Piermario Morosini è tornato a casa. Dalle ore 9 è aperta la camera ardente nella chiesa di Monterosso, il quartiere di Bergamo dove è cresciuto lo sfortunato centrocampista del Livorno morto sabato scorso. La salma è arrivata a Bergamo ieri sera e ad aspettarla c’erano centinaia di tifosi nerazzurri con striscioni e bandiere. Un lungo applauso ha accolto l’arrivo dell’auto funebre. La gente di Bergamo inizia ad affluire nella camera ardente fin dal primo mattino. Un saluto composto, silenzioso. La bara di Piermario è coperta dalle sciarpe delle sue squadre. In prima fila, a fianco del feretro, c’è la fidanzata Anna. Il ricordo dello zio è il più significativo: “Piermario era l’uomo più felice del mondo quando andò a Livorno. Era schivo, molto attaccato alla famiglia. Come noi, acqua e sapone. Il papà era orgoglioso del suo campione che non si era montato la testa. L’ho sentito per l’ultima volta a Pasqua, mi ha detto che sarebbe rimasto a Livorno con la fidanzata. L’ho visto per l’ultima volta la settimana prima all’istituto di Grumello, mangiava un gelato con la sorella. Piermario non ha mai avuto problemi di salute, è morto come sua madre: è scomparsa il 4 novembre 2000 e non abbiamo mai saputo la causa. Mi auguro che la vita di Piermario sia da esempio per la gioventù di oggi che vuole tutto è subito”. Durante la giornata si susseguiranno i saluti anche di personaggi celebri, sul posto – Calori e Maifredi in una delegazione del Brescia, Javier Zanetti e Ranocchia – o con messaggi da lontano (compresi Napolitano, Monti e Petrucci), ma soprattutto il commosso ricordo di chi l’ha conosciuto bene, come gli ex atalantini Fabio Gallo (“E’ il momento del cordoglio e del silenzio, non ci sono parole. Me lo ricordo ragazzino, ottimo giocatore e anche sfortunato per un infortunio subito nel momento del salto”), Damiano Zenoni e Alessandro Ruggeri (figlio dell’ex presidente), e naturalmente il suo procuratore Ernesto Randazzo, che ha sottolineato: “Lui è la testimonianza che con serietà e toni bassi si possono raggiungere buoni risultati e si possa rispondere alle avversità della vita. Per me è stato un privilegio conoscerlo, era una persona speciale di cui tutti volevano essere amici. Gli bastava poco tempo per farsi voler bene”. La camera ardente resterà aperta fino alle 22, alle 21 i giovani dell’oratorio si riuniranno in una veglia di preghiera.
Domani invece alle 11 si svolgeranno i funerali, che saranno trasmessi in diretta tv e a Bergamo su diversi maxischermi. Ci saranno i giocatori di Livorno, Udinese, Atalanta e Pescara, oltre a numerosi ex compagni di Morosini. Annunciata anche la presenza del presidente Figc Giancarlo Abete e del suo vice Demetrio Albertini, che saranno accompagnati dal ct Cesare Prandelli. Il funerale sarà celebrato da don Luciano Manenti, ex curato di Monterosso e grande amico di Morosini. Il ricordo più speciale è proprio il suo: “Per me c’è ancora, è molto presente. Non ho ricordi, perché lui è presente con il suo spirito. Ce lo ha insegnato lui. Nell’omelia di domani ricorderò questa terra di gente santa, umile e buona che ha avuto la fortuna di essere allevata così. La comunità è colpita e orgogliosa allo stesso tempo di aver avuto un figlio così, un figlio come tanti ce ne sono qui. E’ la bellezza di vedere ragazzi che crescono lontano dalla ribalta. Lo ricordo sventolare la bandiera biancazzurra della nostra società al mare. Lo conosco da 15 anni, veniva in vacanza con noi dell’oratorio. Mario non voleva mettere al centro delle amicizie la sua fama. La fidanzata Anna è forte, ha chiesto di non essere filmata e intervistata perché così avrebbe voluto Mario. Noi siamo fatti così: siamo in pace con il nostro dolore e non vogliamo esporlo”.
(Mauro Mantegazza)