Dopo l’argento di Clemente Russo e il bronzo di Vincenzo Mangiacapre, la boxe italiana non riesce a portare a casa la medaglia d’oro dai Giochi Olimpici londinesi neanche con Roberto Cammarelle. Il pugile di Cinisello Balsamo, trionfatore a Pechino 2008, è stato sconfitto nella finale della categoria supermassimi dal padrone di casa Anthony Joshua per la preferenza dei giudici dopo il 18-18 finale. Decisione che ha fatto molto discutere e che ha spinto la Federazione italiana a presentare ricorso, immediatamente respinto: “Sono qui a raccontare una sconfitta che non credo di aver subìto – ha commentato Cammarelle, visibilmente amareggiato -. Sapevo che c’erano le giurie di parte, pensavo di averli convinti con le prime due riprese, hanno dato un verdetto di parità che brucia tanto. Se devo guardare il lato positivo ho adesso tutte e tre le medaglie, ma avrei preferito avere due ori”. IlSussidiario.net commenta quanto accaduto insieme a Giovanni Benvenuti, detto Nino, uno dei migliori pugili italiani di sempre e campione olimpico nei Giochi di Roma del 1960.



Cosa pensa dell’esito della gara di Cammarelle?

Cammarelle è uscito sconfitto dalla sfida contro l’inglese, ma in realtà aveva vinto. Sia la prima che la seconda ripresa lo hanno visto protagonista e, come se non bastasse, la terza iniziava con ben tre punti di vantaggio a suo favore.

Quindi?

Il suo avversario non può aver vanificato una così ampia differenza fino a conquistare la vittoria, quindi sono presenti diverse incongruenze che sinceramente non mi spiego. Al termine dell’incontro i giudici hanno decretato la parità, a mio giudizio già di per sé incomprensibile, e successivamente hanno anche assegnato la vittoria finale all’inglese. Senza aver ancora riguardato il match, posso dire che il maggior numero di colpi è stato portato da Cammarelle, quindi l’oro spettava al campione italiano.



Secondo lei cosa ha pesato sulla decisione finale dei giudici? Il fatto che Joshua giocava in casa?

Certamente, sono convinto che abbia pesato soprattutto questo aspetto e che la giuria abbia fatto il possibile per far guadagnare un altro oro all’Inghilterra. Cosa sarebbe successo se una cosa del genere fosse accaduta in Italia a parti inverse? 

Al di là di ogni polemica, cosa pensa del match di Cammarelle?

Il pugile italiano ha fatto ampiamente il suo dovere, muovendosi bene e forse portando qualche colpo in meno che probabilmente avrebbe potuto garantirgli la vittoria senza dover arrivare al pareggio. Ad ogni modo, quella di Cammarelle è comunque una vittoria che ci rende orgogliosi ai Giochi Olimpici, come era accaduto anche a Pechino.



Parliamo di Clemente Russo, il quale ha detto di aver accusato soprattutto la stanchezza. Come lo ha visto?

Sì, devo ammettere di averlo visto appesantito e leggermente più fermo rispetto al solito. Non dimentichiamo poi che si trovava di fronte a un vero gigante molto più alto di lui. Russo ha fatto delle belle cose nel corso del match, portando colpi importanti e difendendosi bene, ma alla fine raggiungere la vittoria è stato impossibile. In questo caso la sconfitta ci può stare.

Russo ha comunque detto che, nonostante i suoi attuali 30 anni, vuole a tutti i costi essere a Rio alla prossima edizione dei Giochi. Cosa ne pensa?

E’ certamente una cosa bellissima ed è quindi necessario che in questi 4 anni lavori molto per mantenersi nella forma necessaria per essere competitivo in una nuova Olimpiade. Clemente è un ragazzo con un grande temperamento, a cui non mancano né la fisicità né la forza di volontà, quindi se dice di voler essere presente a Rio credo proprio che la farà.

Chiudiamo con il bronzo di Mangiacapre. Cosa può dirci?

Tutti speravamo che potesse arrivare più avanti, ma purtroppo così non è stato. Dopo il primo incontro ci ha fatto vedere cose bellissime e in lui ho notato una notevole classe, un talento nel movimento del tronco, negli spostamenti e nelle anticipazioni che lo rendono davvero un grande campione.

Un giudizio complessivo sulla Olimpiade londinese della boxe italiana?

Un po’ di amarezza ovviamente c’è, ma torniamo comunque a casa con tre medaglie, due argenti e un bronzo che non sono poca cosa e che in tutti i casi valgono una trasferta così importante e prestigiosa.

 

(Claudio Perlini)