Juventus 78, Milan 77. Un solo punto separa le due pretendenti al titolo di campione d’Italia. Il pareggio della Juventus con il Lecce ha riaperto il discorso per il Milan, che ha approfittato del mezzo passo falso dei rivali battendo l’Atalanta per 2-0. Le due squadre sono ora distanziate da una lunghezza: facendo un salto indietro nel tempo, ritroviamo la medesima situazione nella stagione 1998-99, sempre con il Milan protagonista. In quell’anno, i rossoneri di Zaccheroni si aggiudicarono il titolo dopo una strepitosa rimonta sulla Lazio di Sven Goran Eriksson. Che tuttavia, a due giornate dal termine, si trovava ancora in testa, e proprio con un punto di vantaggio: 65 erano i punti dei biancocelesti, 64 quelli del Diavolo inseguitore. Per capire meglio la situazione, ilsussidiario.net ha intervistato in esclusiva Roberto Baronio, centrocampista di quella Lazio che si fece bruciare al fotofinish. Ecco le sue impressioni sulle volate scudetto di allora e di oggi:
La situazione della Juventus è simile a quella che lei ha vissuto con la Lazio, nel 1999. Dopo un pareggio come quello di ieri, nei giocatori può incrinarsi qualcosa a livello mentale?
Sarebbe sbagliato se qualcosa s’incrinasse, perchè comunque rimangono davanti, e a due giornate dalla fine un punto è comunque un buonissimo vantaggio.
Pensa ci sia il rischio che subentri un pò di paura?
No, farsi intimorire sarebbe un grandissimo errore. Non credo che la Juventus perderà quella voglia, quella fame che ha messo in campo sino a ieri.
Dalla sua esperienza: come viveste la rimonta del Milan nel 1999?
Il punto è che noi sbagliammo diversi match-ball. Avevamo sulla carta delle partite favorevoli, ma le sbagliammo.
Ne ha in mente una in particolare?
Per esempio mi ricordo la partita di Empoli (Empoli-Lazio 0-0, con l’Empoli ultimo in classifica, ndr). Ci trovammo in un continuo perdere di punti, mentre il Milan fece una cavalcata incredibile, vincendo 7-8 partite di fila, e alla fine ci scavalcò. Però sono convinto di una cosa.
Quale?
Quel campionato lo perdemmo noi, non lo vinse il Milan.
Le sottopongo l’annosa questione: a livello di motivazioni, meglio scappare o inseguire?
Lottando per lo scudetto, meglio rimanere davanti. Chi sta dietro ha la carica per raggiungere chi scappa, questo è vero, ma anche per quello che ho vissuto dico che è sempre meglio stare davanti. Il pareggio di ieri non cambia le cose.
Neanche da un punto di vista più psicologico?
Anche se c’è stata la battuta d’arresto con il Lecce, psicologicamente stanno sempre meglio quelli della Juventus, proprio perchè sono davanti.
In base ha quello che ha vissuto: a livello di pressioni chi ne ha di più adesso?
Le pressioni restano invariate, perchè il Milan deve sempre vincere per forza.
E la Juve?
Non deve farsi condizionare dalla stampa, che può infastidire la testa dei calciatori. Però la Juve ha una certezza in questo senso.
Cioe?
Hanno un allenatore che li terrà sicuramente sulla corda, per tutti i giorni che mancano alla fine. Non penso davvero che la Juventus fallirà l’appuntamento col titolo. Soprattutto adesso che sono riusciti a completare la rincorsa sul Milan.
Un inseguimento del genere può logorare una squadra per le battute decisive del campionato?
In questo caso non credo, penso che la Juve possa mantenere il suo vantaggio. Anzi: in questo momento la differenza tra Juventus e Milan la fa proprio la forma fisica.
A margine, una domanda doverosa: rivedremo in campo Roberto Baronio?
Io ho ancora voglia di giocare, però quest’anno sono rimasto fermo perchè non ho trovato nulla che mi potesse stimolare. Spero di riuscire a trovare qualcosa con la prossima stagione.
(Carlo Necchi)