Il tormentone sta per finire: domani il Coni renderà ufficialmente noto il nome della portabandiera per la cerimonia inaugurale dei Giochi Olimpici di Londra 2012, e si tratterà di Valentina Vezzali. La formidabile schermitrice marchigiana ha battuto la concorrenza delle altre stelle dello sport femminile italiano – dal momento che a questo giro il Coni aveva stabilito che il portabandiera fosse una donna – da Federica Pellegrini a Josefa Idem, da Alessandra Sensini ad Eleonora Lo Bianco. Questa scelta era diventata a un certo punto un vero e proprio “caso nazionale”, in particolare quando la Pellegrini si era smarcata per ragioni di calendario (la mattina successiva la nuotatrice sarà già impegnata nelle prime batterie). In effetti non si può negare che la cerimonia inaugurale sia un evento di grandissimo fascino ed importanza, ma anche assai lungo e faticoso. Problema che però non sembra turbare particolarmente Valentina Vezzali, che così appunterà sul petto l’ennesimo riconoscimento di una carriera che si può definire davvero leggendaria.
Ripercorrere la carriera di Valentina Vezzali – nata a Jesi il 14 febbraio 1974 – rischia di diventare una lista infinita di titoli, che elencati in questo modo rischiano anche di essere sminuiti. Cresciuta alla stessa scuola che ha “sfornato” anche Cerioni e la Trillini (e in seguito la Di Francisca), la Vezzali ha ottenuto alle Olimpiadi un argento ad Atlanta 1996 seguito dai tre ori consecutivi di Sydney 2000, Atene 2004 e Pechino 2008: se vincerà anche a Londra, sarà la prima donna in assoluto di qualsiasi sport a vincere quattro titoli consecutivi, e a questo vanno aggiunti i due ori (Atlanta e Sydney) e il bronzo (Pechino) nelle gare a squadre, che ad Atene non fu disputata. A livello di Campionati del Mondo, i numeri sono ancora più impressionanti: sei ori (l’ultimo a Catania 2011), due argenti e tre bronzi individuali e sette ori e tre argenti a squadre. Passando agli Europei, possiamo annoverare tra i suo successi dieci ori (equamente divisi tra individuali e a squadre), quattro argenti (tre individuali) e due bronzi (uno per parte). E poi 76 vittorie di tappa in Coppa del Mondo, di cui ha vinto per ben 11 anni la classifica finale (tutti record assoluti), cinque ori e tre argenti alle Universiadi, due ori ai Giochi del Mediterraneo, e ai Campionati italiani – spesso impegnativi come i Mondiali vista la concorrenza – 26 ori, 4 argenti e 3 bronzi tra le gare individuali e a squadre.
Insomma, nessuna più di lei poteva meritarsi questo riconoscimento: l’ufficialità arriverà soltanto domani, ma lo sport italiano non poteva essere rappresentato in modo migliore, cioè da un mito di tutto lo sport mondiale. Sarà la quarta donna alfiere dopo Miranda Cicognani a Helsinki 1952, Sara Simeoni a Los Angeles 1984 e Giovanna Trillini ad Atlanta 1996 (oltre a Deborah Compagnoni, Clotilde Fasolis, Isolde e Carolina Kostner e Gerda Weissensteiner ai Giochi invernali). Curiosità: anche la Francia avrà un’alfiere donna della scherma, Laura Flessel.
(Mauro Mantegazza)