L’autopsia prevista per domani dovrà far luce sulle cause della morte di Piermario Morosini, il 25enne calciatore bergamasco del Livorno morto sabato pomeriggio durante la sfida con il Pescara e deceduto poco dopo all’ospedale del capoluogo abruzzese. E’ stata la fidanzata, accompagnata dal cugino, a dover effettuare la formalità del riconoscimento del corpo, mentre i funerali si svolgeranno con ogni probabilità martedì o mercoledì prossimo. Il mondo del calcio è in lutto, i campionati si sono fermati per una intera giornata, e da questa mattina tanti tifosi del Livorno hanno deposto fiori e biglietti davanti al “Picchi” per porgere l’ultimo saluto al giovane calciatore scomparso. IlSussidiario.net ha raggiunto telefonicamente un amico di famiglia di Armando Madonna, attuale tecnico del Livorno e amico di Piermario Morosini, che ha preferito non rivelare il suo nome. «Anch’io ero davanti allo schermo quando è accaduto. Chiaramente è stata una cosa forte e toccante, soprattutto perché conoscevo Piermario. Di lui posso dire quello che hanno detto già tutti i giornali e tutte le persone che lo conoscevano, perché è la pura verità: Piermario era un ottimo calciatore e aveva avuto una vita molto difficile. Prima ha perso la madre, poi il padre e infine ha dovuto sopportare anche il suicidio del fratello, mentre la sorella è disabile e si trova in un istituto. Cose del genere potrebbero distruggere chiunque, invece lui ne era uscito fortificato, e tutto questo lo aveva reso più combattivo e disponibile. La sua forza era proprio questa, essere riuscito a tramutare in positività la tanta negatività che la vita gli aveva messo davanti. Anche a Livorno, nonostante fosse lì da appena tre mesi e mezzo, Piermario si era subito fatto apprezzare proprio per questo motivo, perché riusciva a tenere i suoi problemi familiari sempre al di fuori dell’ambito calcistico, mettendosi a completa disposizione dell’allenatore e della squadra».
La persona intervistata ci parla anche dello speciale rapporto che legava il tecnico Madonna e Morosini, perché «il figlio dell’allenatore del Livorno, Nicola Madonna, è stato sia negli allievi che nella Primavera dell’Atalanta in squadra con Piermario Morosini: per oltre quattro anni sono stati quindi a stretto contatto, si conoscevano molto bene ed erano buoni amici. Poi è arrivata la chiamata da Livorno, proprio a fine mercato, e ovviamente Piermario ha accettato senza pensarci due volte ed è partito subito. Pur essendo giovane, era comunque un giocatore d’esperienza con tante presenze in serie B, e aveva questa grande caratteristica di riuscire ad abbinare qualità tecniche e qualità umane che sono difficili da trovare al giorno d’oggi nel mondo del calcio».
«Ho sentito poche ore fa Armando Madonna, e naturalmente quanto accaduto è stato devastante per lui, soprattutto perché in questi casi ci si trova proprio lì senza poter far niente. Si vorrebbe dare e fare tutto per aiutare un amico in difficoltà, ma purtroppo si è costretti a restare a guardare. e credo che questa sia una delle cose più brutte che possa capitare. Inoltre c’era un rapporto particolare, una conoscenza decennale con Piermario che ha ovviamente acuito la sofferenza per quanto accaduto».
E’ stato proprio l’allenatore del Livorno, Armando Madonna, a essere informato per primo della morte di Morosini: «Quando la squadra è andata dallo stadio all’ospedale, tutti ancora non sapevano niente sulle condizioni di salute di Piermario: credevano fosse ancora tenuto in coma farmacologico e che i medici stessero ancora tentando di rianimarlo. Poi, una volta arrivati all’ospedale di Pescara, Madonna è stato fatto entrare nella stanza dove si trovava il ragazzo, e gli hanno detto che purtroppo era morto. E’ stato lui a doverlo comunicare alla squadra e a tutto lo staff».
(Claudio Perlini)