Simone Farina, trentenne difensore del Gubbio, lascia ufficialmente la società. Il calciatore denunciò a fine settembre dello scorso anno il tentativo di corruzione di Alessandro Zamperini, ex compagno di squadra nelle giovanili della Roma, che gli aveva offerto 200mila euro per corrompere portiere e difensori e combinare il risultato di Cesena-Gubbio di Tim Cup del 30 novembre. Adesso il Gubbio ha reso noto che il suo contratto è stato risolto in modo consensuale e, in una nota, augura a Farina, “protagonista in questi anni di tante vittorie, le migliori fortune e soddisfazioni personali e professionali per il futuro”. Secondo quanto riportato da La Gazzetta dello Sport, il giocatore si appresta a diventare dirigente dell’Aston Villa dove, tra l’altro, avrà il compito di insegnare i principi del fair play ai calciatori delle squadre giovanili. Insieme a Mario Sconcerti, opinionista di SkySport ed editorialista del Corriere della Sera, commentiamo l’addio di “Mister Clean”, come è stato ribattezzato dai giornali inglesi. «Sono contento che Farina abbia trovato questo nuovo lavoro, ma non facciamo di lui un eroe solo perché in passato ha fatto qualcosa di normale. E’ una persona per bene, su questo non ci sono dubbi, ma ce ne sono molte altre che non hanno avuto lo stesso riscontro di cui ha goduto Farina. Se facciamo diventare una persona che ha fatto una cosa normale qualcosa di straordinariamente diverso, allora significa che siamo messi molto male e che il marcio è veramente dappertutto». Chiediamo dunque a Sconcerti come mai a Farina sia stato offerto un lavoro all’estero, in Inghilterra, e non in Italia: «Sinceramente non vedo molta differenza tra l’Italia e l’estero: siamo un’unica grande nazione e credo che la cosa più importante sia che qualcuno abbia notato le capacità di Farina e che lui abbia ottenuto un buon lavoro. La società dell’Aston Villa è stata solo brava ad avere una buona idea e ad averla prima degli altri. Non credo sia importante il fatto che Farina se ne vada dall’Italia, credo sia molto più rilevante che le sue qualità gli abbiano permesso di affermarsi».
Infine parliamo con Mario Sconcerti dell’ancora scottante tema del calcioscommesse che, a suo giudizio, “è un problema mondiale, probabilmente anche più grande di quello del doping. Ormai una buona parte della delinquenza comune si sta velocemente spostando dal business della droga a quello delle scommesse, proprio perché si guadagnano praticamente le stesse cifre ma le pene sono di gran lunga inferiori. E’ possibile giocare su qualsiasi partita, in qualunque angolo del mondo, quindi è chiaro che il problema non riguarda solo l’Italia”.
(Claudio Perlini)