Italia-Spagna finisce 0-4. Partita senza storia e che incorona la nazionale di Del Bosque, prima selezione ad aggiudicarsi lo storico triplete europeo-mondiale-europeo. Per l’Italia finisce in modo amaro una bella favola. Non sempre del resto, i pronostici possono essere ribaltati. Stasera la differenza sul terreno di gioco è stata evidente, le furie rosse hanno imperversato in lungo e in largo per tutti i novanta minuti di gioco, mettendo in mostra un palleggio ed una padronanza del campo impressionante che gli azzurri non sono riusciti a controllare se non in sporadiche situazioni. Certo, sulla strada della nazionale di Prandelli si è frapposta anche un po’ di sfortuna con gli infortuni di Chiellini e Thiago Motta a costringere gli azzurri a disputare la mezz’ora finale in inferiorità numerica, ma il risultato non è stato mai in bilico. Una superiorità ben più schiacciante di quanto raccontino i freddi numeri. Statistiche che parlano, infatti, di un possesso palla del 52% in favore degli iberici e di 14 conclusioni totali contro le 11 degli azzurri. Ma a fare la differenza non è stato il piano quantitativo, bensì la qualità messa in campo dalla selezione spagnola, a tratti incantevole nella gestione del pallone e più cinica e concreta del solito quando c’è stato da concretizzare l’enorme mole di gioco. Insomma, una vittoria giusta e senza appello, per l’Italia solo il rammarico di non essersi presentata nelle migliori condizioni ad un appuntamento tanto proibitivo. L’uomo del match è sicuramente da individuarsi tra le fila della Spagna, talmente forte da non permettere nemmeno a Buffon di esaltarsi con qualche super-parata. La scelta è difficile e ricade su un terzino, Jordi Alba, il terzino sinistro migliore di tutto l’europeo. Velocità, intelligenza tattica e capacità di inserirsi. E di segnare il due a zero che chiude totalmente la partita ben prima del poker finale. Il Barcellona già se lo coccola e ha ragione, in un certo senso il “coltello” che ha fatto male all’Italia è proprio costituito dalle sue discese, rapide precise e letali, come le sue chiusure. Scegliere la finale dell’Europeo per essere eletto uomo-partita non è da tutti. E’ proprio dei grandi.



Il vantaggio della Spagna arriva già al quarto d’ora di gioco e si materializza al termine di una splendida azione corale. La manovra nasce dai piedi di Iniesta che dal limite dell’area trova il pertugio giusto per servire la corsa di Fabregas. Il centrocampista catalano entra in area dal vertice destro e dal fondo lascia partire un cross teso e potente verso il centro dell’area, lì dove Silva, di testa, incorna sul secondo palo. Il raddoppio è servito a pochi minuti dall’intervallo. Gran corsa di Jordi Alba che dalla propria metà campo taglia tutto il terreno di gioco ed affida il pallone a Xavi. Il regista del Barcellona è lucido nella gestione del possesso palla ed al momento opportuno imbuca per lo stesso Alba. L’aggancio del terzino ex-Valencia è perfetto e gli concede il tempo per perforare Buffon con un tocco di precisione. Per la terza e quarta rete bisogna invece attendere gli ultimi minuti di gioco, quando De Rossi osa troppo sbagliando un passaggio orizzontale nella propria trequarti campo. La palla finisce nei piedi fatati di Xavi, il quale con la solita proverbiale visione di gioco illumina il corridoio giusto per Torres che a tu per tu con Buffon non sbaglia: piattone destro sul palo lungo e 0-3. All’88esimo si materializza anche il poker. Stavolta è Busquets a trovare la verticalizzazione giusta per uno scatenato Torres. Il Nino sull’uscita disperata di Buffon alza la testa e serve il rimorchio del neo-entrato Mata. Per l’attaccante del Chelsea è allora un gioco da ragazzi infilare nella prota sguarnita e chiudere l’incontro una volta per tutte. Le occasioni per l’Italia sono invece isolate e legate ai guizzi più o meno energici dei singoli. In particolare nel primo tempo Cassano e Montolivo ci provano con alcune conclusioni da fuori su cui si muove attento ed efficace Iker Casillas, mentre nella ripresa un voglioso quanto ingenuo Di Natale non riesce a trafiggere la porta spagnola. Troppo poco, insomma per impensierire la squadra campione de mondo e d’Europa in carica. 
Dopo lo storico record fatto segnare, è il momento delle celebrazioni in casa Spagna. È allora un Del Bosque raggiante quello che commenta la finale di questi europei. “Loro hanno lavorato duramente per chiuderci gli spazi, ma il primo goal li ha fatti disunire. Ho fatto quello che ho pensato più appropriato in ogni momento. La vittoria è dedicata al calcio spagnolo e la mia famiglia”. Non manca il commento di uno dei protagonisti assoluti della vittoria spagnola: Xavi Hernandez. “Penso che siamo stati pazienti e abbiamo espresso un grande gioco. Mi mancava il passaggio in profondità, e oggi ne ho fatti due. Penso che abbiamo fatto il più bel gioco di questi europei. Tutti ci chiedono di vincere, non è facile, ma è una sfida molto bella”. In casa Italia, invece, nonostante la sconfitta non emerge rassegnazione come si evince dalle parole del ct Prandelli. “Si è visto da subito che erano piu freschi, siamo arrivati stanchi a questa finale, avevamo speso tanto e non abbiamo avuto tempo di recupeare. Questo ha inciso tanto. Non abbamo interpretato male la gara, dovevamo contenerli perché fisicamente eravamo inferiori, contro una Spagna così dovresti esser al 100%”E’ stato un torneo straordinario ho fatto i miei complimenti ai ragazzi. Dobbiamo crescere e arrivare con i tempi giusti per preparare al meglio queste competizioni”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il capitano azzurro, Gigi Buffon. “Stasera non c’è stata partita sono stati troppo superiori, il rammarico di aver perso è relativo, quando ti scontri contro una squadra così forte. Sono stati più bravi e dobbiamo accettare la sconfitta”

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