La Roma risolve in scioltezza la pratica Novara, chiudendo sul risultato di 5 reti a 2 la sfida casalinga allo Stadio Olimpico valevole per la trentesima giornata di serie A. Andando a guardare i dati statistici della partita, è chiaro che la Roma ha dominato il match, nonostante sia passata in svantaggio dopo il gol di Caracciolo. Il Novara dal canto suo non ha giocato una pessima partita, nonostante il risultato faccia pensare a un vero disastro, ed è stato probabilmente il reparto difensivo l’anello clamorosamente debole della squadra guidata da Tesser. Partiamo dal possesso palla, che la Roma mantiene per il 65% del totale della gara, mentre per quanto riguarda i tiri in porta, regna tra le due squadre una sostanziale parità: 18 tiri totali per la Roma, di cui la metà all’interno dello specchio della porta (e cinque reti siglate), e 14 per il Novara, con 7 che hanno centrato i nove metri difesi dal portiere giallorosso Stekelenburg. La vera differenza tra le due formazioni si può notare soprattutto su due dati in particolare: quello riguardante la supremazia territoriale e quello che indica invece la pericolosità. Per quanto riguarda il primo, la Roma ha dominato per 16’14”, contro gli 8’22”, mentre i giallorossi si sono resi pericolosi per un indice del 95,6%, contro il 53,7% della compagine di Tesser. Resta comunque il fatto che il Novara, nonostante la pesante sconfitta, è riuscito a tenere testa alla Roma per gran parte della gara.



E’ il Novara a passare a sorpresa in vantaggio: la palla viene scodellata al centro dell’area romanista e colpita di testa da Caracciolo, e sia il cross che la deviazione in torsione appaiono a prima vista realmente innocui. Ma così non è, perché il pallone sorprende Stekelenburg che, pur allungandosi in tutti e due i suoi metri di altezza, non arriva sulla sfera, che tocca il palo e finisce in rete. Passano solo pochi minuti e la squadra di Luis Enrique agguanta il pareggio. Osvaldo si porta sulla destra, mette il pallone a centro area di sinistro, e Marquinho infila il pallone in rete con un bellissimo colpo di testa. Stacco perentorio e movimento perfetto di Marquinho che segna il primo gol in Serie A allo Stadio Olimpico scagliando una vera e propria sassata sotto l’incrocio. Dopo pochi giri di lancetta la Roma è già in vantaggio, grazie all’ennesimo colpo di testa, questa volta dello stesso Osvaldo, pescato in area da Bojan. Poco dopo l’inizio della ripresa, è la Roma a mettere la parola fine su questo match, grazie a Simplicio che mette in rete con un bel pallonetto una respinta del portiere Fontana. Un “cucchiaio” perfetto che lambisce la traversa beffando il povero Fontana che si lascia cadere in preda allo sconforto. Pochi minuti dopo c’è spazio anche per Bojan, che viene lanciato in contropiede, si infila in area dalla sinistra e con una rasoiata fa secco Fontana con un bellissimo tiro a incrociare che si insacca a fil di palo. L’attaccante giallorosso dedicherà poi il gol, alzandosi la maglia e mostrando la scritta, a Abidal, giocatore del Barcellona che sta lottando contro un tumore e che il prossimo 10 aprile si sottoporrà a un trapianto di fegato (e per questo gesto, quello di sollefarsi la maglietta – ironia della sorte – Bojan verrà ammonito). Il Novara accorcia le distanze poco dopo con Morimoto, che supera Stekelenburg in uscita in modo un po’ goffo e – soprattutto – partendo da una posizione di netto fuorigioco non rilevata dalla terna arbitral, ma per la squadra di Tesser ormai è troppo tardi, e allo scadere gloria anche per Lamela, entrato da pochi minuti , che fissa il punteggio sul 5 a 2 per la Roma. Un gol bellissimo quello di Lamela che ricorda molto nelle movenze e nel controllo del pallone in velocità un certo Ricardo Izecson Dos Santos Leite, sì, proprio Kakà che con Lamela condivide anche il numero di maglia. Un gol da vedere e rivedere per i tanti nostalgici del giocatore brasiliano. 



Naturalmente soddisfatto Luis Enrique, che si dice ancora convinto di poter raggiungere il terzo posto in classifica: «Era una partita difficile sotto molti punti di vista, sia per le condizioni ambientali sia per la squadra avversaria. Abbiamo iniziato in difficoltà, poi la squadra ha reagito e ha fatto quello che doveva fare. Crediamo ancora nel terzo posto. Non è mai facile giocare con una squadra che fa delle ripartenze la loro migliore arma». Amareggiato invece Tesser, secondo cui il punteggio finale è decisamente troppo severo: «Il 5-2 finale è un risultato un po’ ingiusto, non è lo specchio della gara – dice il tecnico -, non rispecchia l’andamento della gara. C’è stata una squadra che ha concretizzato il 99-100% delle palle gol e un’altra che ha concretizzato il 50% scarso di quello che ha prodotto».



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