Otto ori, nove argenti e undici bronzi, un totale di ventotto medaglie e l’ottavo posto nel medagliere: possiamo dire che l’Olimpiade dell’Italia è stata positiva, e i giudizi più autorevoli – da Gianni Petrucci al premier Mario Monti fino al presidente Giorgio Napolitano – lo hanno confermato. L’obiettivo è stato raggiunto, e dobbiamo dire grazie a chi ci ha portato sul podio nei sedici giorni di gara (clicca qui per leggere il riassunto di tutte le medaglie italiane). Come è inevitabile, però, in un evento così grande ci sono state gioie e delusioni, conferme ed exploit, successi e sconfitte. Ecco dunque i nostri voti alla spedizione azzurra, con la doverosa premessa che ringraziamo tutti per esserci stati e averci regalato due settimane di grande sport.
Due atleti in gara, due medaglie. Il 100% di risultati, cosa si può volere di più? Carlo Molfetta e Mauro Sarmiento hanno fatto capire a tutti gli italiani che cosa è questa arte marziale coreana.
Di solito in Italia il tiro a segno fa da spalla al tiro a volo. Invece a Londra ci ha presentato uno dei nostri eroi a questi Giochi, Niccolò Campriani: per lui un oro e un argento, miglior italiano di sempre in questo sport. Non solo lui, anche l’argento inatteso di Luca Tesconi ha portato il bilancio a quota tre.
La scherma si conferma il nostro forziere di medaglie. Semplicemente perfette le ragazze del fioretto femminile, con Elisa Di Francisca nuovo mito di Jesi ma Valentina Vezzali che ancora resiste, bravissimi i maschi a reagire con l’oro a squadre dopo il quarto, quinto e sesto posto della gara individuale. Ottimo anche il bilancio della sciabola che – nonostante i problemi fisici di Montano – porta a casa l’argento di Diego Occhiuzzi e il bronzo a squadre. Rimandata solo la spada.
Oro con record del mondo di Jessica Rossi, argento dopo uno spareggio che sembrava infinito Massimo Fabbrizi (e contro un croato dell’Istria di madrelingua italiana): nella fossa siamo i maestri indiscussi. Manca il massimo dei voti perchè almeno una medaglia poteva arrivare anche dalle altre specialità.
Tre medaglie, il pugilato si conferma uno dei nostri punti di forza. Roberto Cammarelle avrebbe dovuto vincere l’oro, Clemente Russo si conferma ai vertici, Vincenzo Mangiacapre è il futuro. Restano i rimpianti per le sconfitte di Picardi per un solo punto e di Valentino, sotto il suo livello nei quarti, altrimenti sarebbe stato un trionfo.
L’oro nella gara a squadre è stato un vero e proprio capolavoro di Frangilli, Galiazzo e Nespoli: una finale vinta 219-218 non si può dimenticare… Nelle gare individuali però si poteva fare qualcosa di più, il meglio sono stati i quarti della Lionetti.
Ecco uno sport da promuovere con pieno merito pur non essendo salito sul podio: Lupo-Nicolai sono arrivati fino ai quarti eliminando pure i campioni uscenti; stesso traguardo per le ragazze Cicolari-Menegatti, fin lì perfette e sconfitte solo dalle vecchie e nuove campionesse olimpiche.
è stato straordinario, Josefa Idem ci ha regalato una pagina straordinaria di vita e sport anche senza salire sul podio. Il movimento però è in calo, sono troppo pochi gli atleti che avevamo in gara: qualità ok, quantità ko.
Il bronzo di Matteo Morandi agli anelli, il quarto posto di Vanessa Ferrari pari merito con la terza (regolamento ingiusto) nel corpo libero e l’altra ‘medaglia di legno’ di Alberto Busnari nel cavallo con maniglie: la piccola Italia si è fatta onore.
Il podio tanto atteso delle Farfalle è arrivato, anche se è ‘solo’ un bronzo. Peccato per l’errore nell’esercizio con i nastri, e resta qualche dubbio sulle giurie. Niente di paragonabile a Pechino, ma il blocco dell’Est continua a comandare a suo piacimento.
Il voto è l’inevitabile media tra un Settebello straordinario (voto 9), che si è inchinato solo alla squadra oggettivamente più forte del mondo dopo aver schiantato Ungheria e Serbia, e un Setterosa (voto 5) che ha saputo battere solo la Gran Bretagna chiudendo con un anonimo settimo posto.
Discorso molto simile: la Nazionale maschile (voto 9) non è più la migliore del mondo, per cui essere saliti sul podio è un grandissimo risultato; la Nazionale femminile (voto 5) poteva fare di più, e uscire contro la Corea brucia.
Oscar alla sfortuna: due medaglie sfuggite per pochissimi punti (o addirittura centesimi). Tania Cagnotto si conferma ai vertici mondiali, da sola o in coppia con Francesca Dallapè, e la sua reazione dopo il quarto posto individuale è stata da grande signora. Applausi.
L’argento di Battisti-Sartori nel due di coppia e un altro quarto posto non sono un bottino negativo. Restano però i dubbi sulle troppe polemiche in seno alla squadra e alle tensioni tra il d.t. e troppi equipaggi. La domanda è: si poteva fare meglio?
Al netto del caso di Alex Schwazer, l’atletica italiana ha fatto né più né meno quello che poteva: lo splendido bronzo di Fabrizio Donato nel salto triplo (accompagnato dal quarto posto di Daniele Greco), buone gare di Rigaudo, Pertile e Vizzoni, qualche finale inattesa come quella di Floriani nei 3000 siepi. Urge però una crescita complessiva, perchè l’atletica è lo sport più globale, e sopravvivere non è facile.
L’epico bronzo di Marco Aurelio Fontana e altri risultati molto buoni, su tutti l’inatteso quinto posto di Marco Pinotti nella cronometro. Però fa veramente tristezza pensare che nel ciclismo su pista – che per 100 anni ci ha visto protagonisti assoluti – avessimo in gara solo Elia Viviani: è necessario risalire se a Rio si vorrà avere un voto migliore.
Spedizione dignitosa, nobilitata dal bronzo di Rosalba Forciniti: una medaglia ad ogni edizione il judo la porta sempre a casa. Le super-potenze sono altre, ma questo si sa.
Arrivare sul podio era onestamente una missione difficilissima, ma almeno nel doppio femminile le coppie Errani-Vinci e Schiavone-Pennetta si sperava potessero fare più strada. Nel singolare bene solo la Pennetta.
Spiace per Martina Grimaldi (voto 8), unica luce in un cielo cupo. Ma il resto è stata una delusione totale, dentro e fuori dalla piscina: di Federica Pellegrini e Filippo Magnini si è detto tutto, prendiamo allora come simbolo del flop il settimo posto di Fabio Scozzoli nei 100 rana, una contro-prestazione che lui stesso non ha saputo spiegare. Flop totale dei velocisti e delle staffette, salviamo i quinti posti di Gregorio Paltrinieri e di Ilaria Bianchi (voto 7).
(Mauro Mantegazza)