La 37esima giornata di questo folle campionato ha visto l’assegnazione dello scudetto alla Juventus, ma non solo. Nemmeno il penultimo turno si sottrae al vortice delle polemiche arbitrali con gli episodi del derby Inter-Milan a catalizzare l’attenzione e l’occhio della critica. Solo nella stracittadina milanese ci sono stati ben tre rigori concessi, cinque ammonizioni e l’ennesimo caso di gol fantasma della stagione, oltre alla numerosa serie di episodi dubbi ed una gestione dei cartellini a dir poco discutibile operata dal fischietto dell’incontro: Nicola Rizzoli. Episodi controversi anche nell’altra partita-chiave per la corsa scudetto, Cagliari-Juventus, sbloccata da una rete di Vucinic (partito in posizione sospetta) ed alimentata da un contatto Chiellini-Cossu piuttosto discutibile. Per analizzare questi episodi ed avere una panoramica più generale sulla stagione dei fischietti italiani, abbiamo contattato Gianluca Paparesta, opinionista su Mediaset Premium. Questo quanto emerso nell’intervista concessa in esclusiva dall’ex arbitro, per IlSussidiario.net.



Anche questa settimana tante polemiche: partiamo dall’ennesimo caso di gol fantasma, stavolta è il Milan a beneficiarne…

Devo dire che questo il caso in cui l’arbitro ha minore responsabilità. L’episodio del gol/non gol è ormai una costante di questa stagione. Sembra quasi fatto apposta. Da quando, a dicembre, Nicchi si era detto contrario all’uso della tecnologia, ritenuta troppo costosa per i pochi casi che si presentano in una stagione, abbiamo avuto una serie impressionante di situazioni del genere. Personalmente credo che anche un solo episodio possa essere sufficiente per decidere una stagione. Il caso di ieri non fa altro che confermare, ove mai ve ne fosse bisogno, la ripetitività di queste situazioni e sbugiarda il presidente dei fischietti italiani, spesso imbarazzante nella velocità con la quale si contraddice e cambia idea a seconda di dove tira il vento.



Se sul gol/non gol di Cambiasso la terna arbitrale ha i suoi alibi, discorso diverso va invece fatto per il primo rigore di serata. Quello concesso da Rizzoli per il “contatto” Julio Cesar-Boateng… Che idea si è fatto dell’episodio?

Un errore clamoroso e inspiegabile da parte del migliore arbitro italiano, quello che dovrà rappresentare i fischietti italiani agli Europei. Sin dai primi corsi per arbitri, si insegna ai direttori di gara che, per valutare l’esistenza o meno di un contatto, bisogna prestare attenzione alla direzione del pallone. In questo caso è evidente che Julio Cesar prenda la palla. Se il portiere non fosse intervenuto in maniera pulita, la sfera sarebbe andata verso il fondo, invece si vede chiaramente come il pallone cambi direzione e vada verso il fallo laterale. Ma non è solo l’episodio, comunque grave, a fare esprimere un giudizio negativo sull’arbitraggio di ieri sera, quanto l’intera gestione della gara. Rizzoli ha mostrato una mancanza di personalità non prendendo provvedimenti disciplinari e permettendo ai giocatori di farsi quasi giustizia da soli. Penso ad alcuni interventi duri di Samuel e Cambiasso in particolare.



E sul rigore Abate-Milito?

In questo caso può starci il rigore, anche se precedentemente c’era stato un altro penalty non concesso all’Inter che mi sembrava addirittura più evidente. Con l’atterramento di Samuel per opera di Muntari. Nell’occasione citata comunque Abate allarga ingenuamente il braccio su Milito ed il rigore è giusto.

Sul terzo rigore invece, per il braccio largo di Nesta cosa dice? È giusto il fischio di Rizzoli? 

