La grande attesa è finita. Sono iniziati i giochi olimpici a Londra. E’ la terza volta che la città inglese ospita questa manifestazione. La prima fu nel 1908, la seconda nel 1948. Le Olimpiadi si svolgeranno dal 27 luglio al 12 agosto. Quelli di Londra sono i giochi della trentesima Olimpiade, con 302 competizioni in 26 sport. Londra è stata scelta come città ospitante il 6 luglio 2005 durante il 117esimo meeting del CIO a Singapore, sconfiggendo la candidatura di città come Mosca, New York, Madrid e Parigi dopo 4 turni di votazione. La candidatura è stata guidata al successo dall’ex campione olimpico dell’atletica leggera Sebastian Coe. Una città importante quindi in una nazione come l’Inghilterra dove sono nati tantissimi sport. Per parlare di Olimpiadi abbiamo sentito uno degli atleti più grandi della storia dello sport italiano, Pietro Mennea. Eccolo in questa intervista esclusiva rilasciata a ilsussidiario.net:
Cosa pensa di queste Olimpiadi? Saranno Olimpiadi che passeranno alla storia?
Potrebbero essere delle Olimpiadi molto belle, molto interessanti, per la presenza di atleti molto validi nell’atletica, nel nuoto, negli altri sport: potrebbe a questo proposito essere importante il fattore climatico, in grado di influire molto su questa manifestazione.
Per Londra è la terza volta: un record.
Sì, Londra ospita per la terza volta le Olimpiadi. Diciamo che se gli organizzatori avessero saputo che queste Olimpiadi si sarebbero disputate in un periodo di così grave crisi economica, forse avrebbero rinunciato a candidare la città inglese. Ci sono anche falle, problemi nella stessa organizzazione; ma i giochi a cinque cerchi si disputano anche anche in una nazione come la Gran Bretagna, di grande tradizione sportiva, dove sono nate diverse discipline come il calcio, il rugby, una nazione ideale per questa manifestazione
La spedizione italiana parte con tante speranze, lei come la vede?
Ci sono buone prospettive perchè l’Italia faccia cose importanti. C’è la Pellegrini, la scherma, il tennis, tanto per citare solo alcune delle discipline dove siamo più forti. Certo, manca l’atletica, dove non riusciamo più ad esprimere grandi campioni della velocità. Non c’è la Di Martino, non è stata convocata Alessia Trost, la campionessa mondiale juniores italiana del salto in alto. Portandola a Londra si poteva consentirle di fare esperienza, di vivere il clima dei giochi a cinque cerchi. La Germania Ovest, per esempio, portò alle Olimpiadi del 1972 la giovanissima saltatrice in alto Ulrike Meyfarth, che vinse la medaglia d’oro.
Petrucci ha detto che si aspetta 25 medaglie.
Non conta il numero delle medaglie che prenderemo. C’è da sottolineare che lo sport italiano è quello più tutelato finanziariamente al mondo, con le varie sovvenzioni, dal 5×1000 ai gruppi militari. In Francia in questo senso gli atleti prendono la metà, in Australia molto meno.
Mancano intanto gli acuti di Pietro Mennea nell’atletica…
Penso di aver fatto cose importanti nell’atletica leggera. Ho disputato 5 Olimpiadi, ho vinto, ho fatto record del mondo, mi sono confrontato con tanti atleti di valore, fino a Carl Lewis. In effetti in Italia non riusciamo più ad esprimere grandi campioni nella velocità, ma ormai proprio in questa specialità c’è una supremazia degli atleti di colore indiscutibile.
Chi saranno i re e le regine di queste Olimpiadi?
Potrebbe essere Bolt, che però dovrà stare molto attento ai suoi rivali. Potrebbe essere Phelps, che potrebbe stabilire il record di medaglie conquistare durante le Olimpiadi. Federica Pellegrini è un’atleta che è potenzialmente candidata a fare molto bene.
Ricordi, nostalgia dei giochi olimpici?
Ho disputato una carriera straordinaria e so di aver dato tanto all’atletica, con vent’anni di carriera agonistica, entrando a far parte della storia di questa disciplina agonistica e dello sport. Restano dei bei ricordi, delle sensazioni stupende, che rimarranno per sempre indelebili. Ora però guardo avanti e cerco di vivere il presente.
(Franco Vittadini)