Scherma fucina di medaglie dello sport italiano qui alle Olimpiadi di Londra 2012. Elisa Di Francisca, Arianna Errigo e Valentina Vezzali oro, argento e bronzo nel fioretto individuale, Diego Occhiuzzi, argento nella sciabola. Un buon inizio, peccato solo per il quarto posto per Andrea Baldini nel fioretto maschile, una specialità in cui a Londra non abbiamo mantenuto le promesse che ci davano per favoriti. Oggi sarà assegnato il titolo del fioretto femminile a squadre: il Dream Team italiano delle nostre schermitrici dovrebbe regalarci sicuramente una medaglia, speriamo quella del metallo più prezioso. Del resto siamo favoriti dopo le grandi prestazioni della prova individuale. E ci si aspetta tanto anche dalle altre prove a squadre della scherma. Per parlare di tutto questo abbiamo sentito uno dei più grandi schermidori italiani di tutti i tempi. Stiamo parlando di Mauro Numa, oro nel fioretto individuale alle Olimpiadi di Los Angeles 1984, solo uno dei suoi tanti successi collezionati nella sua carriera straordinaria. Eccolo in questa intervista a ilsussidiario.net.
Siamo la squadra da battere nel fioretto femminile a squadre?
Direi proprio di si, abbiamo vinto tutte le medaglie nella prova individuale, non vedo come non possiamo partire da favoriti nella prova a squadre.
Cosa potrebbe farci perdere la medaglia?
Il fatto che le nostre schermitrici potrebbero tirare male. Ma c’è anche da dire che se una tirasse male, non credo proprio che tutte falliranno i vari assalti. Quindi c’è da essere ottimisti.
Quali saranno le squadre più pericolose per l’Italia?
La Russia, l’Ungheria e la Polonia sono le nazionali che potrebbero metterci in difficoltà, sono in effetti le più competitive, dopo di noi naturalmente. Poi un gradino sotto metterei gli Stati Uniti.
Un giudizio invece sulla prova di Occhiuzzi, argento nella sciabola?
E’ già da tempo che Occhiuzzi si sta comportando bene, non solo da queste Olimpiadi. Complimenti quindi a questo atleta. Peccato invece per Montano, ma ha fatto quello che poteva: era reduce da un infortunio ai Campionati Italiani, uno strappo che l’ha messo in ginocchio. Ha recuperato solo all’ultimo, non poteva fare di più.
Quali sono invece i motivi per la piccola debacle del fioretto maschile?
Le Olimpiadi sono sempre una gara a sé e poi la scherma è diventata veramente uno sport internazionale, non è più uno sport per le solite nazioni. C’è da dire poi che Cassarà con lo schermidore giapponese ha tirato bene. Non ha avuto il tempo di recuperare. Peccato per Baldini, per il suo quarto posto. Veramente peccato. Ma potremo rifarci nella prova a squadre.
Un bilancio finora della spedizione italiana?
Un oro, due argenti, un bronzo sono un bilancio esaltante, considerando appunto che mancano ancora le prove a squadre dove potremmo fare cose importanti.
Da cosa dipendono tutti questi successi della scherma italiana?
C’è tradizione, grandissima tradizione: ci sono maestri validi, c’è anche la nascita continua di campioni, tutti elementi che portano questo sport ai vertici mondiali. Bisogna proprio dire che non possiamo lamentarci.
Lei ha vinto un oro olimpico a Los Angeles 1984 nel fioretto, quali sono i suoi ricordi di quel trionfo straordinario?
Ero in giornata, avevo grandi motivazioni, ho tirato bene, ho dato il meglio di me stesso e così ho conquistato questo oro che conservo ancora con tanta mia felicità.
Ha fatto parte della scuola mestrina: ora insegna ai ragazzi a tirare di scherma. Differenze?
La scuola mestrina ha dato una svolta, ha cambiato il modo di intendere la scherma. Una grande scuola nel panorama della scherma mondiale. Il segreto delle vittorie comunque è sempre la passione che bisogna avere per questo sport.
La stessa passione che ha Valentina Vezzali, ancora vincente a 38 anni…
Lei è incredibile: nonostante l’età, tutti i successi che ha conquistato ha sempre una grinta pazzesca, non molla mai, va in pedana come se fosse all’inizio della sua carriera e mostra tutto il suo valore. Un esempio da imitare per tutti.
(Franco Vittadini)