Non ci potevano essere sorprese: il presidente uscente Giancarlo Abete era l’unico candidato alla presidenza federale del calcio italiano anche per il prossimo quadriennio. Dunque il presidente della Figc (Federazione Italiana Giuoco Calcio) è stato rieletto alla guida federale nell’assemblea che si è tenuta oggi al Marriott Park Hotel di Roma. Al netto delle poche schede bianche o nulle, la percentuale di voti validi per Abete è stata del 94,34%. Percentuale impressionante, ma d’altronde non poteva essere altrimenti. Interessante invece è notare che Simone Perrotta entrerà nel Consiglio federale, dal momento che è stato eletto come componente atleti. Toccherà dunque nuovamente al dirigente nato a Roma nel 1950 gestire un quadriennio che si annuncia non facile, tra crisi economica, problemi vari come stadi e razzismo e mancanza di rappresentatività delle Leghe, con quelle di serie A e di serie B che sono ancora senza un presidente per i prossimi anni. Che siano allora davvero di buon auspicio le parole di Gianni Infantino, l’italiano segretario generale della Uefa, che ha detto: “Il calcio italiano deve essere leader in Europa e nel mondo”. Le parole più importanti sono state però quelle pronunciate dal presidente uscente ed entrante davanti all’Assemblea elettiva: “Conosciamo i nostri problemi, non siamo irresponsabili, ma il calcio non rappresenta tutti i mali dell’Italia: non sono i presidenti a creare il debito pubblico, non lo dimentichiamo. Siamo al quarto posto nel ranking Fifa, siamo tra le migliori otto squadre europee con la Nazionale Under 21, siamo sul podio mondiale del Futsal e abbiamo un milione e 400 mila tesserati, un terzo del numero totale dello sport italiano – ha rivendicato Abete –. Il calcio riceve un contributo di 64 milioni ogni anno, soldi che destiniamo all’attività dilettantistica, all’attività giovanile, al funzionamento dei diversi settori e del mondo arbitrale: le società professionistiche non ricevono un euro, ma versano allo Stato italiano 900 milioni di sole imposte. Noi dobbiamo crescere, ma anche il Paese lo deve fare. Il nostro modo di operare non sarà condizionato dai gruppi di potere e di pressione. Siamo e vogliamo rimanere uomini liberi. Abbiamo tenuto unito questo mondo nonostante un fardello di venti mesi di calcioscommesse, destinato ad aumentare”.
Abete ha poi voluto ringraziare di cuore il ct Cesare Prandelli “per quello che ha dato e sta dando al calcio italiano, non solo sul versante dei risultati sportivi, ma anche su quello dei valori che siamo riusciti ad esprime in questi anni”. Alla politica chiede “di stare vicino al mondo dello sport e del calcio, con la legge sugli stadi e con maggiori sanzioni sul versante penale per la frode sportiva”. In conclusione un riferimento al futuro: “Sarà il mio ultimo mandato. Concluso questo, non mi ricandiderò, perché credo nel ricambio generazionale. Dalla prossima assemblea statutaria, chiederò inoltre che venga messo il limite di due mandati per ogni singolo presidente”.