Questa sera a Londra iniziano i XIV Giochi Paralimpici estivi, la massima manifestazione sportiva per le persone diversamente abili. Proprio come le Olimpiadi ‘classiche’, anche le Paralimpiadi prendono il via con la cerimonia inaugurale allo Stadio Olimpico, mentre le gare sportive avranno inizio a partire da domani e fino a domenica 9 settembre. Sono venti le discipline sportive che fanno parte del programma, e l’Italia sarà presente in dodici di queste. Le stelle della spedizione azzurra saranno Alex Zanardi, Assunta Legnante ed Annalisa Minetti, e l’obiettivo naturalmente sarà quello di migliorare le quattro medaglie d’oro, le sette d’argento e le sette di bronzo (per un totale di diciotto) che costituirono il bottino italiano a Pechino 2008. L’uomo più atteso in assoluto è invece certamente Oscar Pistorius, anche se purtroppo ieri è finita sulla ribalta la nuova frontiera del doping tra i disabili, ovvero infliggersi traumi alle gambe (per quegli atleti che hanno perso la sensibilità degli arti inferiori) per far salire la pressione e migliorare le prestazioni fino al 10%. Questi tristi episodi non devono comunque far dimenticare il grande valore che hanno questi Giochi per tutti i disabili. Come per le Olimpiadi, ci sarà una ampia copertura televisiva su Sky – che dedicherà ai Giochi Paralimpici alcuni canali – e sulla Rai, che trasmetterà molti eventi sui due canali di Rai Sport. La cerimonia inaugurale sarà dunque trasmessa in diretta tv su Sky Paralimpiadi e su Rai Sport 1, oltre allo streaming su Rai.tv, alle ore 21.30 italiane (ricordiamo che c’è un’ora di fuso con l’Inghilterra).



Per le Paralimpiadi si tratta di una sorta di ritorno a casa, dal momento che i Giochi nacquero proprio in Inghilterra, nella cittadina di Stoke Mandeville. Qui, nel 1948, il medico Ludwig Guttman – un ebreo tedesco che si era trasferito in Inghilterra in seguito alle leggi razziali emanate dal nazismo – organizzò dei giochi sportivi per i reduci della Seconda Guerra Mondiale che avevano riportato danni fisici permanenti, proprio avendo colto l’importanza di trasformare le “abilità negate” in “diverse abilità” grazie allo sport. La manifestazione prese piede, e nel giro di pochi anni i Giochi di Stoke Mandeville divennero il cuore dello sport mondiale per i disabili.



La svolta definitiva si ebbe nel 1958, quando il medico italiano Antonio Maglio, direttore del centro paraplegici dell’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL), propose a Guttmann di disputare l’edizione del 1960 a Roma, a seguire le Olimpiadi che si sarebbero disputate proprio nella capitale italiana. Nel 1984, quando il CIO approvò la denominazione “Giochi Paralimpici”, quella fu riconosciuta a posteriori come la prima edizione dei Giochi Paralimpici estivi. Nel frattempo si era infatti consolidata la tradizione di disputare le Paralimpiadi insieme alle Olimpiadi, anche se con alcune eccezioni (ad esempio nel 1968 furono a Tel Aviv invece che a Città del Messico, e nel 1980 in Olanda ad Arnhem, invece che a Mosca). L’abbinamento sistematico tra Olimpiadi e Paralimpiadi fu definitivamente sancito nel 2001: il 19 giugno di quell’anno fu siglato un accordo tra il CIO ed il Comitato Paralimpico Internazionale (IPC), il quale garantisce che la città candidata ad ospitare le Olimpiadi deve organizzare sia i Giochi Olimpici sia i Giochi Paralimpici. La cerimonia sarà molto incentrata sulla cultura britannica, da Isaac Newton a William Shakespeare fino a Stephen Hawking, che è diventato professore universitario a Cambridge pur se costretto a vivere su una sedia a rotelle.

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