Qui è una decisione che credo non abbia preso nemmeno l’arbitro. Io ero allo stadio e Rizzoli mi ha dato la sensazione di essere in confusione. In questo caso penso che sia stata decisiva la segnalazione dell’assistente. Il braccio di Nesta era evidentemente largo, ma mi trovo in difficoltà nell’ammettere che fosse rigore. Bisogna ricordare che il requisito unico è la volontarietà. Non capisco come un giocatore distante venti centimetri possa avere il tempo per alzare il braccio e andare ad intercettare il pallone. Chiaramente il braccio occupava più spazio, ma avviene in una dinamica di corsa e quindi la decisione lascia più di un dubbio.

È un problema del regolamento?

Il problema è che il regolamento lascia la libera interpretazione all’arbitro. Noi dobbiamo solo cercare di sforzarci di capire se c’è, o meno, la volontarietà del giocatore. In quel caso Nesta si approccia a braccia larghe, però nella dinamica dell’azione era inimmaginabile che Pazzini girasse il pallone di testa in quella maniera. Inoltre, ripeto, il difendente era a solo venti centimetri di distanza e non aveva il tempo materiale per alzare il braccio. Il requisito della volontarietà, in questo caso, non sussiste.

Anche a Trieste però il Gol di Vucinic pare viziato da una posizione di fuorigioco…

A Trieste il discorso è un po’ diverso, perché ci troviamo di fronte ad un caso limite. L’assistente ha fatto bene a lasciar correre perché se il fuorigioco c’era, era millimetrico e difficile da scorgere per l’occhio umano. Se ci basiamo sulle immagini della televisione, tirando una riga sul campo, vediamo che una parte del corpo di Vucinic si trova dietro al penultimo difendente, però in questo caso è un errore più giustificabile, comparabile al gol/non gol di Cambiasso. Non stiamo parlando di fuorigiochi macroscopici come quelli osservati in altre giornate.

Polemiche anche per un contatto tra Cossu e Chiellini con ammonizione del fantasista cagliaritano per simulazione. Come lo valuta quest’episodio? 

Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad una situazione al limite. Credo che su questi episodi è inutile soffermarcisi più di tanto. Lì è da rimettersi alla discrezionalità dell’arbitro e degli assistenti. Ci sono invece episodi clamorosi che meritano attenzione, il rigore concesso al Milan per il fallo di Julio Cesar è uno di questi, così come il fallo di mano di Nesta ha una certa rilevanza. Riguardo a quest’ultimo mi rifarei anche all’episodio di Palermo, dove Gervasoni ha concesso un calcio di rigore al Chievo per un fallo di mano assolutamente inesistente di Pisano. Nella medesima partita poi, lo stesso arbitro, non ha punito un evidente fallo di mano di Cesar. Lì c’era calcio di rigore ed espulsione per il giocatore del Chievo. A conferma di come spesso la difformità di giudizio non ci sia solo tra arbitro ed arbitro, ma anche nel corso della stessa gara.

Un’annata da dimenticare per gli arbitri?

Se analizziamo i tantissimi episodi e le conseguenti polemiche è stata sicuramente una stagione negativa. Attendo le dichiarazioni di Nicchi che parla sempre in maniera entusiastica dell’operato degli arbitri. Voglio proprio vedere come giudicherà una stagione condizionata da così tanti episodi dubbi. Limitandoci solo all’ultima giornata noi assistiamo a gol non convalidati entrati di un metro, rigori inesistenti non concessi, calci di rigore netti non dati. Allargando il quadro abbiamo invece visto arbitri in completa balia dei giocatori, come Bergonzi in Udinese-Lazio, più volte tornato sui suoi passi prima di convalidare la contestata rete di Pereyra, ma ne potremmo citare tanti altri. Purtroppo quest’anno abbiamo assistito a tantissimi errori, molti dei quali venuti da arbitri affermati e tra i migliori in circolazione, che ci fanno esprimere un giudizio irreparabilmente negativo.

 

(Massimiliano de Cesare)