Finisce a reti inviolate il primo tempo tra Juventus e Napoli, finale della coppa Itlia in uno stadio Olimpico di Roma che registra il tutto esaurito per un’atmosfera da brividi. Le due tifoserie, calde come mai, sono giunte nella capitale bramando un successo che, per motivi differenti, farebbe impazzire di gioia. Sicuramente, relativamente parlando, gli juventini arrivano con meno brama di vittoria: ebbri di festeggiamenti per uno storico scudetto infatti, la vittoria della coppa è più simbolica che effettiva, in quanto rappresenterebbe sia il degno saluto a Del Piero, all’ultima ufficiale nella sua squadra storica, sia la conuista della stella d’argento per la decima coppa, possibile alibi per schierarne tre sulla maglia l’anno prossimo. Ma tutto ciò non è sicuramente comparabile con la carica dei napoletani, che non vedono un coriandolo biancazzurro dai tempi di Maradona, e che, se non fosse stato per le vittorie della Nazionale, si sarebbero dimenticati il significato della parola “festeggiare”. E infatti, proprio sull’onda di questo emotivo agonismo, i primi venti minuti sono a tinte biancazzurre: i giocatori di Mazzarri, con la carica del Vesuvio eruttante, esplodono al fischio d’inizio, e rischiano di passare in vantaggio in ben due occasioni: già al primo minuto, con Zuniga che, alla Muller, prova ad incornare un cross teso di Campagnaro da due passi, con esiti differenti da quelli bavaresi, e 10 minuti dopo, quando Lavezzi si fuma Bonucci centralmente e, con la doppia opportunità a destra e sinistra, decide egoisticamente di sparare dal limite dell’area, incrociando eccessivamente. La Juve non sembra la squadra frizzante e tonica ammirata durante il campionato, e il Napoli è padrone del centrocampo, dove Pirlo fatica più del solito a ragionare per via del pressing di un ottimo Dzemaili. Ma, alla distanza, proprio il campione bianconero sale in cattedra e, dopo uno spunto individuale di Marchisio al 18’, con De Sanctis a respingere coi pugni la botta da fuori del giovane campioncino, il Maestro sale in cattedra, dettando i tempi infernali che mettono in crisi gli avversari. La vecchia signora ringiovanisce, e le occasioni fioccano: al 38’ Borriello, rinato dopo mesi di fatica, s’inventa uno spunto da vecchi tempi con la combo protezione-girata -bomba da fuori, che fa sibilare il palo e l’orecchio destro di De Sanctis, mentre quattro minuti dopo si ha l’occasione più chiara del match: Del Piero, non si sa come, serve di tacco Marchisio che, in area, in un nanosecondo stoppa e tira, ma per l’azione di disturbo di Aronica la conclusione è debole e centrale. In realtà è più di un’azione di disturbo, è proprio un contrasto da rigore, ma l’arbitro, fin lì ottimo, non se ne avvede, e ciò intesisce gli animi. Di conseguenza, gli ultimi minuti sono più scatti di nervosismo che calcio giocato, e il doppio fischio dopo una punizione insidiosa del solito Del Piero sancisce la fine del gioco prima che l’Olimpico diventasse il Madison Square Garden. Tuttavia, la tensione è alta, i giochi non sono fatti, e nei prossimi 45 minuti si deciderà tutto. In così poco ci si gioca così tanto: are you ready?
PAGELLE PRIMO TEMPO
JUVENTUS: 6.5
MIGLIORE JUVE: PIRLO, 7
PEGGIORE JUVE: ESTIGARRIBIA, 5
NAPOLI: 6.5
MIGLIORE NAPOLI: LAVEZZI, 6.5
PEGGIORE NAPOLI: CAVANI, 5.5
(Giovanni Gazzoli – Twitter: @giogazzoli)
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