La quinta giornata di serie A si è giocata in turno infrasettimanale e ci ha consegnato risultati anche a sorpresa, che cominciano a sgranare la classifica e a darci indicazioni più precise sul valore delle squadre (clicca qui per il riepilogo della giornata). La Juventus si è fermata a Firenze, in casa di un’ottima Fiorentina che ha convinto tutti per il gioco espresso. Così viene raggiunta dal Napoli, che trova un Cavani in formato abituale: tripletta, 72 gol in maglia partenopea e 13punti in classifica per il Ciuccio che sogna in grande, ridimensionando una Lazio al secondo stop consecutivo. Vincono entrambe le milanesi che allontanano la crisi, mentre la Roma non riesce a centrare il primo successo all’Olimpico, arenandosi contro la Sampdoria in dieci uomini per tutto il secondo tempo. In coda, il Palermo potrebbe ritrovarsi ultimo se stasera il Siena dovesse battere il Bologna nel posticipo. Per affrontare i principali temi della quinta giornata di serie A abbiamo contattato Maurizio Pistocchi, opinionista per Mediaset. Ecco le sue parole, nell’intervista esclusiva rilasciata a Ilsussidiario.net.



Il Napoli schianta la Lazio: ieri sera abbiamo avuto la conferma che è la vera anti-Juve? Io credo che la partita di ieri ci abbia detto che il Napoli è una della principali squadre in grado di contrastare la corsa della Juventus, ma penso anche che l’unica rivale della Juventus sia la Juventus stessa.

In che senso? A differenza dell’anno scorso, la Juventus ha la Champions League;  come avevo già detto, sul mercato non ha acquistato un vice-Pirlo nè una prima punta che garantisca gol importanti. A mio modo di vedere deve essere molto brava nella gestione delle forze, altrimenti rischia di perdere il campionato non per meriti altrui ma per demeriti propri. 



La partita di Firenze è un campanello d’allarme? A Firenze si è vista una Juventus stanca, che correva poco; siccome si basa molto sulla forza e sulla corsa ne ha risentito moltissimo. Si è trovata contro una buona Fiorentina, che però ha creato poche occasioni da gol se pensiamo a come è apparsa superiore per gran parte della gara.

La Fiorentina con un Berbatov in più, o comunque una prima punta di spessore, potrebbe ambire ai primi tre posti? Ha sicuramente una buona squadra rispetto all’anno scorso. Credo siano stati fatti ottimi affari, perché Roncaglia – che io avevo visto nel campionato argentino – è un ottimo acquisto, può giocare in una difesa a tre o a quattro; Borja Valero è un giocatore fondamentale, anche se l’intuizione migliore di mercato è stata quella di prendere Pizarro. Credo ci sia stata in pieno la mano di Montella, perché Pizarro ha dimostrato di essere, dopo Pirlo, il miglior regista basso presente in campionato. 



Però? Però, sono perplesso sul gioco offensivo; mi sembra che la squadra giochi bene fino alla trequarti avversaria, poi faccia fatica a creare palle gol. Contro la Juventus le due occasioni più clamorose sono arrivate su calcio da fermo (traversa di Jovetic) e su lancio in profondità da 60 metri (il tiro di Ljajic terminato fuori). Montella deve lavorare su questo, ma per adesso come fase difensiva e gestione della palla ci siamo.

La Roma non riesce a vincere in casa: qual è il problema? Come ho detto anche ieri sera, il problema più grosso della Roma di Zeman è che non è una squadra di Zeman: non gioca come le squadre di Zeman. La caratteristica principale delle formazioni del boemo è sempre stata il gioco d’attacco; gli attaccanti esterni si muovono senza palla e tagliano costantemente alle spalle dei difensori.

Questo non succede? No, perché Totti non va più senza palla, non fa più quel movimento, quindi viene tra le linee per farsi dare la palla non marcato e da lì essere importante; Lamela ama anche lui andare con la palla nei piedi, quindi non ci sono gli elementi che possano valorizzare gli schemi del boemo.

E’ solo questo a frenare la Roma?

