ragazzo buono, rispettoso, educato, come quelli di una volta. Quando lo ebbi a Udine, dove tutti gli volevano bene, mi colpì quel velo di tristezza che aveva sugli occhi”.  



E se l’Italia piange, il resto del mondo non è stato comunque insensibile alla tragedia di Piermario. In Spagna si è giocato con il lutto al braccio e si è osservato un minuto di silenzio, stesso trattamento nei maggiori campionati europei ed addirittura negli Stati Uniti, dove Corradi ha dedicato a Morosini il suo primo gol a stelle e striscie. L’attaccante, ex-compagno del centrocampista in Friuli, ha ringraziato il suo allenatore per avergli concesso l’opportunità di calciare il rigore.

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