Beh, la squadra è anche sfortunata: contro il Catania ha pareggiato subendo un gol in fuorigioco e non vedendosi fischiare un rigore a favore, e ieri contro la Sampdoria il gol di Munari è viziato da un chiaro fallo di Berardi su Marquinho. Diciamo che per adesso non abbiamo visto la Roma di Zeman, ma che penso sia difficile che, andando avanti con questo tipo di giocatori, la Roma possa inserirsi nella lotta per il titolo; pensavo potesse essere così, ma avendo visto queste cinque giornate mi sento di escluderlo.

Quindi, oltre al Napoli chi mettiamo? Milan e Inter, a patto che a gennaio si muovano sul mercato in un certo modo.

Milanesi che ieri sera hanno vinto: partiamo dal Milan. Il 2-0 al Cagliari salva definitivamente Allegri? Come avevo auspicato in estate, Allegri ha cambiato disposizione in campo: ha giocato con un 4-2-4 (o 4-3-3), cioè valorizzando le caratteristiche di De Jong e Montolivo. Credo che il Milan possa sicuramente progredire, però deve sicuramente progredire nel gioco offensivo, perché Pazzini ieri non ha mai toccato palla visto che ci sono stati tantissimi cross. 

Oltre a questo? Dovrà tornare sul mercato a gennaio se vuole centrare l’obiettivo che si è prefisso, ovvero centrare la zona Champions League.

L’Inter invece ha vinto ancora in trasferta, dove non conosce pause e non subisce mai gol… Ma francamente il primo tempo di ieri è stato imbarazzante. La difesa a tre non è la panacea di tutti i mali, anzi; il Chievo ha messo Pellissier davanti ad Handanovic due volte, e anche nel secondo tempo il portiere è stato decisivo con una parata importante. Credo che i problemi dell’Inter possano essere parzialmente risolti dall’infortunio di Sneijder. 

Ovvero? Sneijder in questo momento condiziona le idee di Stramaccioni e lo schieramento dell’Inter; fa fatica a coesistere con Cassano e Milito, perché quando i nerazzurri giocano con loro si trovano fatalmente tre difensori che con la palla in possesso dell’avversario non fanno niente. Quindi l’infortunio dell’olandese risolve dei problemi.

In quale altro modo l’Inter potrà trovare costanza? 

Con il rientro di Palacio, che secondo me è stato il miglior acquisto dell’Inter in estate; a metacarpo mi stupisco della bocciatura di Gargano, ma evidentemente si pensa di aver sbagliato acquisto perché Stramaccioni non lo tiene in considerazione. Anche l’Inter deve tornare sul mercato a gennaio, poi.

Per comprare chi? Intanto Paulinho, poi un altro centrocampista e un esterno destro. Penso che l’Inter debba giocare con il 4-3-3, e quindi oltre al rientro di Obi ci vuole un altro centrocampista; e poi, nonostante sia stato perso Lucas, in giro per il mondo ci sono giocatori importanti che ricoprono quel ruolo.

Chiudiamo con il Palermo, sempre più in crisi: i problemi societari influiscono? Il Palermo a giugno ha voluto un direttore sportivo, Perinetti, che ha fatto la squadra e ha portato Sannino, che è stato esonerato dal presidente dopo tre giornate. L’unica alternativa credibile a quel punto era accettare le dimissioni di Perinetti; queste dimissioni non ci sono stati. 

Comme se ne può uscire? Io credo che la città di Palermo e i suoi tifosi, tantissimi e caldissimi, meritino una gestione societaria diversa. Zamparini è diventato una macchietta, non ha più un minimo di credibilità. Quando un presidente fa queste cose, e poi fa discorsi tecnici presumendo di saperne di calcio, perde totalmente di vista quello che è il suo ruolo. E aggiungo un’altra cosa.

Quale? Zamparini si fa consigliare male: come sappiamo usufruisce dei consigli di personaggi importanti, come per esempio Luciano Moggi. Al presidente bisognerebbe chiedere chi gli ha consigliato di assumere Sannino e Perinetti e soprattutto chi gli ha consigliato due anni fa di vendere Cavani a 16 milioni pagabili in quattro anni, quando adesso il giocatore ne vale almeno 50.

 

 

(Claudio Franceschini)